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Arte

Galleria Arte e Pensieri, Roma

Franco Ziliotto

60 anni con la pittura

Opere che ricostruiscono e rievocano luoghi mai dimenticati,
ciò che è stato strappato disperso mai più raggiungibile,
oppure un sentimento più dolce e grato.
Visioni immerse ed emerse dall'impasto “magico” della pittura

Con il titolo “60 anni con la pittura” Franco Ziliotto dichiara il suo costante amore per la “muta poesia”.

Nato a Zara nel 1934, ma dal ’45 “Romano” espone opere che attraversano la sua articolata e complessa stagione lavorativa. (fino al 6 aprile).
Da sempre la pittura è la sua vera passione pur se arricchita alimentata confrontata con la frequentazione di altre discipline come l’architettura, (ricordiamo il suo apprendistato nello studio del celeberrimo architetto Luigi Moretti), la scenografia, la regia, (ha realizzato numerose opere televisive e allestito mostre in spazi privati e museali) e non ultima la scrittura (è del 2011 l’uscita di “Bluff”, un suo romanzo autobiografico).

   

Nelle opere in mostra degli ‘50/’60 emerge chiara la vicinanza alle risoluzioni stilistiche della Scuola Romana, pur se, già si riscontra un suo personale registro cromatico compositivo come nell’opera “la bottiglia rossa” del 1961. (E’ stato all’allievo alla Scuola Libera del Nudo di Mario Mafai).

Dalla fine degli anni ’60 agli inizi dell’80 il suo percorso vira e inizia un processo di interrelazioni con altre poetiche, grazie anche alla temperie culturale aniconica romana, si pensi a Scialoja, Scordia, Corpora, Dorazio, oppure ai suoi amici Nato Frascà o Aldo Schmid solo per citarne alcuni, dando vita ad un felice mix tra astrazione e figurazione.

Dagli anni ’80 ad oggi il linguaggio pittorico di Ziliotto contiene sempre in sé un sedimento correlato al reale, alimentato e con-figurato sempre più dalla memoria.

   

E’ nell’estrarre dal reale che l’artista agisce ed astrae i suoi ritmi compositivi strutturali come basso continuo in cui far galleggiare e convivere il suo mondo figurale: un letto, un piano, una rete dove appoggiare il suo“Oro”. Forse l’oro più volte usato o l’ocra (per esempio nel “Notturno n.65” del 2012) sapientemente calibrato come “mimo” dell’oro stesso nascondono il senso vero della pittura di Ziliotto, che è sostanzialmente dramma, o comunque reazione al dramma. Opere che ricostruiscono e rievocano luoghi mai dimenticati, il suo Adriatico, ciò che è stato strappato disperso mai più raggiungibile, gli skylines di Zara, oppure un sentimento più dolce e grato verso le pinete di Roma, le cupole barocche, Sant’Ivo alla Sapienza.

Un immaginario in cui si formano e nascono anche le serie degli alberi dalle visioni nette fluide costruite con un segno labirintico e filo-morfico, visioni immerse ed emerse dall’impasto “magico” della Pittura.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)