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Alberi

Il Castagno

di Federica Fasciolo


   

Custodite in capienti bisacce, accompagnavano i romani nelle loro battaglie per la conquista delle terre oltre gli Appennini, oltre le Alpi. Cibo prezioso, le castagne, frutto di quell’albero considerato presso tutti i popoli come dono degli dei.

Il castagno adulto si presenta in grandi dimensioni, dal tronco partono subito rami portentosi che espandono le loro chiome in sferiche geometrie armoniose e le sue oblunghe e dentate foglie sembrano fare da corona al frutto….è vero una forma di difesa richiesta dalla gelosa pianta che lo racchiude in un involucro riccio e puntuto…ma che lascia dischiudere e cadere quando decide di offrire la castagna matura agli animali e all’uomo.

Con valori analoghi al frumento, le castagne sono un alimento ricco di amido e zuccheri, vitamine B e C accompagnate da moderate dosi di azoto, grassi e fosforo.

E che questo frutto sia considerato simbolo di previdenza nella tradizione popolare non è un mistero: per lunghissimo tempo – prima ancora che fosse introdotta la patata in Europa – la castagna è stata alla base alimentare di intere popolazioni montane e di molte contrade.

Scoppiettando nelle tipiche padelle bucate esposte ai carboni ardenti del camino le castagne hanno acceso gioiose fantasie nei bambini in trepidante attesa, mentre adulti e buongustai assaporavano corposi castagnacci infarciti di pinoli e uva passa…per non parlare dei golosissimi marron-glacés decorati di violette candite, molto più economici, saporiti e appaganti se fatti in casa che non acquistati in pasticceria dove sono venduti al costo di… un occhio della testa.

Ma torniamo a sua maestà l’albero, fino a qualche tempo fa si sapeva che a Sant’Alfio di Puglia viveva il castagno più vecchio e, con i suoi 52 metri di circonferenza, il più grande del mondo: ”castagno dei cento cavalli” soprannominato in virtù di un racconto nel quale si narra di una notte tempestosa di fine secolo Trecento che colse di sorpresa Giovanna II d’Angiò, regina di Napoli, che dovette rifugiarsi coi suoi cento cavalieri di scorta sotto l’accogliente e protettivo albero.

Vi si narra anche che il castagno fu testimone di una singolare tenzone amorosa…e che lo spettacolo gli piacque…ma non è il tempo e il luogo per divagare.

Mi piace ricordare, invece, che un altro castagno esemplare vive a Metaleto al centro della Foresta di Camaldoli in Toscana, uno dei tanti boschi che racchiude abbazie, eremi, operosi conventi promotori di spiritualità e antesignani nella cura e nella protezione degli alberi e dei boschi.

Molte sono le varietà di castagne oggi conosciute, tra esse spiccano i cosiddetti “marroni” grandi e polposi ma, ahinoi, caricati di altri impropri significati…spesso riconducibili ad allocuzioni tese a “cogliere in castagna” per poter poi dimostrare capacità nel “togliere castagne dal fuoco”.

      


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)