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Arte

Galleria Edieuropa Qui Arte Contemporanea – Roma

Immagini del colore

Accardi – Hafit - Turcato
Inaugurazione martedì 8 aprile

Il 12 aprile del 1967, con la mostra “Immagini del colore, Accardi, Hafif, Turcato“, curata da Marisa Volpi, si inaugurava a Roma la prima sede della Galleria, a Via del Corso 525.



Mario Mattei
Arianna Sartori Arte and
Object Design, Mantova
dal 5 al 17 aprile
L'arte della Quarta Dimensione. Il suo pensiero espressivo gli consente di percepire, vivere e mettere su tela l'universo della materialita' della vita quotidiana. Le sue Opere ci consentono di ritrovare in ogni forma di vita le nostre emozioni, le nostre idee ed i nostri sogni soffocati nell'anima da una vita quotidiana che ci rende distratti e spesso aridi nell'anima e nel pensiero. Ritrovarsi nella perfezione cosmica, annegare in un mare di emozioni, esplorare, conoscere e riflettere sono quanto di più grande le opere di Mattei possano donarci laddove dove tutto è relativo e concreto nel contempo.
(Patrizia Antonacci, Art Director)

Nata inizialmente come sede della rivista QUI arte contemporanea, pensata e voluta da Capogrossi, Colla, Leoncillo, Fontana Pasmore e Sadun, era diventata un luogo d’incontri, dibattiti, conferenze, sui vari temi dell’arte contemporanea d’avanguardia.

Erano gli anni dell’esplosione del colore, in America, in Inghilterra, in Francia, la televisione a colori era la grande rivoluzione. Ci si aspettava un mondo pieno di progressi sociali, un futuro brillante.

   

Oggi, proseguendo il lavoro di recupero della memoria, si ripropongono tre grandi artisti che hanno sempre accompagnato in questi anni la Galleria, con un ricordo speciale per Carla Accardi, sperando di colorare un pò questo oscuro presente. Nella mostra sono presenti circa trenta opere tra tele, sicofoil e disegni, principalmente degli anni sessanta e settanta, oltre a qualche opera più recente , per offrire un panorama più ampio che arriva fino ai giorni nostri.

Amici nella vita, Carla Accardi e Giulio Turcato diedero vita al gruppo a Forma 1 e con Marcia Hafif, che in quegli anni viveva a Roma, partecipavano attivamente alla vita culturale della città. Di lei nel 1997 scrisse una bellissima presentazione Carla Accardi alla sua personale in galleria: “con lei ho trovato subito delle particolari affinità……., ricordo i grandi quadri con le nuvole e il fascino dei monocromi lavorati anch’essi su grandi dimensioni”.

   

E Marisa Volpi così presentò la selezione della mostra del 1967: “Il colore, come la struttura, è essenzialmente per l’artista un modo di appropriarsi dello spazio, e quindi della realtà essi hanno il potere di scoprirci attraverso le infinite combinazioni di tali elementi, uniti qualche volta alla forza di materiali nuovi, le infinite possibilità fantastiche che il nostro occhio, la nostra percezione, possono captare quando sono liberati da attese abitudinarie e conformistiche.

Da una parte abbiamo il lievitare delle forme dai contrasti del colore, l’espandersi della luce in una apparente fermezza delle strutture, nella pittura di Marcia Hafif, forme che malgrado il loro nitido disegno e la loro mancanza di «materia», hanno un profondo appeal per l’inconscia propensione a spalancare l’occhio in settori di vuota luminosità e di silenzio.

Dall’altra abbiamo il vitalissimo segno di Carla Accardi elemento primo, insieme, della sua sfrenata fantasia e della sua rigorosa strutturazione: la «capanna» in particolare è un modo per avvertirci che l’occhio può trascinare con sé tutti i sensi, verso una fluida e costante curiosità di vivere.

Infine Turcato con le sue plastiche spugnose continua l’operazione demistificatrice ed ironica di un lirismo e di una passione ideale cui lo trascinano la sua vigile consapevolezza culturale e la sua straordinaria vitalità artistica.

I tre pittori hanno in comune il gusto di «giocare», di infrangere ogni mitomania, di darci piacere.

Con queste attitudini si inseriscono in una situazione internazionale che va da Londra a New York (in cui sono rimaste parzialmente coinvolte anche Parigi e la Germania qualche anno fa).

Una situazione che tende a riscoprire la qualità emotiva delle forme, dei ritmi, dei colori assolutamente liberi e dinamici nell’agire sulla nostra percezione e sulla nostra immaginazione.

Una presentazione che valse allora ad adentificare tre grandi artisti, e che ancora oggi ci accompagna per meglio conoscere e penetrare le loro opere.

   

edieuropa@tiscali.it; edieuropa@libero.it


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