Parchi e Oasi dello Spirito
Feltre
Basilica dei Santi
Vittore e Corona
di Dante Fasciolo
Fu il crociato Giovanni da Vidor a costruire questa chiesa sul Monte Miesna laddove c’era un antico insediamento di difesa della città di Feltre. Erano gli anni tra i 1096 e il 1110 e la Chiesa fu dedicata ai santi Vittore e Corona patroni della città.
In verità i due santi erano anonimi martiri del II secolo così chiamati secondo una terminologia biblica: “Vincitore” nella lotta per testimoniare la fede, “Incoronato” con la corona del martirio.
Attualmente l’urna con i resti dei Santi è conservata nel Martyrium all’interno della chiesa, che è considerata una delle più sacre e suggestive di tutto il Veneto.
Sono molti e pregevoli gli affreschi alle pareti databili fino al XVI secolo, e comprendono anche eccezionali testimonianze di pittura giottesca e quattrocentesca, particolarmente apprezzati dai fedeli che assiduamente frequentano la Basilica.
Particolarmente interessanti sono: la sepoltura marmorea del fondatore situata nella sagrestia; una cattedra vescovile del XIII secolo; la scultura tardogotica di San Vittore e un tabernacolo in pietra impreziosito con sculture e fregi gotici.
Verso la fine del XV secolo fu costruito accanto alla chiesa un convento che presenta un magnifico chiostro a doppia arcata. Questa nuova struttura fu gestita all’inizio dai Fiesolani, successivamente dai Somaschi tra il ‘600 e il ‘700 e infine dai Francescani.
Il convento è inserito nell’itinerario di fede e di pellegrinaggio che qui si svolge con un rituale tramandato da generazione a generazione: i pellegrini arrivano a piedi e salgono sulla scalinata (alcuni devotamente in ginocchio) che immette alla chiesa, entrati ci si siede sul Caregon, stupenda cattedra vescovile, di incerta provenienza, scolpita in unico pezzo di arenaria.
Secondo la tradizione di secoli, sedersi su questa cattedra preserva e guarisce da molte malattie, in particolare dal mal di schiena.
Il pellegrinaggio finisce con la preghiera davanti alla tomba dei martiri Vittore e Corona, e non pochi lasciano scivolare la loro mano destra sull’immagine di San Vittore scolpita sull’urna che contiene le reliquie dei due santi.
Man mano che ci si avvicina alla Basilica si può gustare la freschezza del luogo e l’armonia della lussureggiante vegetazione che avvolge la struttura, ma ancor più si apprezzano le bellezze naturali e il respiro di serenità che accompagna i passi del ritorno verso casa.