Festival della Mente – Sarzana (La Spezia)
X edizione
Festival della Mente
Il programma 2013
Venerdì 30 agosto, con la lectio magistralis del giurista Guido Rossi dal titolo La responsabilità delle idee nel bene e nel male, ha inizio la decima edizione del Festival della Mente.
Conoscenza, crescita e futuro è il tema dei 90 appuntamenti di questa edizione tra incontri, conferenze, spettacoli, e laboratori, che si alternano negli angoli più suggestivi di Sarzana: piazza Matteotti, il Teatro degli Impavidi, la Fortezza Firmafede e il Chiostro di San Francesco.
Nella prima serata del Festival seguono gli incontri dello scrittore Paolo Giordano, Attraversare la linea d’ombra, che approfondisce il passaggio all’età adulta “in cui è necessario razionalizzare chi si è e insieme prendere congedo dal luogo in cui si proviene”; della psicanalista Alessandra Lemma Il corpo come una tela. Raffigurare o sfigurare il corpo, in cui analizza come la decisione di modificare il proprio corpo con tatuaggi, chirurgia estetica ed altre modalità sia un segno di autoaffermazione piuttosto che di autodistruzione; e del matematico Piergiorgio Odifreddi con Cosa cambierà il nostro futuro. L’uomo artificiale.
La nottata di venerdì si chiude con una lettura di Marcel Proust dell’attore Sandro Lombardi, nel centesimo anniversario della pubblicazione del primo volume de À la Recherche du temps perdu; con il viaggio-concerto di Ramin Baharami Viaggio in Italia. Grand Tour musicale con Bach e Scarlatti e con l’intervento Medioevo da non credere. La paura dell’anno Mille, di Alessandro Barbero, storico molto amato dal pubblico del Festival.
Il secondo giorno del Festival si apre con due approfonditaMente: L’archivio nell’arte: nuovo genere contemporaneo? Di Cristina Baldacci e Andrea Pinotti e La lacuna di Nicola Gardini. La mattina prosegue con Sense of Humor: uno stile di vita di Jonathan Coe e Massimo Cirri, una riflessione sull’utilizzo dell’ironia come forma di denuncia e di stimolo alla riflessione; La televisione ha ucciso la creatività e la cultura? di Carlo Freccero e La donna è un’invenzione, intervento della filosofa Nicla Vassallo. Seguono due appuntamenti di approfonditaMente: Parlare di cibo al tempo della crisi, in cui lo storico Massimo Montanari si interroga sul tema dello spreco e sulla necessità di utilizzare meglio le risorse e Apprendisti della luna nella stanza della meditazione della poetessa Chandra Livia Candiani.
Nel pomeriggio sarà possibile ascoltare Emanuele Trevi, in un incontro dal titolo Dall'altra parte delle cose, il viaggio iniziatico sul tema dell'interiorità e della svolta; Adolfo Ceretti e Massimo Cirri in un dialogo fra un criminologo e uno psicologo con Nuove paure, vecchie paure; il grande filosofo e scrittore francese Bernard Henri-Levy con un’analisi sul rapporto tra arte, filosofia e scienza che si rifà alla celebre condanna che Platone fece dell’arte, come imitazione della realtà, in Tra arte e filosofia: a proposito delle avventure della verità. Ancora di arte parleranno Stefano Bartezzaghi e Massimo Recalcati in Eredi o creativi? L’arte al tempodelle generazioni spedurte; Gabriella Caramore con La conoscenza imperfetta, sottolinea le dinamiche con cui la mente del bambino si apre al mondo e fa apprendistato di esistenza; mentre il neurologo Gianvito Martino in Cosa cambierà il nostro futuro. La difesa del cervello, spiegherà come il cervello prima di ogni altro organo percepisce i pericoli. Sabato sera si concluderà con tre appuntamenti: Il futuro? È passato di Ilvo Diamanti; Cantami una poesia, concerto-recital di Peppe e Toni Servillo con i Solist String Quartet e Medioevo da non credere. La ius primae noctis di Alessandro Barbero.
L’ultima giornata del festival, domenica 1 settembre, si apre con Calligrafia: la creatività nella scrittura del grafico Luca Barcellona, prosegue con Invecchiamento cerebrale: un’epidemia del terzo millennio di Silvio Garattini; Ma perché l’Europa? di Ulrich Beck e Di cosa parliamo quando parliamo di ironia di Lella Costa.
Tre gli appuntamenti domenicali di approfonditaMente. Si inizia con Memoria e fotografia, ossia come la memoria non sia una fotografia ma un processo attivo che contiene sia l’informazione proveniente dal mondo esterno, sia l’attività elaborata dal cervello, di Stefano Cappa e Ferdinando Scianna; quindi sarà la volta dello scrittore inglese Tim Parks In conversazione con la creatività letteraria; e L’amore dell’arte di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, che si ispira all’omonimo libro scritto da Pierre Bourdieu e Alain Darbel nel 1972.
Nel pomeriggio Laura Boella con Empatia e compassione: risorse per un mondo a rischio?, racconta come l’empatia sia uscita dai laboratori di neuroscienze e stia assumendo un decisivo ruolo etico-politico; in Nulla dies sine linea Antonio Marras e Francesca Alfano Miglietti percorrono un viaggio nelle metamorfosi attraverso la moda; Umberto Curi parla di bello in A proposito delle bellezza; il teologo Enzo Bianchi e il filosofo Massimo Cacciari con La creatività dell’amore si confronteranno in un dialogo sull’amore; infine l’ultimo appuntamento del pomeriggio è stato affidato a Edoardo Boncinelli, che aprì la prima edizione del Festival della Mente, con Cosa cambierà il nostro futuro. Il cervello segreto.
Gli ultimi tre appuntamenti che chiudono la decima edizione del Festival della Mente sono lo spettacolo del coreografo Virgilio Sieni Di fronte agli occhi degli altri, che propone una riflessione sulla Resistenza attraverso l’incontro e la partecipazione di ex partigiani; No al geniocidio! (Dall’estro al creame) recital di Alessandro Bergonzoni; e Medioevo da non credere. La terra piatta di Alessandro Barbero.
X edizione Festival della Mente
Intervista alla direttrice artistica, Giulia Cogoli
La decima edizione del Festival della Mente si è concretizzata con la presentazione del programma, cosa significa per un festival di approfondimento culturale tagliare il traguardo dei dieci anni?
La storia del festival inizia nel 2004, da un'idea dell'avvocato Matteo Melley, come un progetto di approfondimento e condivisione culturale, che è cresciuto costantemente sino ad oggi: la manifestazione in questi dieci anni ha proposto 650 incontri, ha coinvolto complessivamente 500 relatori e oltre 4.000 ragazzi volontari, con un successo di pubblico sempre maggiore (42.000 le presenze lo scorso anno). Siamo tutti orgogliosi di questo felice percorso fatto, ma più che un traguardo, quello del decennale, per noi, è un punto di passaggio.
Qual è il segreto per arrivare a dieci anni con risultati in crescendo?
Impegnarsi sempre molto, rispettare il pubblico, stimolare i relatori a preparare e fare interventi sempre nuovi e originali, e sicuramente avere un gruppo di lavoro, come quello con cui ho il piacere di condividere l'organizzazione, molto unito.
Dopo il decimo anno si aprirà una nuova epoca per il festival, cambierà qualcosa?
Non vorrei parlare del futuro prima della decima edizione, speriamo che anche quest'anno vada tutto bene, per il momento sono concentrata su questo programma e sull'organizzazione del decennale, che in questo periodo è molto intensa.
Come ha lavorato alla preparazione di questa edizione, quali linee guida ha privilegiato e con quali aspettative?
Il desiderio e la necessità di conoscenza e di condivisione è quanto ci ha guidato dal 2004, ed anche quest’anno ci siamo impegnati a costruire un programma che speriamo risulti originale e stimolante, sempre basato sulla qualità, a partire dai relatori; vorremmo infatti che quello iniziato dieci anni fa fosse un dialogo costante, in continuo aggiornamento e rinnovamento fra relatori e pubblico.
Chi sono e come ha scelto i relatori da portare a Sarzana?
Ho voluto richiamare alcuni relatori che in questi dieci anni erano già venuti e che sono diventati dei veri e propri amici del Festival, fra cui Edoardo Boncinelli, Toni Servillo, Stefano Bartezzaghi che hanno scritto anche un libro nella nostra collana. Ci sono molti nomi nuovi, anche non conosciutissimi al grande pubblico, ma che rappresentano eccellenze nel loro settore e offriranno stimoli di grande interesse; infine ci sono anche molti relatori trentenni che rappresentano le nuove voci e il futuro della cultura e della ricerca italiana.
Dovesse, in conclusione, definire con tre aggettivi il Festival 2013 quali userebbe?
Innovativo, classico, attuale, tre aggettivi che convivono felicemente.
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Il programma per bambini e ragazzi
Un calendario ricchissimo, un vero festival nel festival destinato a uno dei pubblici più esigenti: bambini e ragazzi. Il programma per bambini e ragazzi del Festival della Mente offre infatti laboratori, spettacoli, giochi e passeggiate didattiche in grado di stimolare la loro curiosità e le loro aspettative.
Si inizia con i due appuntamenti del venerdì: La città ideale un laboratorio, curato da Francesco Mapelli e Ilaria Rodella (Ludosofici), in cui i più piccoli potranno inventare e costruire una città a misura di bambino e La grande fabbrica delle parole, a cura dell’associazione culturale Le Mele Volanti, una lettura animata dove le protagoniste sono le parole e un paese dove queste sono fabbricate a tutte le ore del giorno e della notte.
Ricchissimo il programma del sabato, che prende avvio in mattinata con una passeggiata didattica Viandanti per Natura, un’esperienza creativa e rilassante a contatto con la natura, a cura di Giuseppe Festa. Due sono le proposte della Fondazione Marino Golinelli, Chi semina un terreno raccoglie … un albero, e I colori della natura, laboratori per la scoperta del mondo delle piante. Ritornano i Ludosofici, Mapelli e Rodella, con L’illusione del pieno per addentrarsi nel vuoto e nei suoi meandri. In Scelgo dunque sono. Il gioco dell’economia, bambini e ragazzi potranno capire a cosa servono i soldi, da dove viene il profitto, cosa sono le tasse.
L’acquario di Genova – Costa Endutainment propone il mondo del mare con Conoscere i cetacei con i “Delfini metropolitani”, un laboratorio che permette di scoprire le fasi del progetto “Delfini metropolitani” e conoscere meglio questi animali.
Ancora natura, ma questa volta immaginaria, nel laboratorio Ma il brontosauro come fa? di Ilaria Dal Canton, dove bambini e ragazzi potranno dare vita a un bestiario di animali impossibili, mentre in In bocca al lupo …ULULO’! L’apparenza inganna… di Amèlie Galè e Jack Tow, i partecipanti impareranno a non fidarsi delle apparenze, a scoprire chi si nasconde dietro la maschera.
La matematica e la geometria sono le protagoniste dell’incontro curato da Piergiorgio Odifreddi, Il grande racconto della matematica, che attraverso l’arte e la natura racconta la storia di queste due discipline; ABBECEDARIO di Giorgio Scaramuzzino e Francesca Biasetton è un invece un percorso dove ogni lettera dell’alfabeto diventa occasione per raccontare una storia.
L’ultima giornata del programma per bambini e ragazzi del Festival della Mente prevede il laboratorio Toccare il cielo con un dito curato dalla fisica Lara Albanese e l’astrofisica Alessandra Zanazzi, un viaggio nello spazio e un’occasione per parlare di astronomia e storie antiche; il Laboratorio d’argilla per piccole mani curato da Blu Sole e Scegli il pesce giusto con Mr Goodfish curato dall’Acquario di Genova- Costa Edutainment.
L’architetto Lorenzo Palmieri porterà i bambini alla scoperta del mondo attraverso i suoni degli oggetti in Cose che cantano, cose che suonano; ancora esperimenti di matematica e chimica, ma questa volta con la frutta, in Una macedonia di esperimenti curato da Annalisa Bugini; un percorso tra disegno e calligrafia è invece quello proposto da Francesca Biasetton Disegnare con le lettere; mentre Cadaveri squisiti ed emozionatissimi di Teresa Porcella analizzerà se testa e corpo hanno lo stesso cuore.
L’ultimo appuntamento è uno spettacolo di burattini Ombrellina scopre il mondo del Semeion Teatro (Marianna Galeazzi, attrice e burattinaia e Sun, Simone Negro burattinaio e scenografo), in cui la protagonista per conoscere il mondo impara a nuotare in fondo al mare tra pesci e meduse e a volare in cielo tra aquile, gufi e gabbiani.
Invito alla lettura. Interpretazione e creatività
In occasione dei dieci anni del Festival della Mente dal 28 agosto saranno ristampati in una nuova veste grafica e venduti insieme al Corriere della Sera, i volumi della collana i Libri del Festival della Mente. Diciassette titoli in cui sono stati sviluppati i temi che grandi nomi della scienza, delle arti, della filosofia, della storia e del teatro hanno affrontato nel corso del festival.
Del 2008 è il volume Interpretazione e creatività un dialogo intervista tra l’attore che più rappresenta il cinema italiano di qualità Toni Servillo (La ragazza del Lago, Gomorra, Il divo, La grande Bellezza) e il giornalista Gianfranco Capitta.
Il primo uomo del Sud, come lui stesso dichiara: “sono nato ad Afragola, in quel triangolo subito sopra Napoli che comprende Acerra, Afragola e Frattamaggiore… non potrei vivere altrove”, il secondo è il critico teatrale de “il manifesto”, responsabile delle pagine culturali, dell'inserto librario settimanale La talpa libri e autore per Radio Rai Tre.
Il libro è un racconto serrato di riflessioni e storie di famiglia sul mestiere dell’attore, sull’interpretazione e sulla creatività.
“Non ho antenati che abbiano fatto il mio mestiere – racconta Servillo – e non ho fatto scuole di teatro. Però ho respirato nella mia famiglia, a cominciare da mio padre e da una serie di zii scapoli piuttosto gaudenti, questo amore per il teatro per il cinema, per l’opera, per la musica, che mi è stato travasato come spettatore… Ricordo la felicità di essere spettatore che provavo da ragazzino, il gusto della scoperta quella emozione irripetibile – che solo il teatro può offrire – di confondere la vita con la vita rappresentata, il mondo con il teatro”.
Ed anche “se mi chiedono, che cosa fai nella vita, io rispondo, recito, mi sento un attore. La cosa che faccio di più durante l’anno – continua Servillo – è recitare, ed è il mestiere nel quale mi riconosco”.
Quando Servillo riflette sul termine creatività, le parole diventano più caute, riflessive. Dichiara infatti di non saper rispondere a chi gli chiede cosa sia la creatività: “Perché non sono un creativo, e non mi sono mai pensato in termini creativi, perché mi ritengo fondamentalmente un interprete. Sono uno come tanti altri, che dalla propria prospettiva cerca di lavorare sulla creatività che c’è in un testo… sono uno che cerca di risollecitare e trasmetter al pubblico quello che c’è di creativo in un testo”. L’attore è quindi colui che grazie all’interpretazione ripropone la creatività altrui, scegliendo un autore e un testo da proporre al pubblico.
Si può però parlare di creatività dell’attore – secondo Servillo - quando si sposta l’attenzione sul corpo e sul movimento: “L’attore ha a disposizione un materiale che è il suo stesso corpo, che sono i suoi stessi pensieri, che sono le sue reazioni, e se c’è un principio di creatività, è misurabile nello spazio del movimento che c’è tra sé e ciò che ritorna dai personaggi a se stessi”.
Il volume Interpretazione e creatività di Toni Servillo e Gianfranco Capitta è consultabile nella biblioteca della Fondazione Carispezia.