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Racconti d’altri tempi

La tonaca
di don Raimondo

di Agnolo Camerte

Carlettooo! Carlettooo!...Eccomi Cesarino, ma che ti strilli, che vuoi? Dai vieni giù che ti devo dire una cosa……
Il solito Cesarino dei misteri pensai….Però deve essere una cosa interessante……Eccome se lo era! Tutto era molto interessante ed avventuroso per noi ragazzini, anche perchè di avventure interessanti o di nuovi giochi, giocattoli e via dicendo , ne avevamo pochi .
Scendendo le scale pensai che forse voleva costruire un altro vapore (carrettella) , poiché l’ultimo ieri lo avevamo sfasciato lungo la ripida discesa di Via Madonna delle carceri.
Era andata abbastanza bene….fortuna che eravamo andati a finire dentro lo stagno, in mezzo alle papere starnazzanti e dentro quella puzzolente melma del fondo. Sporchi fino all’inverosimile, vapore sfasciato, ma tutto sommato solo un po’ ammaccati……
Che vuoi, dimmi….Don Raimondo….Chi? Don Raimondo, chi è? Ma dai, quel prete giovane che ieri stava all’oratorio di San Venanzo a giocare a pallavolo con noi ragazzini….Quello che abbiamo aiutato a spianare, zappandolo, il terreno dietro la Basilica per farci un campetto…..
Ah ! Ho capito, forte Don Raimondo, proprio simpatico……. Che vuole?
Vuole organizzare per sabato prossimo una camminata a Montigno……..A Montigno? Così lontano?.......Si a Montigno….Ha detto che possono venire tutti purchè abbiano più di dieci anni; tu li hai fatti e se i tuoi ti mandano, devi venire con lo zaino, la borraccia per l’acqua, gli scarponi, e il pranzo al sacco…..Certo che possono venire solo i più forti perché la strada è tanta…..non so se tu ce la fai…… Ma certo! Ti credi tanto più grande……e più forte?...
Permesso accordato, partenza prima dell’alba (già questa novità era un’avventura..) sacco in spalla e bastoncino accuratamente preparato da giorni……. Partenza di fronte alla Basilica…..Alt!
Disse Don Raimondo…preghierina prima di partire……Eravamo una quindicina di ragazzini baldanzosi, pronti all’avventura… Don Raimondo in testa, incominciammo a camminare silenziosi ed assonnati; ma come il sole incominciò a rischiarare le valli, l’aria fresca del mattino, ci svegliò e così incominciammo a cantare le canzoni di montagna……

   

Più camminavamo e più sembrava allontanarsi quella montagna a forma di panettone cresciuto solo a sinistra…..con due sporgenze sulla scrimetta di destra che subito qualcuno disse che si chiamavano le poccette. Incominciarono le domande e Don Raimondo pazientemente, ci rispondeva….Perchè si chiama Mont’Igno….perchè si chiama Monte Lago……Perché si chiamano le poccette….. Quanto manca per arrivare sulla montagna…..? La montagna..che avventura ragazzi…altro che le Tour de France….scalare quella montagna è più faticoso….incominciò ad avvertirci Don Raimondo.
In effetti, lasciate le ultime case arrampicate sulle pendici del monte, ci trovammo di fronte ad una stradina ripida,molto ripida e piena di ghiaia franosa……Subito Cesarino, appassionato come pochi di ciclismo se ne uscì dicendo che quella salita era il nostro Galibier…anzi era più difficile della famosa salita del Galibier del Giro di Francia…….
Effettivamente era molto ripida e faticosa, faceva venire il fiatone…e fece cessare i cori. Bisognava risparmiare il fiato. Riuscimmo a risalire la china ed arrivammo ai primi trocchi…Ci fermammo per una sosta ristoratrice, una bevuta dalla borraccia ed un panino che svanì in quattro e quattrotto, come neve al sole…..Cesarino aveva un’uovo sodo da mangiare………Anche un po’ di sale per il pomodoro…Carletto una bella pagnottella scavata, con dentro una frittata e la cicoria….
Mangiare di lusso in montagna, o era la fame? Attenzione ragazzi , disse Don Raimondo…non bevete e non toccate l’acqua dei trocchi perché ci possono stare le mignatte…….
Camminammo ancora per un bel po’ ed infine arrivammo sul piano di Montelago……
Che bello, che spettacolo inaspettato quel pianoro erboso che sembrava ondeggiare sotto le folate di vento e le nuvole che correvano basse in cielo… Faceva un po’ caldo, dopo la salita anche Don Raimondo sembrava accaldato ; aveva sollevata la tonaca per camminare meglio e non sporcarla…
Ci dirigevamo verso una chiesetta, costruita sul pianoro, quando un’acquazzone improvviso, simile ad un diluvio, ci fece uscire dalla strada per infilarci dentro un campo di grano e accorciare così il percorso verso la vicina chiesetta ………Non l’avessimo mai fatto!....Un contadino, sbucato da non so dove, incominciò ad inseguirci imprecando e urlando a squarciagola ”delinquenti mi rovinate tutto il grano…..”Brandiva a due mani un forcone che metteva paura. Uscimmo in gran fretta dal campo e sulla strada , il contadino minaccioso, all’improvviso si fermò e si calmò.. Potenza della tonaca!...Don Raimondo aveva fatto scivolare giù la tonaca al che il povero forsennato armato di forcone, si bloccò dicendo “Ha! Ma sei un Prete! Sì e siamo pronti a pagarti il danno, ma sai piove, andiamo a ripararci, sono ragazzini, che vuoi sono scappati sotto la pioggia…..Ma la chiesetta è chiusa disse il contadino, quasi scusandosi, andiamo più là, all’osteria che è aperta…….Lì vicino c’era una casupola dove riparammo, mangiandoci le merende che avevamo negli zainetti. Ne offrimmo anche al contadino che, riposto il forcone, riparò anche lui mangiando con noi e bevendosi con il prete, un buon bicchiere di vino……Passato il temporale, riprendemmo la via di casa. La Città sembrava lontanissima; quanto sembrò lungo e faticoso il ritorno.!......Arrivammo che era notte, stanchissimi, ma contenti dell’avventura e della camminata. La paura messaci dal contadino e la stanchezza di quella camminata non la abbiamo più dimenticata . Non abbiamo più dimenticato neanche il nostro Don Raimondo …e la sua tonaca miracolosa …ma neanche la stanchezza di quella sera. Io salii a fatica le scale di casa mani e piedi! Non riuscii neanche a cenare, mi addormentai vestito!


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)