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Fotografia

Palazzo Braschi - Roma

Robert Capa in Italia 1943-1944

Robert Capa (1913-1954), testimone d’eccezione durante la seconda guerra mondiale, ci racconta, a settant’anni esatti dallo sbarco degli Alleati in Italia, una realtà difficile, di gente che soffre a causa della guerra. Una poderosa mostra a cura di Beatrix Lengyel è allestita a Palazzo Braschi a Roma, aperta fino al 6 gennaio 2014.

Ungherese ed ebreo di nascita (il suo vero nome era Endre Ernö Friedmann), esiliato dall’Ungheria nel 1931, iniziò la sua attività di fotografo a Berlino, diventando famoso per i suoi scatti durante la guerra civile spagnola del 1936-1939. Ha vissuto la sua breve vita in modo passionale e avventuroso, non arretrando mai davanti al pericolo, sempre presente nelle zone calde del mondo. Seguendo e documentando i maggiori conflitti mondiali: la guerra civile spagnola, il conflitto sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana del ’48 e la prima guerra d’Indocina dove trovò la morte nel 1954, a soli quarantuno anni, saltando su una mina anti-uomo.

“Robert Capa in Italia 1943-1944” presenta una selezione di 79 fotografie scattate in Italia. Uno spaccato dell’Italia del dopoguerra. Fotografie scattate tra le macerie. Ritratti in bianco e nero di gente comune che cammina per strada o quelli per sempre impressi nella nostra memoria collettiva delle truppe alleate che vengono accolte dalla folla che  acclama. Un prete che parla su un marciapiede attorniato da ragazzi che lo ascoltano. Una coppia che cammina stringendo tra le mani un pane: indossano il vestito buono della domenica e hanno appena ritirato la loro razione di pane. Siamo a Cefalù il 26 luglio 1943, e la città è stata liberata. Scene di un’Italia che ricorda i film neorealisti.

   

Molte delle didascalie della mostra sono passaggi presi dall’autobiografia di Robert Capa, pubblicata per la prima volta nel 1947 ed intitolata Leggermente fuori fuoco che narra in uno stile talvolta scherzoso e ironico le sue avventure in viaggio, gli incontri, l'atmosfera di quegli anni cruciali: l'Europa, l'Africa, la campagna d'Italia, lo sbarco in Normandia, la liberazione della Francia. La prefazione è di Andrea Camilleri che ricorda il suo strano incontro con quel fotografo americano che gli disse di chiamarsi Robert Capa e che conobbe tanti anni fa ad Agrigento, vicino al tempio della Concordia, durante una sparatoria aerea tra un aereo tedesco e uno americano.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)