Musica e strumenti
Un’orchestra atipica
di Giada Gentili
Grancassa
Strumento a percussione a suono indeterminato, appartenente alla famiglia dei tamburi. Costituta da una cassa cilindrica di legno, è percossa con un mazzuolo rivestito di feltro o di cuoio che nella batteria jazz è azionato da un pedale, oppure con le bacchette dei timpani. Usata da saltimbanchi e imbonitori per attirare gente nelle piazze, venne inserita nell’orchestra sin dal 18° secolo. La grancassa, in inglese bass drum o anche kick drum , (poiché prima dell'invenzione del pedale per cassa, veniva usata col piede, e il termine inglese per calcio è kick), è il tamburo di dimensioni maggiori di un' orchestra sinfonica, di una banda musicale o di una batteria.
In quest'ultimo caso viene generalmente chiamata soltanto cassa.
Colpo o doppio colpo, sottolinea passaggi musicali, e si fa riconoscere soprattutto nelle marcette.
Nel 1979, Federico Fellini diresse un "piccolo" film (come lui lo definì): "Prova d'orchestra". Bene, all'inizio ci sono tutti questi musicisti che, in ordine sparso, entrano nella sala, un ex convento ma forse più un interno "felliniano" in piena regola, con i propri strumenti e iniziano a provare, ognuno legato al proprio in modo così assoluto da definirlo "il più indispensabile", "fondamentale per il valore di un'orchestra". Violini e violoncelli, pianoforte e clarinetto, arpa....ogni musicista è dipinto con il tipico piglio del regista, un'orchestra del tutto anomala e fuori dalle regole, così come il suo direttore, gli assistenti di sala, il copista e i sindacati.
Non ho idea se Fellini fosse un esperto di musica (le colonne sonore gliele scriveva tutte il Maestro Nino Rota) e di strumenti, ma direi che l'assunto è centrato: musicista e strumento sono una cosa sola, un richiamo dall'involontario sapore biblico (maschio e femmina, li creò...). Gli orchestrali, ognuno a modo suo, avevano (e hanno) ragione: ciascuno degli strumenti è il più importante, fossero anche le grancasse o i timpani, fosse anche impegnarli una sola volta durante un concerto.
Si dice spesso che un "genio" possa fare qualunque cosa, toccare qualunque cosa, descrivere tutto. Per Fellini, in questo film, la parte descrittiva degli orchestrali e dei loro strumenti è sublime nella misura in cui il suo genio ha "visto" l'argomento e lo ha descritto e lasciato così come lo possiamo oggi vedere nel film. "Gli strumenti" sono gli "strumenti" eterni di Federico Fellini e gli orchestrali, pur nello loro macchiette felliniane, restano orchestrali, più veri dei compassati suonatori delle grandi orchestre. La pianista, col suo sorriso da pubblicità televisiva, i due violinisti che litigano per lo spazio tra una sedia e l'altra e l'arcigna matrona che suona l'arpa restano inconfondibili perchè trasfigurati dall'arte del regista. Nelle grandi orchestre, l'abilità dei suonatori offusca la persona e noi restiamo ammirati dal suono dello strumento, dimenticando gli anni e i sacrifici che sono occorsi per giungere a quel risultato. In fondo, "Prova d'orchestra" rimane un film. Un concerto è altro.