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Teatro

Globe theatre – Roma

Romeo e Giulietta

William Shakespeare rivisitato
da Angelo Dallagiacoma

Regia Gigi Proietti – Produzione Politeama




Romeo e Giulietta

regista assistente
Loredana Scaramella
costumi Maria Filippi
assistente Anna Fischer
scene Fabiana Di Marco
contributi musicali
Roberto Giglio
disegno luci Umile Vainieri
progetto fonico Franco Patino
movimenti di scena
Alberto Bellandi
casting Loredana Scaramella

personaggi - interpreti

Mercuzio Fausto Cabra
Giulietta Mimosa Capironi
balia Francesca Ciocchetti
Capuleti Martino Duane
Paride Diego Facciotti
frate Lorenzo Gianluigi Fogacci
Montecchi Roberto Mantovani
Tebaldo Matteo Milani
donna Capuleti Loredana Piedimonte
Benvolio Guglielmo Poggi
principe Raffaele Proietti
Romeo Matteo Vignati

C’è un lato positivo nel tempo che passa: si può guardare indietro, cambiare prospettiva, qualche volta tornare sui propri passi. Nel caso di un testo, il ritorno è una possibilità per rivedere e sviluppare intuizioni  e pensieri rimasti inespressi, scartati a favore di altri per mancanza di sintonie, di tempo, di coraggio. Ho amato molto la prima versione di Romeo e Giulietta, e  sto amando molto questo nuovo allestimento, simile ma diverso.

A parlare è Gigi Proietti, il regista del nuovo allestimento del classico tra i classici: Romeo e Giulietta, lavoro di William Shakespeare rivisitato da Angelo Dallagiacoma, in scena fino al 3 agosto al Theatro Globe di Roma

   

Ho sempre pensato che la festa a casa Capuleti fosse una specie di sliding door, che attraversata o evitata conduce a storie diverse. Se Romeo decidesse di non andare alla festa? E  se tutta la storia  fosse solo il sogno di una giovane  mente  eccitata dall’amore? E se fosse proprio l’amore la chiave che apre le porte del tempo proiettandoci nell’eterna favola dei due innamorati?  Da qui sono partito per decidere di collocare la prima parte ai nostri giorni. La festa  è un ballo in  maschera , che dopo il primo sguardo e la fatidica scintilla si trasforma   in un sogno di epoche lontane. Il pubblico si vedrà riflesso nella storia, in un gioco  di specchi in cui si raccontano due realtà, due secoli, due mondi.

Così, se nella prima parte   gli  amici  e Mercuzio danno voce alle loro passioni come  rapper leggeri e Giulietta è una ragazzina di buona famiglia che canta e suona rock, e tutto è un vortice di energia e di gioia,  poi la musica  cambia, ci porta in un altro tempo  e  rigenera il mito. La storia si ripete e il rituale d’amore e odio non va a buon fine, come un rito iniziatico in cui l’eroe non riesce a superare la prova. Nessuno dei giovani oltrepassa  il confine della maturità, nessun adulto  li sa  accompagnare nel viaggio.  Si passa dai giochi alla tomba, come in ogni tempo può accadere, in una tristissima favola avvelenata dall’odio, che si trasforma nell’ecatombe di un futuro.

Per quanto fresca  fosse la precedente compagine di attori, questa volta la scelta è stata di cercare  interpreti ancora più giovani,  a sottolineare la spaccatura fra generazioni.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)