Piccoli grandi Musei italiani
Firenze
Fondazione
Roberto Longhi
di Alessandro Gentili
La Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi ha sede nella villa “Il Tasso” (nei dintorni immediati di Firenze, sulle colline), casa che il famoso critico acquistò nel 1939 e dove abitò con la moglie, la scrittrice Anna Banti, sino alla morte.
In origine l’edificio fu degli Alberti e, nel corso dei secoli, ebbe molti altri proprietari.
Nel 1480 fu dato a livello al poeta e filosofo Cristoforo Landino, lettore dello Studio fiorentino, esperto di greco e latino, nonché valido commentatore di Dante e maestro di Giuliano e Lorenzo de’ Medici.
La parte della villa verso Firenze risale al Quattrocento; invece l’aggiunta dalle parte opposta fu fatta costruire dallo stesso Longhi.
Nell’abitazione sono ancora presenti gli arredi e gli oggetti d’uso comune dei due coniugi. Subito dopo la scomparsa del marito e per sua volontà testamentaria, fu proprio Anna Banti a creare e curare la Fondazione a lui dedicata, istituendola quale sua erede universale e devolvendole la villa.
Longhi aveva collezionato, nella sua abitazione, importanti opere moderne, contemporanee e antiche. Il materiale è distribuito su di una superficie espositiva di 750 mq, lungo un percorso di 14 Sale. I pezzi esposti sono circa 400 e gli oggetti risultano suddivisibili nelle seguenti tipologie: 198 pitture, 7 sculture, disegni e mobilia.
Nella biblioteca sono riuniti oltre 36.000 volumi di argomento storico e artistico; nell’archivio storico vengono conservati più di 25.000 documenti, nella fototeca oltre 60.000 fotografie e 1.400.000 microfiches della Witt Library.
Villa “Il Tasso” e il suo inestimabile patrimonio artistico e documentario sono accessibili agli studiosi previo appuntamento.
Longhi fu “avversario” straordinario di Bernard Berenson (di cui abbiamo trattato nel numero precedente) e la stessa casa-museo è figlia della casa-museo di Berenson “Il Tatti”. Ahimè, questi “scontri”, oggi, seppure esistono, hanno assunto carattere televisivo, un’aberrante immagine di cosa è diventata oggi l’Arte (un palcoscenico dove gli studiosi interpretano il ruolo assegnato loro), solo uno strumento per conquistare audience e vendere prodotti.