Pagine preziose
Biblioteca Nazionale Centrale, Roma
Marc Antoine Muret
Un umanista francese in Italia
La mostra della collezione a stampa del ‘500
accompagnata da un convegno.
È ormai da vent’anni che la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma sta portando avanti, attraverso una capillare catalogazione on-line dei libri antichi, la valorizzazione e la conoscenza dei propri fondi storici, per ricostruirne storia, circolazione e appartenenza a collezioni e biblioteche spesso smembrate e disperse: fra i gioielli del suo fondo antico è senz’altro la Bibliotheca Mureti, preziosa collezione a stampa del ’500 appartenuta all’umanista e filologo francese Marc Antoine Muret (Muret, 1526 – Roma, 1585), che la Nazionale rende oggi visibile per la prima volta al pubblico con «Homo in libris ac litterulis abditus».
La mostra della collezione Muret, a cura di Marina Venier e Jean-Eudes Girot - così come il bel catalogo che la correda, per i tipi della BNCRM, è visitabile con ingresso gratuito fino al 20 giugno.
Un umanista francese in Italia realizzato in collaborazione con L’École française de Rome e la Facoltà di lettere dell’Università La Sapienza di Roma in cui un’eccezionale ampiezza di contributi critici illustrerà il periodo italiano del grande intellettuale francese. Precettore tra gli altri di Montaigne e dei poeti della Pléiade Joachim Du Bellay, Jean-Antoine de Baïf e, soprattutto, Pierre de Ronsard, perseguitato in Francia da accuse di sodomia ed eresia perché omosessuale, Marc Antoine Muret si trasferì in Italia fin dal 1554: dapprima a Venezia, dove l’amicizia con lo stampatore-libraio Paolo Manuzio gli permette di pubblicare una serie di testi classici commentati, poi a Roma, dove risiede a partire dal 1558 al servizio del cardinale Ippolito d’Este e dove, dal 1563, insegna Retorica, Latino e Diritto all’Università La Sapienza. Qui rimarrà fino alla sua morte, sopraggiunta il 5 giugno 1585, lasciando all'amico gesuita Francesco Benci i suoi libri e i suoi manoscritti. È sepolto nella Chiesa di Trinità dei Monti.
La mostra «Homo in libris ac litterulis abditus» intende abbracciare la vastità ed eterogeneità della biblioteca del filologo e umanista francese, solo in parte pervenuta alla Biblioteca Nazionale dopo la soppressione nel 1873 delle corporazioni religiose attraverso la Bibliotheca major dei Gesuiti al Collegio Romano, suo nucleo originario: Muret possedeva vari libri di letteratura contemporanea, scritti secondo i criteri estetici degli uomini della sua epoca, in lingua latina e in volgare, francese o italiano; alcuni volumi esposti ricordano il periodo della sua vita accanto ai poeti della Pléiade e testimoniano la persistenza del legame con quell’ambiente anche dopo la sua partenza dalla Francia; le poesie in latino (gli Juvenilia nel 1553) o in francese, che Muret smise quasi del tutto di pubblicare in Italia, ad eccezione di poemi didattici o di ispirazione religiosa. Sorprendente è, infine, la raccolta di poesie in dialetto francese, a testimonianza del fatto che Muret, pur essendosi definitivamente stabilito in Italia, non aveva mai dimenticato la lingua della sua infanzia.