f

Piccoli Grandi Musei Italiani

“una cosa bella è una gioia per sempre” John Keats
Amalfi

Museo della carta

di Alessandro Gentili

La "Fondazione Museo della Carta" si è sempre occupata di diffondere, divulgare e documentare ciò che riguarda l'arte
della lavorazione della carta a mano di Amalfi.
Tutto questo è possibile grazie all'opera del suo fondatore Nicola Milano


   



Nicola Milano fu Filippo, a ragione può considerarsi il veterano dei cartari d’Amalfi. Ha lavorato in cartiera fin dall’età di 13 anni da, quando cioè, nel 1917. Si deve moltissimo alla sua passione e ai suoi sacrifici se, dopo la guerra è riuscito nell’ impresa di portare avanti, e con successo, le tre cartiere di famiglia. Cartiere che ha dovuto successivamente chiudere perchè era impossibile continuare a sostenere gli onerosi costi derivanti principalmente dal trasporto per mancanza di strada di collegamento. L’ultima fu chiusa nel 1969 e venne donata alla nascente Fondazione da lui stesso fortemente auspicata e voluta nel novembre 1971, che avrebbe dovuto gestire la grande idea: il “Museo della Carta”.Idea che attraverso non pochi problemi e vicissitudini è arrivata oggi ad essere una concreta e interessante realtà mirata alla conservazione del patrimonio storico e alla ripresa di antiche arti come quella del fabbricare carta a mano.

La scoperta della carta segnò una delle più fulgide pietre miliari nella storia della civiltà umana; questa scoperta è universalmente attribuita ad un ministro cinese di nome Ts’ai Lun, nel 105 dopo Cristo. Si narra che Ts’ai Lun si trovava sulle rive di uno stagno accanto ad una lavandaia che stava sciacquando nell’acqua alcuni panni piuttosto logori. I panni, mal soffrendo l’azione di strofinio e di sbattitura, si sfilacciavano e le fibrelle galleggianti sull’acqua andavano a riunirsi in una piccola insenatura ai piedi di Ts’ai Lun. Sul pelo dell’acqua si formò dopo qualche tempo, un velo di fibrelle ben feltrate che Ts’ai Lun osservò, raccolse con delicatezza e pose a seccare sull'erba. Il foglio secco e avente una certa consistenza, bianco, morbido, diede a Ts’ai Lun la grande idea, quel foglio poteva ricevere la scrittura.

   

Il cammino che l’arte di fabbricare la carta compì dal luogo di origine attraverso il mondo, fu relativamente veloce. Mentre verso oriente attraverso la Corea giunse in Giappone nel VI secolo dopo Cristo, verso occidente giunse in Arabia e si affacciò al Mediterraneo.La nuova arte per le sue peculiari qualità ebbe successo e nel volgere di poco tempo sostituì la lavorazione del papiro. La materia originariamente utilizzata per la produzione della carta cioè il gelso, fu sostituita dal bambù con opportuni trattamenti. Furono  poi adoperati il lino, la canapa, i cenci. Ciascun cartaio aveva i suoi procedimenti, le sue formule, i suoi segreti. Ma non solo il cartaio coadiuvato generalmente dal suo nucleo familiare era l’artefice di questa lavorazione; anche il letterato, lo scrittore, il copista, e il pubblico scrivano si fabbricavano da sé la carta, tanto era divulgato il procedimento e semplici gli arnesi per la realizzazione. In pratica infatti il procedimento era rimasto tale e quale i Cinesi l’avevano tramandato. Spetta alle popolazioni italiane il merito di aver compiuto i primi passi verso una produzione per così dire più industriale. Molte operazioni puramente manuali furono meccanizzate, sia pure con i mezzi rudimentali allora conosciuti, a vantaggio della produzione e dei costi.

Tra i primi centri dove si scoprì nel XII e XIII secolo l’esistenza della carta -se si vogliono dare per scontate le notizie contenute negli atti notarili che parlano dell’esistenza di prodotti cartacei, pur non specificando se questi venivano importati da altri posti e commerciati nelle sopra menzionate località - vi furono i territori delle Repubbliche Marinare; Amalfi, Pisa, Genova e Venezia che avevano fondachi sia in Siria, sia sulle coste della Palestina, ove erano appunto situati i maggiori centri per la produzione di carta.

Queste Repubbliche, inoltre, intrattenevano intensi rapporti commerciali con l’oriente e avrebbero potuto imparare dagli orientali l’arte di fabbricare carta senza troppe difficoltà, oppure non è da escludere che a bordo delle “galee”, che in epoca medievale facevano la spola tra le nostre coste e la Terra Santa per trasportare crociati e mercanzie, si siano imbarcati “Magistri in arte cartarum” i quali come mano d’opera specializzata abbiano introdotto tale tipo di lavorazione. Amalfi la più antica delle repubbliche marinare già nel IX secolo aveva propri fondachi sia a Palermo che a Messina e a Siracusa, ove l’amalfitania è ancora oggi presente nella toponomastica locale.

Il Museo della Carta si trova ad Amalfi ove è possibile assistere alla realizzazione di fogli in carta amano e vedere gli antichi mulini ad acqua funzionanti di nuovo con la potenza del torrente canneto.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)