Alberi monumentali e animali
Mascali (Catania)
Castagno di Sant’Agata
di Federica Fasciolo
Animali
Il Cinghiale
Il cinghiale è un animale dalla pelle dura…in tutti i sensi.
Genere e specie Sus Scrofa, appartiene alla famiglia dei Suidi, ordine Artiodattili
La sua lunghezza può raggiungere un massimo di 1 metro e 80 per un’altezza media di un metro.
Si nutre di carne e vegetali: uccelli e roditori, rettili e vermi; vari semi e noccioli, funghi e tuberi. Può vivere fino ai 20 anni. La riproduzione è tutto l’anno e possono nascere dai 4 ai 10 cuccioli.
Diffidente e circospetto si muove soprattutto di notte. Vive nei fitti sottoboschi e non rinuncia mai ad un buon bagno nel fango.
Presente in Africa settentrionale, in Europa e Asia meridionale, in Italia è presente soprattutto in Maremma, dove è in continua lotta con i cacciatori golosissimi delle saporite salsicce che ne possono ricavare.
Nonostante siano soggetto libero di caccia, non è in estinzione, anzi, in alcune zone vige stretto controllo e relativo equilibrato ridimensionamento.
Oltre la dura pelle pelosa, zampe buone per correre al trotto o al galoppo, duri zoccoli, naso particolarmente sensibile agli odori e zanne possenti, sono comunque le sue armi di difesa.
Siamo nel comune di Mascali, in provincia di Catania, dove a circa 400 metri dal famosissimo Castagno dei Cento Cavalli si erge, su proprietà privata, questo magnifico esemplare che al più noto “fratello” non ha davvero niente da invidiare, anzi: a molti visitatori spesso casuali e che erano andati lì per vedere “la star”, il Castagno di Sant’Agata è parso perfino più imponente e degno di nota.
Nonostante tutto questo castagno è paradossalmente molto meno conosciuto e studiato del celebre vicino e non si capisce proprio il perché: le sue misure sono ragguardevoli: circonferenza di 23 metri, altezza di 19, così come l’età stimata di quasi duemila anni che ne fa probabilmente uno degli alberi più antichi d’Italia. L’altro nome dell’albero, “della nave“, sembra derivi dal fatto che la forma della ceppaia ricorda lo scafo di un veliero, ma c’è anche un terzo nome della pianta, di gran lunga il più bello di tutti, ed è il dialettale “Arrusbigghiasonnu“, ovvero risveglia sonno.
La traduzione letteraria sarebbe “Sveglia sonno”, e questo soprannome gli è stato attribuito per le sue fronde basse che essendo a ridosso della strada, mettevano all’erta i carrettieri distratti che in tempi lontani incrociavano quelle strade…ma c’è anche un’altra versione che attribuisce il soprannome alla varietà dei cinguettii dei tantissimi uccelli che trovano riparo tra i rami e il fogliame di questo magnifico albero secolare.
Grande fascino: lussureggiante d’estate; intrigante d’inverno: