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arte

Spazio Rocco Scotellaro, Vigevano (PV)

Silvia Battisti

Lettere dal fronte. L'artista si e' ispirata alle lettere
che il padre Egidio Battisti, morto nel corso della
Seconda guerra Mondiale, spediva dai Balcani alla famiglia.


      

“Lettere dal fronte” comprende 18 quadri della pittrice Silvia Battisti da Sovramonte, (Belluno) ispirati alle lettere che il padre Egidio Battisti, morto nel corso della II° guerra Mondiale, spediva dalla Balcania alla famiglia. L’iniziativa ha il patrocinio dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra e dell’Amministrazione comunale di Vigevano.

Scrive l’autrice: “Colpita dalla viva e umana scrittura di mio padre, che con semplicità e come se parlasse, esprimeva i suoi sentimenti di affetto, di amore, gli stati d’animo di solitudine e di silenzio nei luoghi di guerra, la speranza e la percezione del pericolo nell’uso o nell’assenza di parole, ho deciso di conservare ogni sua lettera alla memoria di quanti morirono a causa delle mire espansionistiche militari di governi con paranoica idea di potenza, di superiorità di razza, di sfruttamento, ma non solo, anche a coloro che oggi nell’alienazione del qualunquismo, della superficialità negano o falsificano la storia, ai giovani perché sappiano aprire armadi della verità sulle guerre e le loro stragi del Novecento”.

Le lettere non parlano della guerra, sono autocensurate, il mio intendimento è far intravvedere attraverso il montaggio di ritagli di notizie, di immagini da manifesti di propaganda, la guerra e il contrasto, lo stridore con le lettere dove la famiglia, il denaro inviato, la fotografia mai arrivata è oggetto di comunicazione. Il soldato è prigioniero del suo silenzio, della impossibilità di esprimere il tormento, la paura, il dubbio, la violenza, l’assurdità della guerra. Il soldato oggetto della guerra, il soldato oggetto della retorica tuttora. I vetri rotti che coprono le immagini e le lettere sono legati da fili di metallo, perché niente venga dimenticato. Con la trascrizione di alcune frasi ho dato valore a parole, gesti, cose semplici. Con una regressione voluta, cosciente ho tracciato segni e macchie come quando bambina scarabocchiavo le “sue” lettere. L’emozione è stata forte, ma è stata guidata per lasciare la traccia, perché anche altri la seguano per non dimenticare.

         


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Arte  

Sedi varie La Spezia

In mostra il patrimonio degli spezzini

intervista al curatore Andrea Marmori

di Elena Marchini

Il patrimonio degli spezzini, mostra curata da Eleonora Acerbi e Andrea Marmori, propone al pubblico in maniera organica il vasto ed eterogeneo patrimonio artistico della Fondazione e di Carispezia Gruppo Cariparma Crédit Agricole. Una selezione di una quarantina di opere, le più rilevanti di una collezione che annovera nel complesso circa 400 pezzi, conservati tra il palazzo della Fondazione, la sede centrale della Banca, le agenzie periferiche e Villa Marigola.

   

Come descriverebbe il patrimonio artistico delle due collezioni?

Un patrimonio interessante, composito, direi quasi rapsodico, episodico, che si è formato nel tempo seguendo l’entusiasmo, il gusto e le declinazioni estetiche dei direttori della Banca e della Fondazione. Chiaramente la banca ha una collezione più antica, che ha contribuito alla bellezza del patrimonio civico. Mentre la collezione della Fondazione è più esigua dal punto di vista numerico ma altrettanto importante da un punto di vista qualitativo. Certamente è una collezione, seppur attenta gli artisti del territorio, che si confronta anche con alcuni episodi culturali fondamentali, come il Premio del Golfo, che è stato un ottimo serbatoio per l’acquisto di opere d’arte. Importanza ha avuto inoltre il mercato antiquario. In virtù di momenti fortunati e di amministratori della Banca e della Fondazione che hanno avuto lungimiranza e critica, si è formata questa importante collezione.

Chi sono gli artisti in mostra? E quale criterio avete usato per scegliere i pezzi da proporre al pubblico?

Con Eleonora Acerbi, l’altra curatrice, abbiamo suddiviso il nostro intervento, occupandoci criticamente delle opere, che per motivi accademici, rientrassero nel nostro campo di indagine e di studio. Ciò significa che io mi sono occupato delle opere antiche, mentre Eleonora delle opere contemporanee. Il panorama delle opere antiche è ancor più episodico rispetto alla collezione contemporanea, ma con dei nuclei molto importanti, come il nucleo di Fiasella, e dei pittori del 600 genovese che gravitano intorno a lui, e Agostino Fossati e l’800, cioè la città e il territorio tradotto in immagini. In questo ambito ho selezionato i lavori che ritenevo fossero significativi, importanti e ben illustrativi della collezione.

   

Quali sono stati le prime impressioni di questa mostra?

Ho avuto molto affettuosamente tante risposte positive, tanti mi hanno confermato che si tratta di una bella mostra, e che la scelta delle opere è molto soddisfacente. Personalmente tengo particolarmente a questo lavoro, perché entusiasta come sono di carattere e entusiasta della mia città e di questo territorio, così poco considerati e forse anche poco amati dagli stessi spezzini, sono convinto che in realtà la nostra città e il nostro territorio offrano dei tesori, e abbiano potenzialità e sorprese fenomenali. Questa collezione è una di queste sorprese. Le opere esposte sono difficilmente accessibili e poco fruibili al pubblico, la mostra ritengo che sia un ottimo regalo per gli spezzini.

Personalmente quale opera ritiene che meriti particolare attenzione da parte del pubblico?

In realtà sono tante. Per quanto riguarda le opere antiche, credo che il primo dipinto esposto in mostra, Uguccione della Faggiola di Cristofano di Papi dell’Altissimo, è un dipinto che immette immediatamente al tardo Rinascimento fiorentino, ed è un’opera molto importante che immediatamente introduce alla collezione. E poi ci sono opere gustosissime, al di là dell’importanza storica artistica, per esempio il dipinto di Luigi Agretti, Lo sbarco di Caterina de’ Medici, illustra un episodio fondamentale del rinascimento spezzino, cioè l’arrivo nel 1533 di Caterina de Medici che parte da Spezia per raggiungere Marsiglia, da dove intraprenderà una nuova vita che la porterà ad essere regina di Francia.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)