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Pasqua 2013

letter@perta

al noce di Croce

Venuto dal lontano oriente
o già “Albero della Vita” previsto per la Croce,
per lunghi anni hai eretto il tuo fusto dritto,
grigio-verdastro in giovane età
e grigio-scuro quando con gli anni
hai espanso la tua chioma arborea,
e milioni di foglie composte e ovoidali
hanno protetto a migliaia mallo e drupe
per un gheriglio vigoroso ed édule.

Eri potente noce, ma colpi mortali ti hanno privato della vita
e reso il tuo tronco esausto legno da ardere o usare.
Fu provvidenziale trasformarti in patibolo, quel giorno
in cui una ingiusta, infame condanna fu consumata.

Eri pesante sulle spalle del Gesù di Nazareth, e assuefatto
alle grida dei più crudeli inneggianti “a morte il giudeo”;
e senza pietà hai contribuito alle cadute e al dolore
di credenti e pie donne, alimentando pianto di Madre.
Non sapevi, non potevi sapere.
Ma qualcosa cominciasti a vedere:
il “gregge” dei credenti, i lineamenti contratti degli Apostoli,
l’Ombra della Veronica, la pietà di Simone il Cireneo.
E cominciasti a capire che lungo le vie verso il Calvario
si trascinavano, col condannato, tutti i peccati del mondo…

Stauròs frastornato, sentisti legare su di te un corpo fremente,
e una targa incisa: “Ecco il Re dei Giudei”, metonimico scherno,
monito per quanti avevano “creduto” alla messianica liberazione.
Colpi secchi di martello sovrastarono pianto e grida;
il robusto chiodo trafisse le carni e penetrò con forza le tue fibre.

Ora, senti insinuarsi nei tuoi tessuti, lentamente,
un calore mai avvertito, una sensazione mai provata, un brivido!
Come flebo, il lungo chiodo stilla linfa vitale:
il sangue della vita... e il tuo tronco muove a nuova volontà,
e sei felice della tua sorte: essere segno di scandalo e contraddizione,
aver assunto su di te sofferenza e perdono, dolore e liberazione,
morte e redenzione... speranza!

Ora hai compreso che non morirai mai,
e che una missione ti attende:
testimoniare quell’orrendo e infame segno di Umiliazione e di Morte,
trasformato nel più nobile segno di Vittoria e di Vita.

Dante Fasciolo


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)