Poesia
L’arte del respiro
di Antonio Bruni
Un fiato profondo
distacca il pensiero
da esterne tensioni
controlla le mosse
di muscoli e arti
collega emozioni
al centro dell’io
discopre alla mente
circuiti nascosti
le forze vitali
accende il respiro
che regola vita
il primo comando
dell’arte del corpo
Agenzia Di Sogni
di Simone Marcacci
Se fossi più vicina
Vedresti cosa cade
Dalle mie tasche antiche
E potresti immaginare
Quel che sognavo io.
Entreresti nelle terre
Che ti vedono divina
Nel regno senza senso
Che poteva essere tuo.
Vedresti cosa perdi
E quel che perdo io
Che non voglio ricucire
Le ferite del tuo addio.
Così dalle mie tasche
Frammenti di quel mondo
Si riversano in quest’altro
Creando vortici d’immenso
E giorni senza senso
Che confondono la gente
Persa dentro dimensioni
Banalmente tutte uguali.
Se fossi più vicina
Sentiresti i miei pensieri,
Apriresti insieme a me
Un’agenzia di sogni
Per viaggiare tra più regni
Senza il rischio di annoiarti.
Entreresti nei miei affari
Che non sono affari tuoi,
Scopriresti stupefatta
Che se l’amore non si fa
Può essere peccato
Se è di quello buono
Che non si spaccia qua.
Così poi capiresti
Che dentro questo uomo
Non si nasconde nessuno;
Ma avvicina la tua testa
E poggiala sul cuore
Ci sentirai il rumore
Del mare che ti vuole.
Gemme di Speranza
di Paolo Annibali
Ridi, cuore vigliacco,
sulle innocenti spoglie
di vittime ignare
del tuo amore stanco,
avranno pane amaro
i tuoi snaturati giorni,
in'eclisse di cielo
velerà il tuo sguardo,
perso nel vuoto crudele
di una speranza senza luce,
e la tua anima
abiterà tra nere zolle,
nella landa della solitudine,
se la tua prece,
all'ultimo sonno
della Luna,
non commoverà,
financo il tacito
e infinito Dio.
Proposti da Alessandro Gentili
Gli imperdonabili
Il Dramma è Dio
di David Maria Turoldo
Essere nuovi come la luce a ogni alba
come il volo degli uccelli
e le gocce di rugiada:
come il volto dell’uomo
come gli occhi dei fanciulli
come l’acqua delle fonti:
vedere
la creazione emergere
dalla notte!
Non vi sono fatti precedenti:
non parlate di millenni
o di giorni o di altri millenni.
Né creatura alcuna correrà
il rischio di essere sazia:
principio altro principio genera
in vite irripetibili
come le primavere.
Io debbo essere un segno mai visto
ipostasi del non visto prima,
goccia consapevole o perla della notte,
il lucente attimo d’Iddio
che per me solamente
così si riveli e comunichi.
Unico male l’abitudine
e la scelta tragica:
discorrere invece che intuire.
E la mente si popola di idoli
e il cuore è un deserto lunare:
solo la Meraviglia ci potrà salvare
aprendo il varco
verso la Sostanza.
Allora il medesimo silenzio dell’origine
nuovamente fascerà le cose,
o eromperà – uguale
evento – il canto.