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Cinema

The English Teacher

di Federica Fasciolo

Linda Sinclair è una professoressa di letteratura inglese. Single incallita, è comunque molto felice del lavoro che svolge, cerca di incoraggiare e ispirare i suoi studenti dando valore alle loro opinioni e spingendoli a credere in se stessi.

Questa disposizione d’animo si mostra anche quando uno dei suoi ex allievi, Jason, torna a casa scoraggiato dopo aver tentato di diventare sceneggiatore in quel di New York: Linda capirà il valore della sua opera “La Crisalide” e convincerà l’insegnante di recitazione Carl – e non solo – a metterla in scena nella scuola.

Gli ostacoli per la riuscita di questa “missione” saranno però molti, tra il padre di Jason che pare preferire che il figlio si iscriva a legge, gelosie varie, e i problemi che quello che dovrebbe essere il “tipico carattere degli artisti” sembra suscitare.

   

Linda sarà anche single, ma il suo carattere è certamente passionale. Ha degli ideali romantici, non solo in fatto di uomini ma riguardo la vita in generale, che sembrano molto spesso poco legati alla realtà e alle conseguenze che seguono a determinate azioni. Quasi come se vedesse la sua vita come se fosse essa stessa la storia di un libro.

Verrà messa alla prova la sua capacità di osservare senza essere accecata dal pregiudizio, di andare avanti dopo le umiliazioni, di ricredersi rimanendo comunque fedele ai suoi ideali.

Alcuni elementi avrebbero potuto essere interessanti, all’interno di questo film, ma il tentativo di mescolare momenti intensi a una commedia è purtroppo poco riuscito: la narrazione è portata avanti da una Julianne Moore certamente all’interno del ruolo di Linda, personaggio che funziona e dalla giusta complessità circondato però da troppi elementi che risultano poco credibili.

Due dei personaggi che dovrebbero costituire un ostacolo per la realizzazione dell’opera, sono troppo teatrali, e questa teatralità più che far ridere rende quasi finte le scene. La colonna sonora, che vorrebbe anch’essa conferire un tono simpatico e leggero, finisce invece per rendere scialbi anche i momenti che potrebbero essere più coinvolgenti.

   

Qualche spunto di riflessione c’è, come quando un allievo della scuola chiede a Jason se un personaggio che sferra uno schiaffo a un altro non sembri una scena “trita” e lui, dopo un momento di arrabbiatura, gli spiega che “se tutto accade come deve accadere, non sembrerà trita”. Saggio. Peccato solo che un altro elemento di non credibilità stia nel fatto che l’opera di Jason ci venga mostrata come straordinaria e che invece, da quel poco che possiamo vederne, sembra del tutto irrilevante. Ma poco importa visto che essa costituisce solo un pretesto… o no?

In definitiva questo film sembra voler raccontare tante cose, il passaggio da una condizione di passività a una condizione creativa, la vita e la complessità degli artisti e persino, a un certo punto, le differenze tra ciò che uomini e donne possono rispettivamente permettersi di fare. Finisce però per dire poco e niente o, perlomeno, portare a termine la ricerca di senso di solo pochi di questi punti.

Adatto per un’ora e mezza da passare in modo poco impegnativo, salvato dall’interpretazione di Julianne e da una trovata (abbastanza) originale e (quasi) azzeccata della voce fuori campo alla fine del film.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)