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Teatro

Teatro Civico de La Spezia

LINK
Superiori Teatro Festival

il teatro fatto dai ragazzi

di Elena Marchini


Dal 21 al 31 maggio è andato in scena, al Teatro Civico de La Spezia, la rassegna teatrale “LINK Superiori Teatro Festival”, realizzata da cinque istituti superiori cittadini – Casini, Capellini-Sauro, Costa, Mazzini e Pacinotti – promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio deLa Spezia in collaborazione con Comune de La Spezia, Istituzione per i Servizi Culturali, Teatro Civico, e Nel progetto, che prevede la messa in scena degli spettacoli, La bisbetica domata, Alcesti ed Euripide, L’amore ai tempi di Sganarello: il cornuto immaginario e il medico volante, 4:17 perfom@ncein@ttounico, e Notre dame de Paris, sono stati coinvolti oltre 170 studenti, 20 insegnanti e 6 mediatrici teatrali.

Abbiamo incontrato Elena Lussiana, presidente dell’Associazione Labulè che ci ha spiegato l’obiettivo di LINK, percorso iniziato nel 2009 con Teatro Destinazione Scuola.

      

Può parlarci di LINK Superiori Teatro Festival?

LINK, come indica il titolo stesso, ha voluto creare un collegamento tra le scuole e tra scuole e teatro. Il progetto è stato un percorso di confronto di “generazioni”, e cioè un percorso che mette in scena la generazione degli adolescenti, e che “genera azioni” teatrali. Obiettivo del progetto è la formazione alla cultura dell’arte teatrale, che è stato il principio attivo del percorso delle mediatrici teatrali, per creare degli stimoli a un diversa fruizione dello spettacolo teatrale, che parte dalla visione e arriva allo stare insieme.

Quali strumenti sono stati proposti quest’anno per promuovere la cultura teatrale tra gli adolescenti?

È stato un percorso a 360 gradi, che è stato strutturato con diversi laboratori destinati ai cinque istituti superiori coinvolti nel progetto. Ogni settimana per due ore abbiamo realizzato un cammino che ha toccato la storia del teatro, la drammaturgia, lezioni di scenotecnica, e incontri con esperti. I ragazzi hanno infatti seguito un seminario con il danzatore e coreografo Giorgio Rossi sul movimento creativo, hanno incontrato l’attore Simone Ricciardi, hanno fatto una lezione con la giornalista Chiara Tenca su come si guarda uno spettacolo teatrale e su come si scrive una recensione. Inoltre siamo andati insieme a cinque spettacoli teatrali e abbiamo incontrato due compagnie teatrali del teatro dell’Elfo di Milano.

Cosa cercano, secondo te, gli adolescenti nel teatro?

All’inizio i ragazzi sono spinti a questa esperienza perché sognano di diventare subito e con facilità attori famosi, che è l’input che ricevono dalla televisione e dai vari talent. In realtà quello che trovano è l’esatto opposto. Quello che cerchiamo di far capire loro dal primo giorno è che il teatro è disciplina, studio, allenamento, fatica, confronto e il percorso inizia con la conoscenza di se stessi. Per questo abbiamo deciso di non proclamare un vincitore, ma tutti gli spettacoli sono e saranno valorizzati per le loro qualità e per l’impegno e il sacrificio che è stato speso nel metterli in scena. In conclusione, i ragazzi in questo progetto cercano un qualcosa, e poi trovano altro.

Quali sono invece le difficoltà che i ragazzi devono superare per mettere in scena uno spettacolo?

La prima difficoltà che i ragazzi incontrano è capire come trasformare il quotidiano in azione teatrale, cioè come trasformare un gesto banale, come potrebbe essere bere un bicchiere d’acqua, in azione teatrale. La difficoltà dei ragazzi è quindi entrare in quella grande lente d’ingrandimento o metafora che è il teatro. I ragazzi devono capire che il codice linguistico cambia; devono essere in grado di entrare nella finzione ma non essere finti. Poi è importante che imparino ad essere consapevoli di ogni gesto, anche quelli che si fanno in maniera involontaria, è quindi importante che imparino a controllare il corpo e i suoi movimenti.

Quali sono in genere i punti di forza di un lettura teatrale fatta dai giovani?

Sicuramente la loro energia propulsiva, che rompe il muro del formalismo teatrale, e il loro essere gruppo è molto importante per la messa in scena di uno spettacolo teatrale, e quello che viene fuori da questi spettacoli è una loro visione del mondo, reale e teatrale. L’entusiasmo, l’energia e la libertà dei ragazzi devono però essere guidati perché non diventino una spada di Damocle sulla buona riuscita di un lavoro.

Il cartellone di LINK si chiude con una performance collettiva, puoi dirci in cosa consiste, come è nata l’idea e come è stata elaborata?

Durante i nostri laboratori abbiamo chiesto ai ragazzi se alla fine di questo percorso sul teatro avessero qualcosa da dire o da rappresentare. Hanno scelto di raccontare le loro biografie, i loro autoritratti. È iniziato quindi un processo alchemico di trasformazione, dei loro dolori, delle loro gioie, delle loro paure, dei loro amori in scene teatrali scritte da loro stessi. È stata una trasformazione del quotidiano in straordinario. E poi abbiamo anche invitato come ospite speciale Matteo Taranto, un attore spezzino, molto conosciuto dai ragazzi, che lavora sia a teatro sia per il cinema, e infatti è stato recentemente impegnato con Alessandro Gassman, che si metterà in gioco insieme ai ragazzi di LINK.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)