Alberi
L’Alloro
di Federica Fasciolo
Fu così che camminando fra gli alberi, Apollo incontrò Dafne, ninfa dei boschi…e se ne innamorò perdutamente. Purtroppo il suo amore non era corrisposto e Dafne, pur di non cedere agli spasimi di Apollo, pregò la Grande Madre Terra di trasformarla in albero. Detto fatto…all’epoca le preghiere erano prontamente esaudite e i miracoli…che dire…immediati: Dafne divenne Alloro.
Nella trasformazione ad Apollo rimase in mano un ramoscello…profumatissimo…tanto che decise di farsene una corona …e non togliersi del tutto Dafne dalla testa. Di più volle che nei luoghi a lui cari crescessero in abbondanza allori.
Tanto amore varcò territori e costumi; per i romani “Dafne” divenne “Laurus” pianta dei poeti e degli eroi, di Febo-Apollo, signore delle muse, e di Diana dea della caccia.
D’alloro furono coronati i vincitori di gare sportive, i letterati e praticamente…per derivazione del termine, tutti i “laureati” di oggidì.
Più seriamente o scientificamente, l’alloro è una pianta caratteristica dei climi miti, non troppo asciutti, e può estendere le proprie dimensioni dal cespuglio ai 15 metri e più di altezza.
Dagli antichi era così apprezzato che Empedocle di Agrigento la chiamava “la suprema fra tutte le piante” poiché – si riteneva – che le sue odorose foglie purificassero l’aria, e ancora oggi l’olio essenziale di lauro viene usato in medicina e profumeria, mentre dai frutti freschi si ottiene una sostanza utile per la preparazione di saponi profumati e cosmetici.
Il tempo passa, e anche il mitico “Alloro” ha visto tramontare i propri “allori” : oggi, mentre la moglie sbircia in profumeria, il marito al banco delle spezie seleziona prosaicamente le foglie di alloro per le bistecche alla brace e i fegatelli.
Ben gli sta, questa decadenza, mormora qualcuno: quest’albero ha “dormito troppo sugli allori…”