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Parchi e Oasi dello Spirito

Abbazia di Novalesa

di Dante Fasciolo

L’Abbazia di Novalesa, in provincia di Torino, è incastonata tra il verde di un paesaggio di sogno e di quiete. È composta di un nucleo centrale e quattro distinte cappelle immerse nel rigoglioso parco che circonda tutte le strutture odierne.

Indietro nei secoli, ricordiamo che l’Abbazia di Novalesa fu costruita nel 726 da Abbone, governatore di Susa, che la donò unitamente a grandi possedimenti ai monaci benedettini che ne presero cura e la resero luogo di Spiritualità tra i più apprezzati.

   

Qui soggiornò Carlo Magno che riconobbe ai monaci l’impegno assunto a fianco dei Franchi che lottavano per respingere i Longobardi. ...e l’Abbazia assunse maggiore importanza e potere fino ma raggiungere il massimo splendore nel IX secolo.

Ma nel 906 ecco il repentino declino: l’Abbazia viene distrutta dai Saraceni, e nonostante la subitanea ricostruzione non riuscì più a configurarsi com’era. Per nove secoli la vita del monastero trascorse senza troppe “emozioni” e fu l’epoca napoleonica a decretarne la soppressione.

   

Restituita nel 1816 ai monaci, l’Abbazia fu definitivamente abbandonata nel 1855, e il 1861 avvenne la trasformazione del complesso in stabilimento idroterapico, favorito dalla splendida posizione geografica naturale.

Ma è difficile arrendersi a questo destino: i benedettini hanno ripreso la gestione del luogo nel 1973 e vi hanno aperto un laboratorio di restauro di pergamene e libri antichi.

   

Passeggiando per l’ampio parco si incontrano le Cappelle già citate. La prima dedicata a Santa Maria Maddalena – VIII/IX secolo – elegante facciata a capanna e abside quadrata a due spioventi. C’è poi la Cappella del Santissimo Salvatore – XI secolo – che presenta un raffinato disegno architettonico; la Cappella successiva, dedicata a San Pietro, è posta su di un promontorio da cui si gode una vista mozzafiato. E probabilmente fu la prima ad essere eretta; quindi segue la Cappella di Sant’Eldrato, abate di Novalesa. Dall’822 all’840, le cui ossa contenute nel reliquiario vengono onorate ogni anno, il 13 marzo, con una solenne processione.

   

Infine, la struttura centrale: attraverso un cortile si accede alla Chiesa, ricostruita in larga misura nel 1712 ad opera di Francesco Gallo e Antonio Bertola. Qui è possibile ammirare, tra gli altri, un prezioso affresco raffigurante la morte di Sant’eldrato.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)