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Cinema

Sala Alda Merini - Spazio Oberdan

Anteprime a Milano
dal River to River

I luoghi oscuri di Roman Polanski
Giardino delle delizie di Lech Majewski

di Federica Fasciolo

Intensa la programmazione cinematografica dello Spazio Oberdan di Milano, con proiezioni di grande interesse sotto il profilo della qualità filmica e dei contenuti.

C’è da rilevare in primo luogo l’inizio di una collaborazione tra la Fondazione Cineteca Italiana e il Festival del Cinema Indiano di Firenze “River to River” che inizia con la proiezione in anteprima a Milano – dal 14 al 16 febbraio - di tre film e un corto già premiati alla 13. edizione del Festival.

Da sempre il “River to River” propone il meglio della più recente cinematografia indiana di qualità, come dimostra la selezione qui proposta, decisa con la direttrice della manifestazione Selvaggia Velo e che permetterà anche al pubblico milanese di scoprire opere di grande valore, inedite e altrimenti destinate a rimanere invisibili nel ristretto mercato italiano della distribuzione.

Per completare la panoramica è stato inserito in programma Lunchbox, il film indiano dell'anno presentato durante la Settimana della Critica a Cannes. L'opera prima di Ritesh Batra racconta una storia d'amore "epistolare" nella Mumbai di oggi, un delizioso film che deve la sua energia al carisma di Khan ('Vita di Pi', 'The Millionaire').

Ad aprire la “puntata” milanese di River to River, l’ironica e coinvolgente storia sulle vicissitudini di un ex falegname che si trova a giocare una partita a scacchi con la Morte, The Coffin Maker, votato come lungometraggio preferito dal pubblico del Festival fiorentino. Nella seconda giornata, il suggestivo cortometraggio Tamaash sulle avventure del piccolo Kashmiro Anzar e l’interessante documentario No problem! Six months with barefoot grandmamas sul progetto di introduzione dell’energia solare in aree rurali nel Sud del pianeta promosso dal Barefoot College nel Rajasthan che permette alle donne analfabete provenienti da tutto il mondo di imparare a portare l’elettricità nei loro villaggi.

A conclusione della tre giorni di cinema indiano, il bellissimo lungometraggio Lessons in Forgetting, ispirato all’omonimo libro di Anita Nair e vincitore del 60° National Film Award del cinema indiano come Miglior film in lingua inglese, incentrato sulle giovani indiane che lottano per difendere i propri diritti e la propria emancipazione.

Opportuno sintetizzare le trame dei film:

The Coffin Maker Regia Veena Bakshi.
Anton Gomes vive con la moglie e il figlio in un piccolo villaggio di Goa. Angosciato e oppresso dalla sua vita, svolge la professione di falegname. La crisi economica però lo porterà a cambiare lavoro e a diventare un costruttore di bare. Un giorno però, succederà qualche cosa di incredibile che darà una svolta alla sua monotona esistenza. La Morte, infatti, mascherata sotto fattezze umane arriva a insegnare ad Anton la lezione più preziosa sulla vita! The Coffin Maker è un film commovente, con momenti emozionanti e coinvolgenti, impreziositi da un sottile umorismo.
Lungometraggio vincitore del premio del pubblico 2013.

   


Tamaash-The Puppet Regia Satyanshu Singh.
Disprezzato dal padre per il suo scarso rendimento scolastico, Anzar viene costantemente messo a confronto con gli altri compagni di scuola. Con forza e determinazione vorrebbe raggiungere il risultato dell’amico Sadat. Casualmente, si imbatte in una figura misteriosa che lo aiuterà a raggiungere il suo scopo. Questo incontro però condurrà Anzar e il suo fratellino a conseguenze gravi e inaspettate.
Cortometraggio vincitore del premio del pubblico 2013.

No problem! Six months with the barefoot grandmamas Regia Yasmin Kidwai
Lo straordinario successo di un progetto di cooperazione che coinvolge due aree del sud del pianeta. Dal 2008 ad oggi oltre 150 donne provenienti da zone rurali dell'Africa sono diventate ingegneri solari studiando al Barefoot College in Rajasthan e, una volta rientrate a casa, hanno portato l'energia elettrica in circa 10.000 case in 118 villaggi.
Documentario vincitore del premio del pubblico 2013.

   


Lessons in Forgetting Regia Unni Vijayan
Tratta dal romanzo omonimo di Anita Nair, questa è una storia avvincente di redenzione e di perdono che scalda il cuore facendoci comprendere l'importanza di una seconda occasione. Il protagonista è un padre single, JA Krishnamurthy o JAK, che cerca disperatamente di capire che cosa sia accaduto alla figlia adolescente. Ad aiutare JAK nella sua impresa sarà Meera, una madre single. Il film tocca tematiche molto profonde e sensibili come la discriminazione e la violenza, attraverso lo sguardo maschile nei confronti dell'altro sesso.
Lungometraggio vincitore del Piaggio Foundation Award 2013.

Lunchbox Regia Ritesh Batra
Mumbai. Una consegna sbagliata nell'efficientissimo sistema di smistamento dei”'portapranzo” (i famosi "Mumbai Dabbawallahs", uomini che corrono da una parte all'altra con i loro risciò pieni di contenitori colorati), mette in contatto la giovane casalinga Ila - madre di una bambina e moglie di un uomo che non la desidera più -, con Saajan, solitario e attempato funzionario di un ministero, in cerca di una seconda opportunità. Da lì, un biglietto tira l'altro, mentre ricette sempre più gustose solleticano il palato e i pensieri amorosi iniziano a prendere forma.

Da segnalare infine l’Esibizione della compagnia di danza Rajput Maharani venerdi 14 sera dopo la proiezione del film d’apertura della Rassegna.

   


Senza un attimo di respire la Fondazione Cineteca Italiana alle proiezioni del cinema indiano fa seguire una rassegna - fino al 22 febbraio – dedicate a “Roman Polanski o dei luoghi oscuri”, una selezione di tre film del regista polacco che testimoniamo la sua grandezza nell'esplorare i meandri più sotterranei e minacciosi dell'animo umano.

In programma il recentissimo Venere in pelliccia, in concorso all'ultimo Festival di Cannes e interpretato dalla straordinaria Emmanuelle Seigner, moglie del regista, donna dal fascino misterioso e inquietante. La pellicola si interroga sul gioco della seduzione evidenziandone luci e ombre, messe a nudo anche dal rapporto tra cinema e teatro, naturale sfondo del film.

In un piccolo teatro parigino, dopo una giornata di provini alle attrici per la pièce che sta per mettere in scena, Thomas si lamenta al telefono per lo scarso rendimento delle candidate. Mentre si prepara a uscire, si presenta, in ritardo, Vanda. La donna incarna tutto ciò che Thomas odia: è volgare, impertinente, e non si ferma davanti a nulla pur di ottenere l’audizione. Il regista decide di darle una chanche e, con sommo stupore, assiste alla sua metamorfosi. Vanda non solo conosce la parte alla perfezione ma mostra di aver compreso perfettamente il personaggio e di essere un’attrice di grande personalità. Al punto che Thomas, sempre più attratto da lei, finirà per esserne completamente soggiogato.

   


Sempre con la bellissima Emmanuelle, in calendario anche Luna di fiele, ambientato in una nave da crociera che diventa la proiezione fisica delle nevrosi, delle paure, della follia dei personaggi: Nigel e Fiona, marito e moglie, sono due giovani inglesi della buona borghesia che partono per una crociera sul Mediterraneo. A bordo della nave stringono amicizia con una coppia: lui è uno scrittore americano di poco successo costretto sulla sedia a rotelle, lei una francese bella e ambigua, entrambi hanno accese fantasie sessuali sadomaso nelle quali ben presto coinvolgeranno i due inglesi.

Infine L'inquilino del terzo piano, dove è lo stesso Polanski a mettersi in scena in una sorta di confessione per interposto personaggio delle sue più ricorrenti ossessioni. Un impiegato polacco, da poco naturalizzato francese, prende in affitto un appartamento in una vecchia casa di Parigi. L’inquilina precedente si è suicidata buttandosi dalla finestra. L’uomo, poco a poco, ne assume l’identità fino a ripetere la tragica fine.

Un’ultima chicca: The Garden of Earthly Delights, film del regista Lech Majewski, lo stesso che ha firmato il recente e sorprendente I colori della passione.

Con questo film, girato a Venezia e vincitore del Gran Premio della Giuria al Roma International Film Festival, Majewski, uno dei più geniali artisti dell'audiovisivo contemporaneo, ha realizzato un affresco che si interroga sui rapporti fra arte e amore, erotismo e morte, creatività e vita. Il tutto ruotando intorno al dipinto più surreale ed enigmatico di Hieronymus Bosch, appunto il “Giardino delle delizie” del titolo che, attraverso pittoriche visioni diventa il punto di forza di cui il regista evoca i dettagli più surreali e misteriosi.

   


The Garden of Earthly Delights è la storia di una vita votata all'arte, e di un amore offerto a quella vita con struggente passione, con un inarrestabile tormento interiore, fino alla consapevolezza della verità: Lei è una storica dell'arte esperta dei quadri di Hieronymus Bosch, lui, un ingegnere navale: I due s'incontrano a Londra e s'innamorano, ma quando Claudia scopre di essere gravemente malata, i due decidono di trasferirsi a Venezia, dove la donna potrà trascorrere gli ultimi momenti della sua vita. Durante questo soggiorno, la passione di Claudia per il pittore fiammingo si concentra sulla sua opera più surreale ed enigmatica, quel “Giardino delle Delizie” dove tutto è concesso e che si trasforma per lei in una ossessione che la porterà a ricreare e rivivere di persona le innumerevoli situazioni raffigurate nel dipinto


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)