Fotografia
La Pelanda – Macro - Roma
Le Vie del Sacro
viaggio fotografico di Kazuyoshi Nomachi
attraverso la spiritualità di cinque continenti
di Giada Gentili
È in corso presso “La Pelanda” del Macro Testaccio, Roma, la mostra del grande fotografo Kazuyoshi Nomachi, intitolata “Le vie del sacro”. La mostra resterà aperta fino al 4 maggio.
Tutto un programma, in questo deserto umano, civile, etico, politico. Perché, per citare Saul Bellow, “il sistema esige la mediocrità, non la grandezza”.
E dunque questo viaggio terreno/terrestre attraverso la spiritualità dei cinque continenti, può essere un’esperienza visiva-emozionale per quegli spettatori che hanno la sensazione che ogni mattina che si alzano, hanno la sensazione di essere convocati sull’orlo delle tenebre. Difficile trovare la sacralità quando il mondo è impazzito, occorre lavoro, pazienza, fiducia. Quella, appunto di Nomachi.
“Quali sono i suoi soggetti preferiti?”
“Le persone. Mi piacerebbe continuare a ritrarre persone in preghiera. Le scene di preghiera o pellegrinaggio sono straordinarie per osservare le persone che, nell’atto di confrontarsi a mente sgombra con qualcosa di tanto elevato, si guardano dentro.” (da un’intervista di Marina Conti)
Un ragazzo attraversa una valle di dune, cammellieri in carovane, berberi al pascolo, bambine e spose tuareg, una nomade in cerca di sterco di cammello da usare come combustibile, lottatori di etnia Nuba, pellegrini etiopi, sacerdoti indù, monaci tibetani in preghiera, mendicanti e pellegrini peruviani, giovani Dinka, ragazzi Nuer, accampamenti di allevatori, anziani a dorso d’asino e poi paesaggi, incisioni, greggi, gesti rituali ormai completamente rimossi dalla nostra pseudo-sacralità…tutto un mondo lontano anni luce dai nostri condomini, banche, centri commerciali, chiese vuote, un mondo, il nostro, dove gli affari, i conti in banca sono diventati un “sistema di addestramento per l’anima” (ancora Bellow, leggere per favore “Il pianeta di mr. Sammler”.Grazie).
Vediamo un gruppo di pellegrini, detti Ukuku, che si arrampica fino ad una croce eretta su un ghiacciaio a un’altitudine di 5000 metri sulle Ande. Vediamo un altro gruppo di pellegrini camminare intorno al Monte Kailash (Tibet). Alcuni riescono a percorrere in un solo giorno i 52 chilometri del sentiero. Vediamo nomadi tuareg che si riparano dai freddi venti dell’inverno nel deserto algerino, circondati dal gregge. Vediamo il volto di una donna peruviana che per la prima volta si accosta ad una statua di Gesù. È profondamente commossa.
Usciamo. Vediamo il traffico impazzito del sabato pomeriggio, le doppie file, le persone attaccate al cellulare, i rumori, i volti…questi volti tutti uguali, rigati dal benessere e dallo smog: il mondo occidentale, un parco delle rimembranze, un cimitero-carosello.