Editoriale
21 novembre festa degli alberi
La quercia, simbolo d’Italia
di Dante Fasciolo
Hai un nome che indica possanza, forza e vigore, generosità.
Ti vanti della tua chioma, rigogliosamente verde,
e mostri le tue foglie lobate ed ondulate,
gelose nel custodire la ghianda, frutto oblungo, prima che cada in terra.
Le tue robuste radici spingono nel profondo argilloso o sabbioso,
in cerca di sali minerali per nutrirti a dovere,
e in cerca d’acqua per smorzare l’arsura quando il sole picchia d’estate.
E se è vero che adori il caldo, anche afoso,
e pur vero che non ti lasci intimidire dal gelo dell’inverno.
Vivi a volte isolata, e spicchi in cima a dune di sogno,
ma ami anche essere in compagnia nei boschi:
querceti di antica storia come “La Mesola” bagnata dal Po;
o della “Fontana” in piena padania; o del silenzioso “Ticino”.
Trovi comodo ogni dove, in pianura e in collina, dal mare ai monti,
e hai spinto le tue dimore dal Mediterraneo al Caucaso
fraternizzando con tante specie dell’universo vegetale,
a cui fai da padre o fratello maggiore con severità:
austera effigie, scultura naturale protettrice.
Tra le tue foglie, sicuri nidi di uccelli sono riparati;
lungo i tuoi rami, miriadi di piccoli insetti trovano rifugio;
e dai spazio ai giochi di ragazzi acrobati che scalano la tua cima.
Sotto la tua ombra, consuma il suo desco l’umile contadino;
mentre giovani coppie nascondono effusioni d’amore.
Maturo e consapevole offri il tuo robusto legno all’uomo:
in tempo memorabile hai permesso navi forti e durevoli;
hai piegato le tue toghe per botti di prezioso vino;
hai custodito pane e formaggio nelle “mattere” contadine,
e hai preso raffinate sembianze in mobili di pregio,
infine hai ceduto al fuoco per scaldare mani tese al camino.
Le tue ghiande hanno nutrito a lungo animali,
e apparecchiato ottime bevande caffeinizzanti per l’uomo;
cotte alla brace e macinate hanno lenito ferite,
con esse, la medicina dei nonni ha guarito tosse,
e insieme a foglie e corteccia, preparato decotti miracolosi.
Anche gli Dei ti hanno reso l’omaggio che meriti:
Zeus ha scelto un querceto per sposare Era
e ti ha elevato a simbolo insieme all’aquila e al fulmine.
Sei stata quercia tagliata da Atena per la prua della nave Argo,
e il Campidoglio di Roma ha scelto di erigersi sul querceto amico.
Perfino Robin Hood, ti ha amato e presso di te dimorato.
Oggi, pochi fanno attenzione alla tua presenza, ma tu ci sei:
intorno a noi, più viva che mai, albero simbolo d’Italia.