Ambiente
22 marzo Giornata mondiale dell’acqua
Sull’orlo del Collasso
I dati allarmanti delle Nazioni Unite
La cosidetta Terraferma del pianeta dove vivono sette miliardi di esseri umani, specie animali e vegetali, rappresenta il 25% dell’intera superficie del globo, tutto il resto è oceano: acque al 97% saline, mentre solo il 2% è a disposizione dell’uomo e degli animali per i bisogni quotidiani in forte crescita.
Che ciò rappresenti uno stato di crisi non può sfuggire a nessuno.
Un primo dato è riferito alla popolazione: nel 1700 eravamo un miliardo e ottocentomilioni di abitanti, e le stime ultime odierne segnalano di aver superato i settemiliardi. Di pari passo sono cresciute in modo esponenziale i consumi di acqua del 600%; cifre che annunciano un imminente collasso.
Un collasso già da tempo annunciato, e via via aggravatosi, in specie nel mondo occidentale ove avviene la maggior parte dei consumi rispetto ai paesi terzi di Africa, America del sud e Sudeste asiatico ove la mancanza d’acqua è cronica, frena sviluppo e accentua la miseria.
Va con se che è in atto dal mondo degli affari il condizionamento dei governi e della politica per avere mano libera sull’acqua a fini speculativi, di controllo e di distribuzione.
Così un “bene essenziale per la vita” scivola verso la considerazione di un “bisogno” alla pari di tanti altri, e dunque l’amaro assunto che chi ha bisogno e non può pagare... può tranquillamente farne a meno e... morire.
A questo porta l’esasperante legge dell’illiberale profitto.
A questo occorre fermamente ribellarsi.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua che si celebra ogni anno sotto l’egida delle Nazioni Unite, il Segretario di questo organismo mondiale Ban Ki-moon ha voluto sottolineare nel suo messaggio che “muoiono più persone a causa dell’acqua non sicura che non a causa di tutte le forme di violenza, inclusa la guerra”.
Anche in questo caso le cifre sono aberranti. 8 milioni di persone (e milioni di animali) muoiono ogni anno per carenza idrica; mentre studi sul futuro indicano la proiezione al 2030 quando si calcola che 3 miliardi di persone, quasi la metà degli abitanti della Terra, potrebbero trovarsi nella drammatica circostanza di subire una cronica mancanza di acqua utilizzabile, stante l’inquinamento delle falde e la mancanza di accorgimenti igienico-sanitari.
“Acqua malata” è un rapporto stilato dall’UNEP – Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite, ricorda che circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti vengono scaricati giornalmente nei fiumi e nel mare creando enormi “zone morte” che soffocano pesci e barriere coralline e mettono a repentaglio irrimediabilmente l’ecosistema marino.
Già oggi si registrano – dati del rapporto UNEP sulla mancanza di acqua pulita – la morte di 1,8 milioni di bambini sotto i 5 anni per tifo, colera, dissenteria e gastroenterite, e più in generale le vittime del consumo di acqua inquinata è pari a 2,2 milioni di persone l’anno.
Questi dati rischiano di moltiplicarsi se si tiene conto che l’età media di vita della popolazione è passata nell’ultimo secolo da 44 a 80 anni, ed è in costante crescita.
In Italia il problema “acqua” soffre di negligenze protratte negli anni. Il patrimonio idrico nazionale si trova per il 95% nel sottosuolo e la disponibilità diminuisce di anno in anno. Circa 10 milioni di italiani vive per 4 mesi l’anno (giugno – settembre) sotto la soglia del fabbisogno minimo di 50 litri/giorno pro capite.
Le cause vanno ricercate nelle cattive condizioni della rete di distribuzione idrica che perde il 40% dell’acqua per irrigazione, il che porta a quantificare la perdita di un 70% di acqua destinata ai consumi totali.
E che dire della burocrazia: nonostante alcune leggi varate negli anni 90, ancora oggi esistono circa 7000 (settemila) enti e soggetti vari che “Gestiscono” 13.000 (tredicimila) acquedotti. Una parcellizzazione che aumenta il disservizio, brucia risorse finanziarie e favorisce maneggi malavitosi.
Una nuova e più efficace politica ambientale si impone, tenendo conto delle peculiarità territoriali e tenendo conto anche delle condizioni generali degli elementi che contribuiscono al deteriorarsi della situazione mondiale quali, ad esempio, il clima, ma sia avrà modo di tornare presto sull’argomento.