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Cultura e societÀ

Lampedusa: politica e demagogia

di Gian Carlo Salvoldi

Davanti alla tragedia di centinaia di persone annegate a Lampedusa papa Francesco, interpretando il dolore di tutti noi, ha detto che è una vergogna.

E ha ragione. Ma i mass media ci hanno sparato in faccia la notizia in modo da farci capire che siamo tutti noi a doverci vergognare dell'accaduto, e io non ci sto, come non ci stanno in tanti. Gli italiani sono un popolo che accoglie e che ha grande capacità di integrazione: è proprio ingiusto continuare ad insinuare che è razzista e chiuso. Certamente c'è chi si deve vergognare, e bisogna individuarlo bene, senza diluire tutto in un pastone indistinto dove non si dice quali sono le responsabilità evidenti che invece vengono spalmate indistintamente su tutti.

È demagogia pura, tanto più insopportabile dalle testate che oggi si mettono in cattedra ad accusare dopo che hanno passato sotto silenzio la mostruosità del 3 ottobre 2005, quando la Spagna ha fatto una strage di clandestini: strage in senso proprio, come a Marzabotto. È un fatto ben noto a chi per mestiere legge tutte le agenzie di stampa, ma che agli italiani è stato negato di conoscere, in libertà di stampa. Il 99% degli italiani ignora che in quell'ottobre nella città di Ceuta è stato schierato l'esercito e il governo di Zapatero ha dato l'ordine di sparare sui clandestini: proprio lo Zapatero socialista idolatrato in Europa per i diritti civili.

Ma di una strage vera, scatenata con le armi da fuoco della guardia "civil" di un governo di sinistra, è politicamente corretto tacere.

 E si usa adesso il termine di strage per la  tragedia di Lampedusa che non è certo imputabile al governo Letta, costretto a chiedere scusa.

E cos'è la delicatezza che si usa nei confronti degli arabi mercanti di uomini chiamati pudicamente scafisti invece che più propriamente schiavisti? Si calca la mano pesantemente contro un Italia che dovrebbe sempre fare meglio e fare di più, e nulla si dice sulla catena di complicità terribili ed estese, a livello culturale e politico, che nei Paesi arabi fanno riemergere la secolare cultura schiavista: il politicamente corretto chiede anche questo.

Perchè non vi siano equivoci mi corre l'obbligo di dire che io e mio fratello prete abbiamo dato alloggio ad una famiglia di marocchini.

Quindi posso permettermi di dire che mi fa nausea la gara alla demagogia e alla menzogna che sta dilagando nei mass media, questa sì una vera speculazione.

Come al solito è stato trasformato tutto in calcoli di meschina bottega politica. Che poi sia impossibile dare accoglienza a centinaia di esseri umani che arrivano ogni giorno, questo sembra non interessare a nessuno. Il presidente della regione Sicilia propone di mandare navi a caricare i disperati e di concedere l'asilo politico: ma non può sottacere che l'asilo politico implica l'obbligo, sacrosantamente, di dare all'asilante un lavoro, una casa, scuola, assistenza sanitaria, e tutto il resto.

Io ho visto a Crotone il centro per immigrati dove stanno cinquemila persone: non esiste niente di tutto ciò. E allora parliamo solo da isterici, da demagoghi, ed inganniamo sia gli asilanti che gli italiani. Troppi intellettuali non capiscono che una cultura ideologizzata e l'informazione ingannevole sull'immigrazione ha già portato l'Olanda, un tempo sempre portata come modello di progresso e libertà, a spostarsi tutta a destra: e in molti Paesi sta succedendo la stessa cosa. Ma la causa non sono quegli  stessi cittadini che pure prima votavano a sinistra, ma proprio le politiche di integrazione utopistiche e regolarmente fallite. Lo spazio non mi permette di spiegarlo, ma sono convinto che sull'accoglienza bisogna passare dal livello della politica al livello della pedagogia: sennò si fa solo danno.


 

Ave Maria dei Naufraghi

di Anna Manna

L’arsura cocente della speranza
trascina fino a Te la mia preghiera

Ave Maria, Madre del mare
prendi tu la mia catena
cambiala in vela
fammi navigare
fino a sfiorare i cieli

Stammi vicina col Tuo cuore
azzera le distanze degli oceani
e spacca i muri che ci allontanano

Tu che fosti casa e culla di Dio
Sacro passaggio dal divino alla carne
fammi nascere adesso all’amore del mondo

Ave Maria, Madre degli oceani
racchiudi in ogni piccola carezza
la potenza delle maree
resta a vegliare questa nuova vita
che ogni giorno cerco
arrancando nel buio

Tu che sei intarsio divino
su roccia intiepidita dal dolore
diventa casa di tutti in mezzo al mare

Accogli i disperati sul tuo scoglio

Ululano le tempeste
scardinano gli equilibri dell’anima
l’angoscia avanza tra i flutti
che offuscano il domani

Ave Maria
Madre e Regina del mare
primo sguardo avvinghiato
ai sussurri dell’acqua
salvaci
siamo dispersi tra le onde

Legaci con l’amore gli uni agli altri
Placa le bufere infernali
placa le differenze
dentro i cuori
mostraci il Tuo sorriso santo
fino alla tenerezza
…fino al perdono

Rendici il dono
della comprensione!


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)