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Pagine preziose

La parola ritrovata

“Sul Far della Vita”

Prima raccolta di poesie di Mattia Zàccaro Garau

di Giada Gentili

La parola odierna ha assunto principalmente il ruolo di protagonista dello spettacolo, non a caso i talk show (letteralmente “spettacolo della parola”) sono il format televisivo di maggior successo in questi anni.

Eppure la parola è costitutiva dell'essere umano e, in quanto tale, ne è la sua estrinsecazione più profonda.

Ma la parola oggi diventa chiacchiera e la lettura un hobby, nonostante questo, le generalizzazioni non sono un approccio che può rendere giustizia all'eterogeneità della nostra società e qui arriva Mattia Zàccaro Garau, giovane romano di 24 anni e giunto Sul Far della Vita, titolo questo della sua prima raccolta di poesie, pubblicata da Aletti Editore.

Il suo libro è stato presentato alla Fandango Incontro, a Via dei Prefetti, vicino al Parlamento dove questi giorni i politici stanno cercando di capire di che morte dobbiamo morire.

Eppure, se per benessere di un Paese non si intende solo l'incremento del PIL, ma il progredire intellettuale (Martha Nussbaum, ndr.), l'evento di giovedì 14 Marzo ha contribuito più di una discussione tra partiti sull'abolizione o meno dell'IMU.

L'incontro si è aperto con Chiara Tomarelli, attrice, che ha interpretato alcune delle poesie della raccolta facendo calare il silenzio nella platea; silenzio interrotto da Carmen Bierbieri che ha moderato l'incontro e ha presentato i due professori, Pavel Rebernik e Simonetta Blasi, che sono poi intervenuti.

Rebernik insegna filosofia al liceo e all'università ed è stato docente di Zàccaro, che ora si muove nello stesso campo di ricerca del suo professore: l'allievo sembra aver ereditato il lascito del maestro.

Il professore lo ricorda alunno svogliato, con uno sguardo a volte perso ma che, già all'epoca, sembrava andare oltre; parla della poesia e del suo ruolo: produrre senso e cercare con-senso; la poesia di Zàccaro, afferma poi “usa contrari, non contraddittori e il trattino che spesso troviamo nelle sue composizioni ci invita al silenzio che non è uno stallo ma è una pausa del tempo, il tempo dell'essere”. Rebernik ricorda Nietzsche “Naufravi fecit bene navigavi” e la poesia agisce in questo senso: ci fa naufragare, ma così solamente ci si rende conto che si sta navigando nel modo giusto.

Il rimando alla metafora del navigante è richiamato anche da Carmen che definisce Mattia “un marinaio della parola”.

Parla poi al microfono la professoressa Blasi, docente di Marketing, che contestualizza e cerca un posto, nel mondo d'oggi, alla poesia. “Siamo esseri distratti”, afferma, “in un sistema che ha come unico obiettivo la narcosi di massa e tutte le arti che possono risvegliarci sono accantonate o nascoste. In questo senso la poesia di Mattia rivela se stesso e si rivela a noi. La poesia evoca e le parole sono esseri viventi con cui confrontarci”.

Ha preso infine la Parola lo scrittore parlando tra la commozione per l'affluenza all'evento e la consapevolezza (mista a timore) che questo sia solo l'inizio.

Parafrasando Leopardi: il naufragar, a Zàccaro, gli è dolce in questo mar.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)