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Fotografia

Gran Palais - Parigi

Raymond Depardon

di Giada Gentili

Frame di film, un dipinto, un'immagine.

Alcuni scatti di Depardon hanno così tante cose da raccontare che hai la sensazione che, se li fissi a lungo, dopo ne arriveranno ancora a svelarti la fine della storia e altri sono tanto geometricamente precisi da ricordare dei quadri.

Raymond Depardon, fotografo, giornalista e regista francese annata '42, ha collaborato con l'organizzazione del Grand Palais per la sua mostra Un moment si doux (“Un momento così dolce”) per un'esposizione dei suoi scatti dagli esordi ad oggi.

La sua carriera è stata costellata di riconoscimenti sopratutto come documentarista.

   

Ha ottenuto il premio César per il miglior documentario, Reporters, nel 1981 e poi nel 1994 con Délits flagrants. In concorso anche a Cannes nel 1990 e a Berlino nel 2005.

Per consacrare però al meglio anche il suo ruolo di fotografo ed arricchire la mostra Depardon ha viaggiato negli ultimi anni per il mondo immortalando gli spazi, l'uomo, le città.

Fotografa Beirut nel 1978 in piena guerra civile e vi ritorna lo scorso Novembre.

Il vuoto delle città prima e il ritorno ad una qualche normalità nei nostri giorni.

La bambina vestita di un candido rosa nel grigiore di Glasgow che da un momento all'altro sembra possa iniziare a muoversi, aprire una porta immaginaria e portarci dal mago di Oz, anche se le sue scarpe sono grigie e non rosse.

Le camicie rosa di quattro giovani ragazzi che passeggiano tutti mano per mano.

E, parlando di rosa, spicca tra gli altri il magnifico foto-ritratto di Edith Piaf, con i capelli sempre ribelli e gli occhi ancora accesi di curiosità, truccata, in posa ed orgogliosa.

Ti guarda la bambina del Ciad, forse della stessa età della piccola inglese in rosa ma con una maturità tutta diversa. I suoi vestiti dai toni vivaci sono affievoliti da uno sguardo consapevole e troppo adulto.

   

Così è l'essere umano che Depardon vuole raccontare, nella sua patria con le sue sfumature.

Gli spazi sono catturati con la stessa maestria: la spiaggia della Normandia precisa e simmetrica e quella caotica del Brasile.

Tanti gli oggetti della nostra quotidianità, anche nel paese che può sembrarci più lontano come il Cile, un tavolo da cucina, una vaso di fiori, un piccolo quadro raffigurante “L'ultima cena”.

Poi in quasi ogni Paese, nazione, città, i cani abbandonati in strada sono onnipresenti nell'evocazione di una desolazione più all'interno delle case che li circondano che sul marciapiede dove loro si sdraiano.

Un giro del mondo in tre grandi sale, la mostra di Depardon sarà al Grand Palais fino al 10 febbraio.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)