Arte
Fondazione Marconi, Milano
Enrico Bay
Presi gusto a quei motivi decorativi, all’arabesco, al ghirigoro, alla linea curva e contorta e al segno che avvolge e s’ingarbuglia, per svolgersi ancora, quando si dipana (E:B)
Segni e disegni. La Fondazione intende ricordare l'artista con una mostra di suoi disegni - tra i quali figurano alcuni inediti - ed esponendo un repertorio pressoche' unico per approfondire la conoscenza di Enrico Baj al di la' della sua opera 'maggiore'. La mostra proseguira' allo Studio Marconi '65 con l'esposizione di grafiche e disegni.
Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Enrico Baj.
Le sue opere sono presenti in molte prestigiose sedi espositive.
Una selezione di Dame è ospitata fino al 24 novembre 2013 alla Biennale di Venezia, nel Palazzo Enciclopedico, nell’ambito di una mostra ideata da Cindy Sherman.
Al museo CAMeC di La Spezia fino al 6 ottobre è in corso la mostra Ububaj con i teli di Ubu re.
La Fondazione Pomodoro fino al 20 dicembre ospiterà invece la rassegna dedicata all’artista e al suo ruolo da protagonista nel dibattito artistico negli anni Cinquanta e Sessanta dal titolo Enrico Baj. Bambini, ultracorpi & altre storie.
La scomparsa di Enrico Baj, protagonista dell’arte italiana della seconda metà del Novecento, ha lasciato un incolmabile vuoto nel panorama artistico contemporaneo.
Il suo prolifico e multiforme percorso artistico è stato più volte indagato e approfondito nei suoi molteplici aspetti e periodi, tutti raccolti sotto il comune denominatore dell’ironia dissacratoria e del continuo rinnovarsi dell’espressività. Da un lato, il filone ludico e gioioso rappresentato dagli “specchi”, i “mobili”, i “meccani”, i “generali”, le “dame”, le “modificazioni”, i “d’après”; dall’altro la paura del nucleare con le prime figurazioni degli anni Cinquanta e l’impegno civile contro ogni tipo di violenza e aggressività sfociato in grandi opere come I funerali dell’anarchico Pinelli (1972), Nixon Parade (1972) e l’Apocalisse (1979).
Sin dagli anni Sessanta, periodo cui risale l’amicizia tra Giorgio Marconi e l’artista milanese, prima lo Studio Marconi, poi la Fondazione Marconi hanno organizzato numerose esposizioni incentrate sull’opera di Baj, basti citare quelle degli ultimi anni dedicate alle Dame e Generali (2008), ai Mobili animati (2009) e alle Plastiche (2010).
In questa occasione, la Fondazione Marconi intende ricordarlo con una mostra di suoi disegni – tra i quali figurano alcuni inediti – ed esponendo un repertorio pressoché unico e diverso dagli altri per approfondire la conoscenza di Enrico Baj al di là della sua opera “maggiore”.
Verrà presentata al pubblico una selezione di 24 bozzetti realizzati su carta da ricalco; alcuni sono studi preparatori di opere importanti, altri semplici “appunti” in forma di disegno che l’artista tracciava rapidamente sulla carta, quasi di getto, traducendo in forme e personaggi i suoi pensieri. Questi studi preparatori, alcuni dei quali daranno vita a opere importanti, raffigurano stelle, ghirigori, volti stilizzati, forme “nucleari”, personaggi mostruosi, moltitudini di facce e corpi aggrovigliati.
Oltre a questa raccolta sono esposti tre teli: Famiglia Baj (1980), un grandissimo disegno eseguito a carboncino, Studio per Apocalisse (1978) e Ubu (1983), realizzati con dripping di vernice nera su tela.
Ubu è un evidente riferimento all’aspetto teatrale dell'opera di Baj e al suo legame con il Surrealismo di cui è anticipatore Alfred Jarry con il suo Ubu re. Per la messa in scena di quest’opera da parte di Massimo Schuster nel 1984, rappresentata per oltre dieci anni in tutto il mondo, Baj aveva realizzato una cinquantina di marionette in meccano (alcune delle quali sono esposte nella mostra del museo CAMeC di La Spezia). Studio per Apocalisse fa parte di un grande ciclo pittorico, un work in progress iniziato verso la fine degli anni Settanta che durerà fino al 1982. Infine, il Grande attrattore del 1990, un combinatoire composto di 27 pannelli, ideato e progettato nell’arco di sei mesi, è una delle tante opere dedicate alla folla, ed è stato realizzato con un collage di specchi e con l'impiego di acrilici e carboncini. Non mancheranno documenti e cataloghi che attestano la vasta e articolata opera di Baj e la proiezione di alcuni filmati inediti con spezzoni della vita privata e professionale di Enrico Baj.
info: cristina.pariset@libero.it