Editoriale
Grandi Opere
di Dante Fasciolo
Occorrono grandi opere per rilanciare il paese, se ne parla da decenni.
E nascono cosi, nel lontano 1982, tre grandi progetti
che avrebbero dovuto portare immensi benefici:
Il Ponte sullo Stretto di Messina, la Tav, il Mose a Venezia.
Sono passati più di trent’anni. Che fine hanno fatto?
Il ponte sulla stretto, dopo infinite liti, tira e molla e dopo aver ingoiato miliari,
è tramontato definitivamente…
e ora aspettiamo di pagare altri miliardi di penali per inadempienze contrattuali.
La Tav ci riserva da molti anni battaglie e scaramucce:
qualche ferito, molti danni, enormi ritardi, grande perdita di tempo e di denaro,
compreso quello stanziato dalla Comunità Europea che presto annullerà.
Infine il Mose, che in questi giorni campeggia sulle pagine di tutti i giornali
nazionali ed internazionali per la colossale ruberia
di politici, imprese, istituzioni,
ma che tra qualche giorno passerà nel dimenticatoio,
come sempre avvenuto in analoghe circostanze.
Siamo garantisti, gridano dai settori scottati,
aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso…giusto, giustissimo.
E la giustizia forse fra 20 anni risolverà con la prescrizione dei reati
e la restituzione con interessi dei beni sequestrati.
Il discredito recato alla nazione e a tutti i cittadini onesti non entra nel computo.
Davvero non si può fare di più e più in fretta?
I fautori del “Governo del Fare”… ricordate? Ora dicono che non c’è fretta.
Ma il clima non è quello degli ultimi decenni.
Attenzione….ai coccodrilli che hanno sbranato l’Italia
non basterà piangere lacrime di finto pentimento…
l’ira di un popolo può dare fuoco alle polveri in un batter d’occhio.