Fotografia
Nuovo Polo Tecnologico – Trieste
Armando Casalino
Donna 2014
un collage di situazioni, emozioni, stati d'animo, immaginazione, mito e cultura; un progetto che vuole parlare di donne nella storia e nelle leggende, fino a giungere a come essa è vista nei giorni nostri
Resterà visitabile fino al 30 settembre a Trieste la mostra di Armando Casalino: “Donna 2014”.
Il mito narra della donna come capro espiatorio, con "Medusa", o come causa di mali che colpiscono il mondo, con "Pandora", come portatrice di peccato, "Eris", o come coloro le quali creano il rimorso negli uomini, "Le Erinni"; ancora come colei che pronuncia gli oracoli per gli dei, dando voce al destino, "La Pizia", oracolo di Delfi, ma anche come genitrice, madre e sovrana, "Era" o Hera, sorella e moglie di Zeus, o come detentrice di dolcezza ed amore, com’era "Saffo".
Così la donna veniva vista allora e tuttora in alcuni contesti culturali arcaici ed ignoranti, nel senso propriamente etimologico del termine. La donna come oggetto, oggetto da possedere che trova un suo ruolo solo nel contesto chiuso della realtà familiare, venendo così privata di un ruolo sociale rilevante: da questo concetto nascono alcune opere, quali "Burqua-Burka" ed "Infibulazione", denuncia delle mutilazioni genitali femminili.
Tuttavia la violenza non si ferma qui – afferma Armando Casalino - è violenza anche quella psicologica, ancor più diffusa nei paesi cosiddetti industrializzati e/o civilizzati: questa "Violenza" sminuisce e tende a negare la possibilità di essere una Persona.
Volutamente in contrasto a questa dimensione l’opera "Maternità" esalta l’immagine dell’essere Persona e Donna al massimo livello, e l’opera di protesta "Femen" dà voce all’inizio della protesta femminista ad opera delle Suffragette, nei primi anni del ‘900. In particolare quest’ultima opera fa parte di un progetto sviluppato nel febbraio 2013 con il gruppo "Femen Italia", che ha riscontrato un notevole eco sulla stampa nazionale ed internazionale.
Da qui il passo è d'obbligo: le ultime opere rappresentano ed esaltano la donna come Persona, individualità unica, una donna che si ama, una donna che vuole essere donna a tutti gli effetti, con il suo fascino, la sua sensualità, la sua bellezza.
Ho volutamente rappresentato la dolcezza, l'intrigo e la complicità che può nascondere uno sguardo, e così una sorta di moderna "Medusa" che si ribella al suo destino di gorgone dagli occhi che pietrificano gli uomini, diventando una donna che, cosciente del proprio fascino, ammalia per conquistare.