Cultura e societÀ
Piccoli Grandi Musei italiani
Ignorati o Sconosciuti
Visitati per voi da Alessandro Gentili
Roma è una città refrattaria a pubblicizzare le sue bellezze e il carattere dei suoi cittadini fa onore a questa aurea regola. Nomen Omen, come si suol dire. Nel suo nome, la città racchiude la sua storia, il suo fascino e il desiderio di vederla.
Capita dunque di imbattersi in preziose nicchie, schiacciate da maestosi monumenti o più celebri ricchezze.
Così a Santa Croce in Gerusalemme, il pellegrino, il turista e perfino il romano di quattro generazioni può agevolmente non accorgersi che sulla piazza è relegato, ma non tanto, il Museo degli Strumenti Musicali, che farebbe gola ad una qualunque cittadina del nostro bel paese.
Il Museo ha sede nell’ex caserma Principe di Piemonte ed ospita una ricca raccolta di strumenti musicali dall’epoca antica fino al ‘700.
Diciotto sale pregevolmente disposte in cui si respira un’aria d’altri tempi (un po’ alla Barry Lyndon-il film di Kubrick, per intenderci) dove manca di vedere solo personaggi dell’epoca aggirarsi tra le sale, a capannelli o solitari, fermarsi a gustare e commentare singoli strumenti, come faceva appunto il signor Radmond Barry nel film citato mentre commentava una pinacoteca.
La pubblicità ci convince che questo Museo è il più pregevole d’Europa. Non si fatica a crederlo. I reperti esposti sono più di mille, di varia provenienza ed ogni sala ha una propria peculiarità: strumenti archeologici, popolari, il pianoforte, musica “in cammino”, militare, da chiesa, in casa...
Le poche, ahimè, persone che lo visitano aiutano però alla degustazione di questa passeggiata.
Una sforbiciata fuori dal caos e dal deja vù: occorre solo prendersi del tempo, non avere fretta e lasciarsi trasportare nel piccolo viaggio.
Non è necessario essere musicisti o appassionati né tanto meno esperti. Occorre essere, sì, esperti di sé stessi e del proprio tempo così fuggevolmente e incautamente consumato in frenetiche e disperate corse.
Il Museo degli Strumenti Musicali può riservare più d’una sorpresa.