Piccoli Grandi Musei Italiani
Università di Padova
Il Palazzo del Bo’
di Alessandro Gentili
Giorno dopo giorno, settimane dopo settimane assistiamo, mesti e tragici, alla danza delle marionette sul palco degli scranni dei palazzi del Potere, ciascuno dei presunti protagonisti con la sua piccola maschera, offertagli dal potente di turno.
Occorre volgere lo sguardo, occorre cambiare canale, occorre uscire dalla spirale di banalità a cui ci vogliano costringere.
Perchè il nostro paese racchiude nicchie e tesori d’inestimabile bellezza (la quarta virtù teologale... e Dostoevskj diceva che “La Bellezza salverà il mondo”).
All’interno dell’Università di Padova, detto il Palazzo del Bò, c’è la prestigiosa sala anatomica, un teatro unico nel suo genere, perché solo qui si potevano sezionare i cadaveri a scopo scientifico (1500 e dintorni). Il teatro è composto da sei piani ellittici in legno, capace di 300 posti a sedere che si alzano intorno al tavolo anatomico.
Da un altro lato del Palazzo, la Sala dei Quaranta, così denominata per i quaranta ritratti di studenti illustri, dove si trova la cattedra di legno dalla quale Galileo Galilei avrebbe insegnato matematica e fisica dal 1592 al 1610.
Subito dopo l’Aula Magna con il prezioso soffitto affrescato dal Carlini nel 1854. Da visitare il Senato Accademico, la Basilica, la Sala del Collegio Accademico. Cortile, atrio, scale, logge e sale sono completamente rivestite all’interno da stemmi collocati da studenti e professori che frequentavano l’Ateneo dal 1542 al 1688.
Infine il “portone della morte”, così denominato per un’antica usanza che sembra non avere riscontro in altre Università italiane secondo la quale da qui accedono, ancora oggi, i cortei che onorano i feretri dei professori che, posti nel mezzo del cortile antico, vengono sollevati tre volte in alto da otto studenti mentre la campana diffonde i suoi mesti rintocchi.
Il Cortile Antico, sovrastato dall’alta torre medioevale dell’orologio, è un elegante chiostro cinquecentesco che fu attribuito ad Andrea Moroni, ma assegnato da altri al Sansovino.
Oggi il Bò ospita il rettorato e la facoltà di Giurisprudenza.
Università e Palazzo vengono chiamati Bò perché realizzati inglobando un antico albergo che aveva appunto il bue come insegna (hospitium bovis), trovandosi accanto ad alcune macellerie.
La Bellezza rimane celata ai più (per grazia di Dio).