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Parchi e Oasi dello Spirito

Sassoferrato – (Ancona)

Abbazia Santa Croce

di Dante Fasciolo

L’abbazia di Santa Croce dei Conti sorge sul versante opposto all’abitato di Sassoferrato, in posizione sopraelevata, vicino alla confluenza dei torrenti Sanguerone e Marena nel fiume Sentino

 

Con le pietre dell’antica citta romana Sentinum, di cui sono ancora visibili resti della odierna Sassoferrato, fu costruita nel XII secolo dai Conti Atti e affidata ai monaci Camaldolesi, l’Abbazia di Santa Croce, importante testimonianza di architettura romanica delle Marche, ancorchè esaltata dalla rigogliosissima vegetazione arborea che la circonda e che conferisce un valore di oasi di serenità e di pace particolarmente apprezzato da numerosi turisti, studiosi, persone dedite alla contemplazione.

L’abbazia è un complesso architettonico appartenente ad un gruppo di quattro chiese - San Vittore alle Chiuse (Genga - An), Santa Maria delle Moie (Maiolati Spontini - An) e San Claudio al Chienti (Corridonia - Mc) - datate tra l’XI ed il XII secolo. Tali edifici di culto rappresentano un unicum nella regione, essendo caratterizzati da una pianta a croce greca inscritta: si tratterebbe di uno schema di origini orientali molto diffuso nelle chiese bizantine della Grecia e dei Balcani.

   

All’interno del complesso abbaziale, la chiesa di Santa Croce è stata recentemente restituita al suo antico splendore da interventi che hanno riguardato sia il consolidamento statico e la struttura architettonica, sia i restauri degli elementi lapidei e delle decorazioni parietali.

La chiesa si presenta con quattro alti pilastri compositi. Sono inoltre visibili una serie di interessanti capitelli di derivazione lombarda, scolpiti in calcare bianco, che evidenziano motivi geometrici, vegetali, e animali fantastici, oltre l’unica scena sacra, che rappresenta la Crocifissione, tema strettamente legato con la dedica della chiesa alla Santa Croce. Elementi tutti da da classificare in relazione con l’arte romanica lombarda, essendo datati tra l’XI e il XIII secolo.

   

Il portale di accesso alla chiesa è decorato con una complessa modanatura formata da tre archi a tutto sesto concentrici, che ripropongono la tematica dei bestiari e degli animali fantastici. Finemente decorata è anche la lunetta che sovrasta il portale ove è rappresentata la Vergine che stringe a sé il Bambino, secondo una composizione che ha fatto avanzare l’ipotesi che si tratti di dell’opera di Giovanni Antonio da Pesaro.

Secondo gli studiosi la chiesa doveva avere una copertura con tetto a doppio spiovente e tiburio ottagonale all’incrocio tra le absidi aperte sui muri longitudinali delle navatelle minori La chiesa, che dalla fine del XIV Secolo venne arricchita da affreschi di scuola fabrianese, presenta al suo interno pregevolissime opere pittoriche a cominciare dalla raffinatissima pala raffigurante San Benedetto, realizzata nel 1524 da Pietro Paolo Agabiti. Degno di nota è anche lo splendido paliotto ligneo intagliato del Sec. XVII, decorato con preziose dorature. E poi ancora un dipinto su tela raffigurante “San Romualdo e Pietro Orsoleo, doge di Venezia, della fine del Sec. XVII, probabilmente opera di Antonio Zanchi o del suo allievo Francesco Trevisani, e un San Rocco in terracotta invetriata della seconda metà del XV Sec.L’opera più importante, il maestoso polittico del Sec. XV di Giovanni Antonio da Pesaro, è invece conservata, presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)