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Dove vivono gli altri

Argentina:
paesaggi delle Ande

di Eva Mari

La recente nomina dell’argentino Papa Francesco
offre l’occasione per gettare uno sguardo su un travagliato paese

L'argentina, nel 1914, era uno dei paesi più prosperi del mondo, con un reddito pro capite equipollente a quello della Germania e della Svizzera. Ciò fu all'origine dell' afflusso di emigranti dall''Europa, di cui due milioni e mezzo provenienti dall'Italia e due milioni dalla Spagna. Gli usi, i costumi, le tradizioni italiane tuttora si avvertono a distanza di 100 anni, e questo rende l'Argentina ancor più accogliente.

La prima immagine che viene in mente pensando all’Argentina é quella di due ballerini avvinghiati in un tango travolgente o quella di un gaucho solitario a cavallo nella pampa di cui non si vede la fine: questa nazione é vasta otto volte l'Italia e di spazi sconfinati ve ne sono tanti.

   

Prendiamo solo ad esempio le estreme regioni del nord-ovest: il Norte, al confine con Cile e Bolivia, è vasto quanto l’Italia, dove l’altitudine spazia dai 300 metri della pianura ai 3-4 mila della Puna, il grande altopiano ai piedi della Cordigliera Saltegna, fino agli oltre 6 mila delle vette andine.

Il paesaggio si presenta decisamente vario: si va dalle oasi di lussureggiante vegetazione, con piantagioni di canna da zucchero, vigneti, oliveti e agrumeti attorno alle principali città come Salta e Jujuy, situate ai piedi del rilievo andino, ai deserti aridi spazzati da venti gelidi e bruciati dal sole dell’altopiano della Puna de Atacama, solcato da profondi canyon in un paesaggio lunare punteggiato da possenti cardon, gli ieratici cactus a colonna, enormi distese di sale fossile, retaggio di antichi bacini d’alta quota, e laghi popolati da colonie di fenicotteri rosa.Dove rari abitanti mestizos, che vivono in bianchi pueblos fuori dal tempo e dal mondo, sopravvivono allevando capre, pecore, lama, guanachi e vigogne.

   

Eppure questa terra all’apparenza inospitale è la patria, a partire fin dalla lontana preistoria, dell’antica civiltà precolombiana dei Calchaquies, sottomessa prima dagli Incas e poi dagli Spagnoli, come attestano ancora i resti di numerosi pucaràs, città fortificate.

Perché nelle profonde vallate che scendono, incidendoli, da montagne e altopiani andini, i corsi d’acqua consentono da sempre un modesto sviluppo di agricoltura e di allevamento del bestiame. L’allevamento di lama e alpaca, animali d’alta quota per eccellenza, dove l’ossigeno si fa raro, costituisce proprio un retaggio dell’antica civiltà locale. Il tutto sempre sotto un cielo blu cobalto, raramente macchiato da qualche nuvola.

Un terra dura e difficile, ma anche intrigante e dispensatrice di profonde emozioni, a lungo ignorata dal turismo. Oggi sono molte le agenzie che propongono viaggi in disparate mete argentine. Un esempio: l’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” specializzato in viaggi di scoperta geografica ed ambientale – una tipologia questa che più si avvicina al moderno intendere il turismo - propone un itinerario inedito e originale che tocca alcuni dei paesaggi più spettacolari e sconosciuti delle regioni andine dell’Argentina del Nord.

   

Si potrà così visitare Salta, la più bella città di stile coloniale del paese, con pregevoli palazzi settecenteschi e chiese barocche, o la foresta subtropicale e i campi coltivati, arrancare lungo ripide strade a tornanti verso le massime altezze, capaci di offrire spettacoli inimmaginabili.

In questa regione si trovano infatti alcuni degli ambienti naturali più belli delle Ande: la Quebrada de Humahuaca, canyon dai mille colori protetto dall’Unesco, i grandi salares, resti salini di antichi laghi, le inaspettate formazioni glaciali nel deserto d’alta quota, lagune con fenicotteri rosa, miniere di zolfo dai colori psichedelici, le scenografiche formazioni del deserto rosso, sconosciuti siti archeologici Incas, graziosi pueblos dove la vita sembra essersi fermata, in una natura grandiosa, selvaggia e incontaminata.

Una terra – questo spicchio di Argentina – che permette di ritrovare la strada dell’armonia.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)