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Editoriale

L’ultimo metro

di Dante Fasciolo

Tito Livio Burattini a metà del 1600 si ingegnò non poco
per dare una misurazione ottimale al metro,
ma non avrebbe mai sospettato l’importanza che lo stesso metro
avrebbe avuto nei secoli successivi
e financo ai nostri complicati giorni della politica.

Si tratta sugli accordi per il futuro assetto del Parlamento
e le estenuanti trattative sembrano a buon punto…ma
ahimè …al traguardo manca ancora un “ultimo metro”

Il caso si ripete ormai da un po’ di tempo,
il percorso di quest’ultimo metro è accidentato non poco
e il tempo stesso sembra prolungarsi all’infinito.
Insomma, l’ultimo metro è assioma e preghiera al contempo.

Siamo fatti così:
c’è l’ultimo metro dello sportivo
utile per sgomitare l’avversario,
c’è l’ ultimo metro per i costruttori di palazzi,
contraffatto oltre ogni misura…tanto arriverà il condono,
c’è l’ultimo metro prima della pensione
che assicura promozione e più denaro,
c’è l’ultimo metro per misurare i contratti di Mose ed Expò…
e serve il metro per misurare le relative bustarelle.

L’ultimo metro più insidioso, però, oggi,
è l’ultimo metro della trattava politica per le riforme sul tavolo.
Serve l’ultimo metro per chi dice di volerle migliorare,
serve l’ultimo metro per frenare la fretta,
serve l’ultimo metro per chi dice che il tempo è scaduto.
La verità è che serve a molti per rendere imperfetti
i meccanismi di potere, di controllo e di intervento.

Ignorando gli sforzi di studiosi, accademie e istituti scientifici,
calcoli e distanze, pendolo,velocità della luce e atomo di Kriton
che hanno determinato l’esatta misura del metro
i nostri politici usano inverosimili empirici linguaggi
elasticizzano e banalizzano l’ultimo metro,
aggiungendo danno al danno già a lungo provocato
senza vergogna, lungo questo esausto Paese.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)