f



Parchi e Oasi dello Spirito

Valnerina - Umbria

Abbazia di S.Pietro
in Valle

di Dante Fasciolo


Giunti in cima al monte Solenne, improvvisamente l’orizzonte si allarga su di una distesa di monti e valli e l’occhio non sa dove posarsi. Sui contrafforti che chiudono tra alte muraglie il fiume Nera, quelli che sembravano solitari pensii e aspre valli disabitate, ammantate di boschi, lasciano invece scorgere, dall’alto, una fitta trama di borghi arroccati, torri, chiese e castelli. Non c’è probabilmente altro luogo nell’Appennino – ce lo ricorda Andrea Antinori nel sui “I sentieri del silenzio” – dove un ambiente naturale di grande pregio coesista con un insediamento umano così denso e ricco di storia come nella valnerina.

Situato a pochi chilometri da Ferentillo c’è l’Abbazia benedettinadi S. Pietro in Valle una dei più antichi complessi monastici dell’Italia Centrale. Edificato su di un pianoro ai piedi del monte Solenne, immerso in un lussureggiante verde composto di dense leccete, la sua architettura racconta una storia millenaria. Nasce e si sviluppa nel ferreo periodo delle invasioni barbariche e fu testimone privilegiata dell’evolversi della società e delle istituzioni medievali, alla pari con altre grandi abbazie come Farfa e S.Eutizio di Norcia.

Dopo aver fronteggiato gli assalti saraceni subi rifacimenti tra il X e XII secolo e nel 1016 fu ampliata e ricostruita nelle attuali forme romaniche.

Nel 1234 l’Abazzia di ferentillo fu aggregata spiritualmente a quella cistercense di Fiastra, nella valle del Chienti, anch’essa fondata dal Duca di Spoleto Guarniero II. Nel 1300 papa Bonifacio VIII.

Per porre rimedio al degrado spirituale e amministrativo che si era andato manifestando nel monastero, lo sottopose alla giurisdizione del Capito di San Giovanni in Laterano, che durà fino al XVIII secolo, quando se ne impossesò il Comune di Spoleto, per poi essere definitivamente venduto a privati nel secolo XIX.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)