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Il suono-strumenti

Il Violino

di Giada Gentili

Della famiglia degli archi, dotato di quattro corde intonate ad intervalli di quinta. Il più noto violinista è stato Niccolò Paganini (1782-1840).


      

Le fonti più antiche riguardanti il violino ci permettono di far risalire la sua nascita all'inizio del XVI secolo. I primi esemplari (i cosiddetti protoviolini) erano probabilmente soltanto un'evoluzione di strumenti ad arco preesistenti. Erano costruiti in "famiglie" comprendenti 3 taglie diverse di strumenti, approssimativamente corrispondenti alle tessiture di soprano, contralto o tenore, e basso.

All'inizio della sua storia, durante la seconda metà del XVI secolo, il violino era utilizzato non come strumento indipendente, ma come componente della famiglia delle viole da braccio, nella quale ricopriva il posto della voce di soprano, analogamente a quanto accadeva con altri tipi di strumenti: flauti dolci, viole da gamba, bombarde, tromboni, cornetti, cromorni. Perciò, le prime composizioni destinate al violino appartengono a quell'ampio repertorio strumentale polifonico del '500 che veniva eseguito indistintamente da un qualsiasi tipo di famiglia di strumenti: fantasie, suites di danze, trascrizioni di brani vocali.

Una delle primissime forme che si stacca dalla pratica polifonica e delinea il violino in funzione solistica è la pratica dell'improvvisazione (diminuzione) su madrigali o altri brani vocali, che fiorisce soprattutto nel finire del secolo XVI e nell'inizio del XVII, ad opera dei primi virtuosi di tutti i vari tipi di strumenti: cornettisti, flautisti diritti e traversi, violinisti, violisti da gamba, tastieristi, liutisti, arpisti. Il resto è storia.

La totalità della virtù che si richiede ad un violinista non è diversa da quella del pianista. Cavaliere del suono, il violinista, tra improvvisazioni e duelli con il pentagramma già scritto, apre le danze, accompagna la sinfonia, transita tra momenti liturgici e demoniaci arpeggi, ricomponendo la vastità del suono tra bellezza e paura, un potere non diverso da quello di Mephisto a cui, non a caso, è dedicato un valzer.

   

Nel film "Un cuore in inverno" di Claude Sautet, la protagonista suona un violino che fa da contrappasso alla sua vita privata tra due liutai. Il liutaio sceglierà il lavoro e lei tornerà alla solitaria vita dei concerti (seppure con l'altro, che non ama).

Supremo incantatore, il violinista racconta meravigliosamente il palpito di questo arcaico suono, stridente, come un graffio d'unghie sulla lavagna. Lì si cela il suo segreto: suono che decide e recide.La musica non aiuta a vivere se non in virtù della pura bellezza. Il suo universo si esprime in quella rottura del silenzio, nel peso delle note, nell'estrema proposta che compositore ed esecutore (in virtù del loro rapporto) riescono a trasmettere al fruitore: tertium datur.

      


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)