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Ambiente

Banda larga, Internet e aree protette

Il sistema delle reti
salverà le Dolomiti

La terza sessione di lavori del X Forum dell’Informazione
cattolica Greenaccord ospitato a Trento in collaborazione
con la Provincia e l’Arcidiocesi cittadina è stato dedicato
agli strumenti utili a garantire sviluppo economico,
tutela ambientale e salvaguardia della storia del tessuto montano


L’impareggiabile scenario dolomitico, il pericolo di spopolamento delle valli e il rischio di inoccupazione delle popolazioni locali si combatte investendo nelle reti materiali e immateriali.

È il messaggio lanciato dai relatori intervenuti nella terza sessione di lavori del X Forum dell’Informazione cattolica per la Salvaguardia del Creato, organizzato dall’associazione Greenaccord Onlus a Trento, in collaborazione con la Provincia Autonoma e l’Arcidiocesi della città.

   

“Oggi le tecnologie digitali rappresentano per le società del mercato globale una risorsa ineludibile” osserva Paolo Traverso, direttore del Centro per le Tecnologie dell’Informazione della Fondazione Bruno Kessler. “Il tema delle tecnologie è assolutamente pertinente con l’esigenza di tutela dei territori montani”.

Lo sanno bene i tecnici della Provincia di Trento, che dal 2001 hanno elaborato un progetto per diffondere la banda larga nelle valli e nelle località montane del loro territorio. “In un territorio montuoso avere connettività di alto livello è un vantaggio per tenere la popolazione nelle valli e fare in modo che possa lavorare e avere servizi senza trasferirsi nei centri maggiori” spiega Paolo Simonetti, dirigente del Servizio reti e telecomunicazioni della Provincia autonoma di Trento. “In questo modo, la cura del territorio viene fatta in loco senza assistere a un depauperamento del territorio dovuto a una migrazione verso le aree urbane”.

   

I vantaggi riguarderanno anche la Provincia: “la banda larga permetterà alla Pubblica amministrazione di garantire servizi sempre più evoluti ai cittadini e alle imprese che così non devono de localizzare. E poi c’è un risparmio sulle bollette rispetto a quando le reti venivano affittate dagli operatori telefonici privati”. Un simile progetto però non può essere realizzato in tempi brevi: “La nostra iniziativa è stata studiata a partire dal 2001 ma i primi lavori sono stati avviati nel 2006. È stata finora realizzata una prima rete wireless di 1000 chilometri, con oltre 800 punti di rilancio. Attualmente stiamo mettendo in campo un progetto di rete che porterà la fibra nelle case di tutti i trentini, privati e tessuto imprenditoriale”.

Ma il sistema delle reti non funziona solo nel caso di internet, servizi web e fibra ottica. “Si sono rivelate uno strumento essenziale anche per aumentare l’efficacia delle aree protette delle Dolomiti” commenta Cesare Lasen, presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. “Nel territorio dolomitico esistono un Parco nazionale e diversi parchi regionali (2 trentini, 4 nell’area di Bolzano e  uno nelle province di Udine e Pordenone). Con il riconoscimento Dolomiti Unesco, è diventata essenziale la necessità di riunirsi per individuare obiettivi comuni, promuovere un turismo sostenibile e realizzare iniziative coordinate. La rete tra i parchi ha permesso di individuare questo tipo di azione”.

   

Dal punto di vista istituzionale la rete della aree protette dovrebbe risolvere problemi di natura istituzionale, “inevitabili visto che sono coinvolte oggi due province autonome, una provincia – quella di Belluno – che dipende dalla Regione Veneto e una Regione – il Friuli Venezia Giulia – autonoma ma con due province ordinarie. Costruire una rete permette di sperimentare nuovi sistemi di governace e di offrire un’immagine complessiva di tutta l’area dolomitica”. Gli effetti pratici anche per i molti turisti non tarderanno a concretizzarsi: “Pensiamo alla mobilità” conclude Lasen. “Potranno realizzarsi dei percorsi per qualunque visitatore proveniente da altri territori, che si potrà spostare con mezzi pubblici, navette e treni anziché con il mezzo proprio. Una possibilità in più per vivere il nostro territorio senza danneggiarlo”.

Il convegno ha dedicato spazio anche ai temi più religiosi e di comunicazione ambientale. Sono state analizzate in particolare le proposte e sensibilità ecologiste che hanno caratterizzato il magistero degli ultimi tre Pontefici attraverso gli interventi, tra gli altri, di monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, Leonardo Becchetti, professore ordinario di economia politica dell’università di Roma Tor Vergata, Carlo Di Cicco, vicedirettore dell’Osservatore Romano.


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