Racconti d’altri tempi
Lu sergente
di Agnolo Camerte
Che nevicata fece quell’anno! Non si riusciva ad uscire di casa perché la tramontana aveva ammucchiato la neve sin sopra il portone d’ingresso…Faceva anche molto freddo; quella tramontana mista a neve, tagliava la faccia e le mani si sarebbero congelate rapidamente se la nonna non mi avesse fatto dei guanti sferruzzando velocemente con i suoi quattro aghi…..Tuttavia si doveva uscire da casa..il babbo doveva andare a lavorare ma noi ragazzi, con la scuola chiusa per la troppa neve, non vedevamo l’ora di uscire a divertirci in mezzo alla neve.
Quindi presa la pala, anche io incominciai a spalare la neve che era alta più del portone di casa. Per uscire passai dall’orto e così incominciai a togliere quei tre quatto metri di neve dall’uscio di casa. Ciao Carletto! Era Cesarino che dall’altra parte del mio passo aveva anche lui iniziato a spalare la neve….Non fare lo scemo Cesarino, non buttare la neve dalla mia parte, devo fare in fretta, mio padre deve uscire al lavoro!
Certo però con questo tempo! Ma che vuoi che sia! Dopo un po’ che cammini ti scaldi ed il freddo non lo senti più. Pensa un po’ a quello che ha fatto lu sergente, disse Cesarino…….Carletto incuriosito chiese chi fosse mai sto sergente. Risposta immediata di Cesarino. Possibile che non l’hai mai visto! Abita su vicino a piazza S.Domenico, l’ultimo vicoletto a destra in quelle casette medievali. Non ti puoi sbagliare, hanno una stalla, sopra la camera da letto con la botola che si apre per le necessità notturne, e di lato alla cameretta la cucinetta con il camino ed i fornelli. Di dietro un piccolo orticello, con lo spazio per tenere un maiale o le galline, che da verso l’orto delle monache di clausura…..Casette medievali, in un vicoletto coperto da pietre medievali e mattoni verticali addossati al muro delle casette……Possibile che non hai mai visto lu sergente, insisteva Cesarino, ansimando mentre spalava la neve…Dai! Porta sempre un cappellaccio verde in testa che ricorda quello degli Alpini, solo che è unto e bisunto, come il suo “faraiolo”, cioè il mantello, pure lui verdastro. Una giacchetta sdrucita, una camicia di flanella di colore indefinito, tra il marrone ed il nero dello sporco….d’inverno porta anche un maglione di lana di pecora che lo fa sembrare tale….La chicca però sono le fasce che ancora si avvolge dai polpacci alle caviglie, sopra un paio di scarponi stranissimi, che ho scoperto essere di legno, chiodati sotto con la pelle inchiodata ed incollata attorno alla base di legno.
Dicono che lu sergente sia tornato dalla Russia a piedi!....Non so quanti anni ha impiegato, ma caparbiamente vivendo di espedienti è tornato al suo paese. Pur vivendo di stenti non si lamenta mai. In questi giorni per sua fortuna non c’è; infatti ogni tanto lo incaricano di portare a Roma tre o quattro manzi…Lui si prepara, prende la sua bisaccia, la frusta e le corde e passando per gli antichi tratturi di montagna, porta a Roma le bestie…….Pensa che fatica! Eppure pare che lui non si lamenti; suo destino è stato quello di dover camminare, e lui tranquillo camminava. All’osteria raccontò che passa per andare a Roma verso Sassoferrato, (l’antica Sentinum), perché da li partono itinerari antichi, lungo i quali ogni venti kilometri si trovano rifugi, abbeveratoi, chiese erette dai crociati...
Va bene Cesarino, insomma lu sergente ha campato la sua grama vita, senza mai lamentarsi…..Non è come noi che al confronto pretendiamo la luna per ogni minima cosa che facciamo. Eppure è lampante, chiarissimo che la sorte è stata con noi molto generosa. Io domani vado a sciare, mi hanno comperato un paio di scarponi da neve, fatti su misura! Devo solo ingrassarli con il grasso di foca per renderli impermeabili. Ora però il passo è fatto; vado a chiedere a mamma di prepararmi due fette di pane con il ciabuscolo chè mi è venuta una fame...
E così fu, anche l’indomani quando tornai affamato dalla sciata e tutto bagnato come un pulcino.
I piedi però con gli scarponi nuovi erano asciutti, come la testa.. Si sa che per star bene in mezzo alla neve bisogna avere piedi asciutti e testa calda……Come si fa a non vedere quanto sono stato più fortunato de lu sergente? Nel nostro mondo consumistico tuttavia varrà ancora il detto “chi si accontenta gode”?