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Teatro

Fondazione del Teatro Stabile di Torino
Piccolo Eliseo – Roma

Quartett

di Heiner Müller da Le relazioni pericolose di Laclos
nuova versione italiana Agnese Grieco e Valter Malosti

di Giada Gentili


   

La Fondazione del Teatro stabile di Torino mette in scena al Piccolo Eliseo Patroni Griffi dal 18 febbraio al 2 marzo 2014 Quarttet di Heiner Müller da Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos, nella nuova versione italiana di Agnese Grieco e Valter Malosti.

Quartett
Fondazione del Teatro
Stabile di Torino

con Laura Marinoni (Merteuil)
e Valter Malosti (Valmont)
regia Valter Malosti
dramaturg Agnese Grieco
scene Nicolas Bovey
suono e live electronics
G.u.p. Alcaro
luci Francesco Dell’Elba
costumi Gianluca Falaschi
assistente regia Elena Serra

Spettacolo adatto
ad un pubblico adulto

Lo spettacolo sarà interpretato da Laura Marinoni (nel ruolo di Merteuil) e Valter Malosti (nel ruolo di Valmont), per la regia dello stesso Malosti.

Quartett, scritto da Heiner Müller nel 1982, condensa e incendia la materia de Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos, oggetto delle fortunate trasposizioni cinematografiche di Milos Forman e di Stephen Frears.

«Tutti - scrive Mario Martone - ricordano John Malkovich e Glenn Close nelle Relazioni pericolose di Stephen Frears, ma il romanzo di Choderlos de Laclos ha generato più di una messa in scena tra cinema e teatro, e su tutte si impone la straordinaria rielaborazione di Heiner Müller dal titolo Quartett. Müller è stato probabilmente il più importante autore teatrale tedesco dopo Brecht e si potrebbe dire che la sua drammaturgia sia all’origine di gran parte del teatro che si scrive ai giorni nostri, in ogni parte del mondo. Proprio il punto di contatto tra la drammaturgia radicale di Müller e un tema popolare come quello delle Relazioni pericolose (quanto mai vivo oggi, in tempi di grande rimessa in discussione delle questioni maschili/femminili e di manipolazioni continue dei rapporti umani) ci ha spinto a portare in scena un testo come Quartett; ma per farlo ci voleva la possibilità di schierare due artisti del calibro di Valter Malosti e Laura Marinoni, che vedremo alle prese con dei personaggi particolarmente affascinanti per le loro corde d’attori. Malosti aveva cominciato giovanissimo il suo percorso di regista proprio con Quartett: oggi riaffronta il testo nel pieno di una maturità che va affermandosi di anno in anno nell’alveo del nostro Stabile e di cui non possiamo che essere orgogliosi».

   

Per aprirci la strada allo spettacolo, ci affidiamo alla parola del regista che a sua volta traccia un itinerario del lavor teatrale sulla scorta della parola dell’autore : «Il romanzo - scrive Valter Malosti - narra le avventure di due nobili e crudeli libertini, il visconte Valmont e la marchesa di Merteuil, ed è considerato uno dei capolavori della letteratura francese, anche se Müller precisa, non sappiamo quanto snobisticamente, che non ha mai letto il romanzo dall’inizio alla fine. La sua versione è sicuramente più brutale, atrocemente spudorata e piena di humor nero, scritta in prosa ma con una lingua dall’andamento fortemente poetico e di magmatica fisicità. Dichiara l’autore a proposito del suo testo: “L’arte affonda le sue radici nel sangue, e necessita di queste radici. L’adesione all’orrore, al terrore fa parte della descrizione dell’orrore e del terrore. È il caso de Le relazioni pericolose. Laclos si è sempre dichiarato un moralista intento a descrivere gli abissi dell’immoralità al fine di mettere l’umanità in guardia.

Teatro Vascello – Roma
Moliére imaginaire
riscrittura scenica di 
Teresa Ludovico
musiche Nino Rota
(fino al 23 febbraio)
Solo una malattia immaginaria può proteggere dalla disperazione di vivere. Tra Molière e Argante c'è una relazione misteriosa e profonda, non è la malattia il loro punto di incontro ma la comune vocazione immaginaria, la loro separazione dalla realtà. Avendo Nino Rota composto Le Molière imaginaire si è "immaginato" che i due artisti si incontrino e dialoghino; tre secoli li separano ma l'arte non conosce tempo e spazio. Un Molière anche per raccontare l'artista Molière, la vita di chi professa la fede del teatro.

L’atteggiamento moralistico è solo la posa di un autore fortemente interessato alle tenebre dell’anima. Il problema principale nella riscrittura di Quartett era come ideare una drammaturgia a partire da un romanzo epistolare. Alla fine la soluzione è venuta recitando: due personaggi ne interpretano quattro...”. Le due belve libertine si scambiano i ruoli e impersonano a turno le loro vittime in una dimensione di spazio/tempo che si allarga dal salotto prima della rivoluzione francese ad un bunker dopo la “terza guerra mondiale”. La Storia è lì fuori dalla porta. L’autore stesso si rispecchia nei due caratteri, si sdoppia godendo la teatralità degli scambi di ruolo. In Quartett il gioco sadomasochista della coppia apre a scenari ben più terribili e metafisici. Si va incontro alla morte con una risata beffarda che risuona nel vuoto del “Teatro d’arte delle Bestie”».

   

Dopo il successo ottenuto al Teatro Garigliano di Torino, al Piccolo di Milano, il lavoro di Muller approda ora a Roma, per proseguire successivamente la propria tournée secondo il questo calendario: 5 - 6 marzo a Ginevra, Théâtre du Galpon - 10 - 11 marzo a Lugano, Teatro della Cittadella - 13 - 16 marzo a Prato Teatro Metastasio - 18 - 19 marzo a Correggio, Teatro Asioli - 20 - 21 marzo a Modena, Teatro Storchi - 24 - 25 marzo a Monaco di Baviera, Residenztheater (Marstall) - 27 marzo a Cremona, Teatro Ponchielli - 28 marzo a Lecco, Teatro della Società.

uffstampa@teatroeliseo.it
galliano@teatrostabiletorino.it


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)