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Parchi e Oasi dello Spirito

Chianti toscana

Pieve di Santa Maria
a Spaltenna

di Dante Fasciolo


La pieve di Santa Maria, posta in adiacenza all’antico castello di Spaltenna in chianti, sostituì in qualche modo, nel corso dei secoli, l’anitchissima pieve si San Pietro in Avenano di cui si certifica la presenza fin dal prima del 1003 secondo la bolla di Papa Pasquale II.

La maggiore importanza del mercato di Gaiole in Chianti e la cresciuta importanza del Castello di Spaltenna fecero si che anche la Pieve di Santa Maria crescesse di importanza.

   

La Pieve di Santa Maria a Spaltenna ha l'impianto tipico delle pievi romaniche fiorentine dell'epoca con tre navate, copertura in legno ed unica abside circolare.

Le navate sono separate da archeggia ture atuttosesto. Alcune parti interne testimoniano l'esecuzione di vari e ristrutturazioni. La torre campanaria è ben conservata.

Il gruppo composto dalla Pieve, dalla torre campanaria e dal cortile interno (con pozzo cisterna) oggi sono inglobati nell'architettura del Castello di Spaltenna.

   

Ma oltre ai quasi mille anni la Pieve di Santa Maria di Spaltenna è nota per la Leggenda del Crocifisso che vi trascriviamo nella versione scritta di Temistocle Gradi tratto dai suoi "Racconti" - Siena1886, qui si narra della collina di Spaltenna come fosse un tempo folto bosco di lecci tanto da essere definito "buio e macchioso più di tutti" e per questa condizione,quindi, nessuno voleva attraversarlo.

“Ma una pastorella, molto devota alla Madonna, portava le sue pecore proprio in quella macchia. Anzi fra quei lecci fitti, mai cessando di pregare la Madonna, riusciva a sorvegliare le sue pecore e nello stesso tempo filare i "pennecchi" di lana che i genitori le davano da fare. E la Madonna che "aveva caro tutto quel pensare d'un core bono ed innocente gliele volse render merito con un miracolo da far piangereditenerezza". Una sera al momento di radunare le pecore la pastorella si accorse che ne mancava una. La cerco molto girando per il bosco ed alla fine la vide immobile nel bosco. La chiamò più volte ma la pecora non si mosse. Allora la pastorella prese un sasso e lo lanciò verso la pecora. Ma il sasso cadde al suolo vicino a Lei ed in quel punto si levò un lamento.

In quel subito la buona figliola rimase e tremò tutta; ma perchè era di gran core e la Vergine allora gliene cresceva, si fece innanzi fin dove era la pecora e vedde disteso in una spiazzatella il nostro Signore a mo' di Crocifisso. E lei, appena veduto questo, la si inginocchiò e incominciò a piangere e a singhiozzare molto e a dimandare pietà, misericordia e perdono, perchè gli aveva tirato la sassata. E la sassata si vedeva allora e la si vede anc'ora, chè quell'immagine ha il braccio diritto incrinato.

Ma la Vergine ebbe pietà di quel pianto e rese subito la pace a quel core che non aveva nè colpa nè peccato. Anzi la sentè in sè tanta fidanza, quella figliola, ch'ella s'acchinò e abbracciò nostro Signore.

Il mattino seguente, al levare del sole, una gran "pricissione di popolo, co' ceri accesi e con gli stendardi spiegati, dirieto a' preti e tutti co' piè scalzi, furono al luogo del miracolo".

L'immagine sacra fu portata in chiesa dove ancora è oggetto di grande devozione.E tutto questo accade per permissione di Dio, in que' tempi la ch'i ho detto, la seconda domenica di Maggio ch'è il giorno che ogni anno se ne fa festa”.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)