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Fotografia

Fotoreportage di Marcello Carrozzo

Il respiro dell’utopia

Raccontare storie con le immagini è da sempre stato l’impegno di Marcello Carrozzo, giornalista, fotoreporter professionale. Ormai non si contano più i suoi viaggi negli angoli più nascosti dei cinque continenti, ove, armato di un cuore impaziente, di acuta umana sensibilità e della sua inseparabile laica, riesce a cogliere aspetti originalissimi, ancorchè privi di sensionalismo, capaci di accompagnarci con rispetto all’interno di realtà, difficili, incomprensibilmente ancora possibili e presenti, tuttavia sentiti nell’inconscio di ciascuno di noi per lontana eco di una mortificazione che l’indifferenza dei più rende ovattata, soporifera proponendo in primis i problemi che i nostri paesi cosiddetti sviluppati propongono ogni giorno.



Il Respiro dell’utopia
Storie oltre i binari
di Marcello carrozzo
Sui cinque reportage citati è stato realizzato un poderoso volume cm. 25 x 27 con oltre 100 grandi foto bianco/nero editing Rosita Detomaso, prefazione del giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Angelo Sconosciuto.

Marcello Carrozzo
Giornalista fotoreporter dalle aree critiche del mondo ha al suo attivo reportage da: Siria, Libano, Giordania, Striscia di Gaza, Thailandia, Iran, Vietnam, India, Kenya, Congo, Mongolia, Uruguay, Argentina…E’ autore di numerose pubblicazione tra le quali “…e se qualcosa cambia fatecelo sapere” premiato nel 2006 alla Camera dei Deputati come migliore Progetto di Fotografia Sociale; 2011 - Camera dei Deputati “Premio Nazionale per l’Ambiente ‘Gianfranco Merli’”; 2012 Premio- concorso Puglia per il reportage: “ Mongolia, ultimo inverno: il dramma di una migrazione”.

Di questa indifferenza si scrolla Carrozzo e ammannisce sotto i nostri occhi la rappresentazione di una “materia viva” di una espansa fetta di umanità che non si può ignorare, né più tollerare.

Un grande affresco umano, dunque, sottolineato dal giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Angelo Sconociuto, quando, presentando il reportage scrive: Marcello Carrozzo ha assunto il ruolo di raccogliere vita per raccontarla, forte anche – crediamo – di un’osservazione recente di Benedetto XVI che gli vale da metodo: “la Società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli” (Caritas in veritate 19). Marcello Carrozzo dunque, con le sue fotografie considera come unitaria l’intera umana avventura e restituisce con la sua arte e il suo occhio acuto quel senso di infinito, che accomuna, nel respiro, tutti gli uomini”.

Oltre le parole, siano ora alcune immagini a raccontarci cinque storie, accompagnate da opportune didascalie per meglio coglierne il molto che c’è oltre lo scatto meccanico della fotocamera.

   


Pamoja Tunaweza, insieme possiamo
Korogocho, Nairobi, Kenia

Non offrono privilegi, né fanno sconti,
le calde ore del giorno, né le gelide della notte:
scorrono indifferenti e sorde
e trascinano via il difficile respiro dell’esistenza umana.

Siamo a Corogocho in Congo, emblema di quell’Africa profonda
che ancora una volta infiamma il cuore di Marcello Carrozzo
e si offre nuda e impotente alla guerra della misericordia
dove sentimento e pietà incrociano impari armi
con lo sfruttamento e l’ingiustizia.

Le immagini sono specchio di mitezza
ma è assordante l’urlo, per chi vuole sentire.
Urla la disperazione che scava tra i rifiuti un’ impossibile cibo;
urla la rassegnazione degli anziani macerati dal rancore;
urla il dolore delle madri piegate da fatica e tristezza;
urla il cuore dei bambini
unico, ultimo rifugio di speranza:
tra dimore di contorte lamiere e strade di fango
qualche quaderno e una improvvisata lavagna
testimoniano il sogno…

   


Una ciotola, due metri di catema un lucchetto.
Storia di Chanty
Poto Poto,Brazzaville, Repubblica del Congo

Il viaggio ora batte piste aride di pietà,
e i racconti hanno nomi e connotati.
Amare vicende tra conflitti e politica
travolgono intere famiglie
e Chanty segue il pellegrinaggio della sua
tra Africa ed Europa senza una meta possibile.
E’ colta, la ragazza, e non si da per vinta.
Torna, infine, nella sua Poto Poto per ricominciare…
ma la città la spinge ai margini, oltre la ferrovia,
dove lo slum prende la forma dell’incubo.
E’ bella Chanty, ma si lascia andare:
abusi continui soddisfano con scherno i giovani
e un bimbo indesiderato spinge alla follia.
Pericolosa per se e per gli altri: una catena e un lucchetto
chiudono lo spazio vitale concesso lontano dagli abusi.
Così vive le ore dei suoi giorni, Chanty ,
senza più memoria senza più volere,
vittima di una società priva di fraternità.

   


Rosita, Nunca Mas
Lomas de Zamora, temperley, Argentina

Rosita ora dipinge, scolpisce, scrive;
un sottile velo di serenità avvolge il suo cuore
che ha dovuto resistere a lungo al dolore e alla crudeltà.
Piena di vita, lavora presso una ricca famiglia,
ma chi più ha …più vuole:
ogni notte deve subire le angherie del giovane padrone,
difficile sottrarsi…anche alla maternità.
Ma i ricchi pretendono sempre più del lecito;
smorzare lo scandalo dell’intemperante papà,
sottrarre il bambino alla madre,
neutralizzare ogni richiesta….è pazza!!

Storia non nuova, in quell’Argentina
del tempo delle oscure infamie.
Rosita paga la sua giovinezza un caro prezzo,
decine di anni in manicomio…non certo vivibile;
ma non è questo che la opprime,
il disagio, le lacrime possono essere esorcizzati col tango,
alla festa, indossando l’abito bello…
è’ la negazione di un diritto, essere madre,
educatrice del proprio bambino,
essere riconosciuta tale…conoscere il figlio,
e non subire l’umiliazione inflitta senza perchè
secondo una logica di potere
ove la forza impunita piega sempre la ragione.

   




Emozioni di colore
Incorniciarte, Verona
Mostra fotografica Emozioni di colore. La magia della natura e dei suoi colori vista da Mara Balabio, Cristina Berini, Maria Fabbri, Maria Rosa Motta, Maria Rocca, Luca Romanella, Daniela Simeoni. "...Dove la poesia dello sguardo si fonde con la poesia dell'anima. La passione fotografica fa sperimentare il piacere di 'vedere' la natura e tutto cio' che ci circonda con uno sguardo diverso, piu' attento, quasi magico..." Ospite della mostra Andrei Alupoaie, Ceramic artist.

Iqbal, il poeta lebbroso
“non sarò più che polvere,
ma farò crescere l’erba e sbocciare il fiore”
Swarga Dwar, Munbai, India

Iqbal, lebbroso di Swarga Dwar, in India, non ha gambe,
ma la sua poesia lo fa viaggiare lontano;
ha mani callose abnormi e piaghe putride,
ma il suo cuore respira profumo di vita;
al disordine del suo piccolo studio
contrappone la lucidità del pensiero.

In molti lo evitano e lui se ne sta in disparte
per non turbarli, per non essere turbato…
Eppure non lontano da qui, passò un giorno un uomo,
Raoul Follereau, per spingerlo a lottare…
inseguire il sogno mai troppo grande:
fare della sua vita un’opera d’amore…
per ricordargli che “io non ti ho mai disprezzato”.

   


Deserto del Gobi, ultimo inverno.
Il dramma di una migrazione

Il vento soffia gelido in Mongolia,
e manca acqua ristoratrice per l’uomo e per la terra.
Arido e vasto il paesaggio,
contrappeso al caos della moltitudine delle città;
una tenda: grattacielo dell’immenso orizzonte,
dimensione umana sperduta
in cerca di una verità da riconquistare.
Il deserto del Gobi come il deserto della preghiera?
Un orizzonte irraggiungibile, un‘impercettibile silenzio,
una luce, laggiù, risplende… solo utopia?
“ …mi avvicino di due passi, lei sia allontana di due passi,
faccio dieci passi e l’orizzonte di allontana di dieci passi,
per quanto possa camminare, non la raggiungerò mai…
a cosa serve l’utopia…?
Ecco, serve a questo: spingerti a camminare”

E camminare è l’imperativo di Marcello Carrozzo,
camminare ancora, con le gambe, col pensiero, con il cuore
lungo i sentieri, questi si infiniti, della vicenda umana.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)