Editoriale
La Maschera
di Dante Fasciolo
Celare la propria identità per il tempo di uno scherzo!?
Forse sfuggire alla propria personalità !?
Per il bisogno di sentirsi eroe al pari dei fumetti!?
Per sovrapporre un effetto al proprio agire!?
Dimmi, perché ti mascheri?
Sei forse un masc: stregone longobardo?
Oppure un mascharat: arabo buffone?
Pregallico Baska, o evoluto fracassone francese rabacher?
Ti riconosco comunque,
dalle pitture rupestri del Paleolitico Superiore,
alle pratiche di magia omeopatiche, ai riti guerrieri, agli usi funerari,
e anche in Virgilio: gioiose e spensierate Georgiche in onore di Bacco.
Maschere sacre o profane vivono nella commedia dell’arte
che da Pompei al Teatro Romano Antico e a quello Greco
raffigurano tragicomiche vicende umane:
teatro osco, concezione antropologica per istruire e divertire raccontando.
Oggi mascherarsi è facile
Ognuno di noi veste l’immagine provvisoria che più aggrada.
Ma alcuni fanno della maschera il loro vanto,
il loro agire e il loro destino…
che lega ciascuno di noi, e permette loro di sciogliersi.
In questo ultimo mese di lunghissimi anni
si è discusso di legge elettorale
l’ennesima maschera con sembianze volenterose,
che pure nasconde calcoli, furbizie e menzogne
e trattiene ben stretti interessi e potere.
Il cammino della legge elettorale coincide con l’inizio del carnevale,
ma presto sarà quaresima, e le maschere cadranno.