Ambiente
“Provincializzazione”
del Parco Nazionale dello Stelvio
Lo spezzatino
Nei giorni scorsi la stampa locale ha elencato tra i punti principali dell’accordo elettorale (per le politiche di febbraio) tra SVP e Partito Democratico la “provincializzazione” del Parco Nazionale dello Stelvio.
La notizia ha messo in allarme un vasto schieramento di associazioni ambientaliste locali e nazionali, Organizzazioni di difesa territoriale, amministrative, sociali e politiche e ha riaperto una vecchia pratica che da più parti si era ritenuta impraticabile, nociva per il buon andamento delle prerogative del Parco.
Sull’altare di un accordo elettorale si mette a repentaglio un bene nazionale? Una leggerezza che molti italiani simpatizzanti del PD faranno pesare nelle urne.
Tant’è che il Presidente della Sezione Trentina di Italia Nostra, dott. Salvatore Ferrari, ha preso carta e penna e inviato una lettera ai responsabili politici dell’Alto Adige e del Trentino, ai parlamentari delle due provincie, alle associazioni, enti, organismi interessati all’argomento. In particolare ha rivolto un invito all’On. Pierluigi Bersani di non firmare tale accordo, previo lo stralcio del punto in questione, sul quale ha allegato una vasta documentazione trascorsa.
Trascriviamo di seguito la lettera del Dott. Ferrari e l’allegata documentazione:
[omissis numerosi destinatari]
Oggetto: La “provincializzazione” del Parco Nazionale dello Stelvio nell’accordo elettorale tra Partito Democratico e SVP?
Nei giorni scorsi la stampa locale (“Alto Adige”, “Corriere del Trentino”) ha elencato tra i punti principali dell’accordo elettorale (per le politiche di febbraio) tra SVP e Partito Democratico la “provincializzazione” del Parco Nazionale dello Stelvio.
L’argomento è da sempre un “cavallo di battaglia” della SVP, forza politica a cui va in gran parte attribuito l’attuale stato di paralisi (e di sostanziale commissariamento) del Parco, nato dall’approvazione di una norma d’attuazione relativa soppressione del Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio da parte della Commissione dei Dodici (30 novembre 2010), poi recepita con apposito decreto dal Consiglio dei Ministri presieduto da Silvio Berlusconi nella seduta del 22 dicembre 2010 (si veda scheda allegata).
Fortunatamente il Presidente della Repubblica, on. Giorgio Napolitano, non ha mai accolto la proposta di smembramento del Parco Nazionale, così come avanzata dalla SVP e recepita dalla Commissione dei Dodici e dal Governo Berlusconi, in assenza di un’intesa con la Regione Lombardia e in evidente conflitto con il dettato della legge nazionale sulle aree protette.
Come sapete da molto tempo gli organi collegiali dell’Ente Parco sono scaduti:
A termini del DPCM (art. 5, comma 3) del 1993 la nomina del Consiglio Direttivo spetta al Ministro per l’Ambiente, che vi provvede con apposito decreto, ma ad oggi non risulta alcun provvedimento di rinnovo di questo organo da parte del Ministro Corrado Clini, al quale era stata inviata una lettera aperta - rimasta ovviamente senza risposta - anche da parte delle Associazioni Ambientaliste in data 1 maggio 2012.
Ricordo, per inciso, che nel dicembre 2010 i senatori del PD, Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, in un’interrogazione rivolta al ministro Prestigiacomo - che allego - a proposito del rischio di smembramento del Parco parlarono giustamente di “attacco all'unitarietà gestionale” ed evidenziarono come lo “lo spezzettamento del parco dello Stelvio” non fosse la scelta giusta per ottenere “un’azione di governo del Parco più efficace” di quella registrata finora.
Premesso quanto sopra sono a chiedervi gentilmente di informarmi se corrisponde al vero quanto riportato dalla stampa locale, in merito ai contenuti dell’Accordo elettorale SVP – PD sul futuro del Parco Nazionale dello Stelvio.
In caso di conferma dei contenuti dell’accordo anticipati dagli organi di stampa e d'informazione è ovvio che Italia Nostra solleverà la questione in sede nazionale, con una formale richiesta al segretario nazionale Pierluigi Bersani di non firmare l’accordo con la SVP, previa lo stralcio del punto in questione.
Mi pare evidente, infatti, che il futuro assetto istituzionale, organizzativo e gestionale di una delle principali aree protette d’ITALIA non possa essere deciso tramite un accordo elettorale tra due forze politiche, senza un preventivo confronto con tutti gli interlocutori interessati (Ente Parco, Ministero dell’Ambiente, Province autonome, Regione Lombardia, Comuni del parco, comunità locali, mondo scientifico, associazioni ambientaliste, ecc…).
In attesa di un vostro riscontro e ringraziando anticipatamente per l’attenzione, colgo l’occasione per inviare i miei più cordiali saluti.
dott. Salvatore Ferrari
Presidente della sezione trentina di Italia Nostra onlus
Allegato 1
Atto Senato – Interrogazione a Risposta Scritta 4/044243
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16 - Seduta di annuncio: 470 del 07/12/2010
Firmatari
Primo firmatario: Ferrante Francesco, co-firmatario Della Seta Roberto
Gruppo: PartitoDemocratico
Data firma: 07/12/2010
Destinatari: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare
Stato iter: In corso
Atto Senato – Interrogazione a risposta scritta presentata da Francesco Ferrante martedì 7 dicembre 2010 n° 470
Ferrante/Della Seta - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
Premesso che:
con il decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 1974, n. 279, è stato previsto all'art. 3 che le funzioni concernenti il parco nazionale Stelvio fossero esercitate dalle due province e che la gestione unitaria fosse attuata con la costituzione di un consorzio tra lo Stato e dette province le quali per la parte di competenza provvedono con legge, previa intesa tra i tre enti;
successivamente con l'art. 35 della legge n. 394 del 1991 si è stabilito che l'intesa deve essere assunta anche con la Regione Lombardia. Con l'intesa raggiunta, il 27 marzo del 1992, tra il Ministero dell'ambiente, Regione Lombardia e le due province autonome si è concordato sulla costituzione del Consorzio di gestione, poi attuata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 novembre 1993 e con la legge di recepimento regionale e con quelle provinciali;
in questo contesto normativo la Commissione dei 12 ha avuto il compito di istruire, e proporre al Governo che le approva, norme di attuazione dello Statuto delle province autonome. Dalla lettura dello Statuto emergerebbe, in via generale, essere prevista anche la facoltà di trasferimento di funzioni dallo Stato alle province autonome e quindi anche la gestione dei parchi nazionali;
in questo contesto un po' fumoso si apprende, il 30 novembre 2010, dalla lettura dell'Agenzia di stampa "Ansa", che il Presidente della terza Commissione legislativa del Consiglio della Provincia autonoma di Trento aveva chiesto il rinvio della trattazione, prevista per il 30 novembre 2010, in Commissione dei 12 della norma relativa alla provincializzazione del Parco nazionale dello Stelvio. Tale richiesta era motivata dall'esigenza di consentire al Consiglio della Provincia autonoma di Trento di comprendere la portata della proposta avanzata dalle due Province e in particolare da quella di Bolzano;
sempre il 30 novembre 2010, dalla lettura di una successiva notizia di stampa "Ansa", si apprende che non solo la richiesta del Presidente della terza Commissione legislativa del Consiglio della Provincia autonoma di Trento non è stata assolutamente presa in considerazione ma, fatto grave, che il parco nazionale dello Stelvio sarà gestito direttamente dalle Province autonome di Bolzano e di Trento e dalla Regione Lombardia, in collaborazione con i Comuni interessati. Lo prevede una norma d'attuazione, approvata dalla commissione dei 12 a Roma;
secondo la norma elaborata dalla commissione paritetica Stato-Regione che ora è stata inviata ai Ministeri competenti, per poi passare all'esame definitivo del Consiglio dei ministri, il personale del parco nazionale dello Stelvio passerà a una società di gestione, finanziata tramite l'Accordo di Milano che prevede un contributo delle Province autonome per i Comuni limitrofi. Nell'ente di coordinamento del parco sarà anche rappresentato il Ministero;
secondo Legambiente, questa norma d'attuazione mette a rischio l'integrità del parco nazionale e la tutela prevista da leggi nazionali per la più grande area protetta dell'arco alpino italiano, un bene naturalistico che da 75 anni è protetto come parco nazionale e che custodisce un patrimonio di foreste, pascoli e ghiacciai di valore straordinario, ben al di là degli stessi confini nazionali italiani. La sfida della conservazione della natura nella catena alpina - continua Legambiente - non ha bisogno di confini né di spezzettamenti amministrativi. Occorre, invece, saper guardare al valore che questa straordinaria regione montuosa racchiude, come fissato dalla Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, un accordo vincolante tra Stati nazionali e regioni confinanti ratificato dal nostro Paese nel 1999 ma di cui tutti sembrano essere inconsapevoli;
è grave che questo attacco all'unitarietà gestionale di un'area protetta importante per la tutela di habitat e specie prioritarie avvenga nell'anno internazionale della biodiversità;
ha ragione chi chiede un'azione di governo del Parco più efficace di quella che vi è stata finora, ma certamente lo spezzettamento del parco dello Stelvio non è la direzione per raggiungere questo obiettivo perché in questo modo non si otterrà, certo, una maggior tutela ma solo un lento e inesorabile declino del ruolo di un parco nazionale che, fino a oggi, nonostante i suoi molti oppositori, è riuscito a custodire ambienti e popolamenti di fauna e flora tra i più preziosi dell'intero arco alpino,
si chiede di conoscere:
se a quanto risulta al Ministro in indirizzo la Commissione dei 12 abbia tra i suoi compiti quello di istruire e proporre al Governo delle norme di settore, assolutamente specifiche, come la gestione dei parchi nazionali, che peraltro riguardano anche una Regione terza quale la Lombardia;
nel caso di risposta affermativa, come il Ministro in indirizzo intenda urgentemente intervenire per evitare che questo provvedimento possa significare una diminuzione degli attuali livelli di tutela di un'area ad alto valore ambientale;
quali azioni intenda intraprendere per difendere e potenziare l'integrità del parco nazionale dello Stelvio, che è la più grande area protetta dell'arco alpino italiano, un bene naturalistico che da 75 anni è protetto come parco nazionale e che custodisce un patrimonio di foreste, pascoli e ghiacciai di valore straordinario, ben al di là degli stessi confini nazionali italiani, come fissato dalla Convenzione internazionale per la protezione delle alpi, un accordo vincolante tra Stati nazionali e regioni confinanti ratificato dalla legge n. 403 del 1999.
Allegato 2
Il Parco Nazionale dello Stelvio - Il “commissariamento” in atto e il rischio di smembramento - Origini e assetto organizzativo
Con la legge 24 aprile 1935, n. 740 fu istituito il Parco Nazionale dello Stelvio, “allo scopo di tutelare e migliorare la flora, di incrementare la fauna, e di conservare le speciali formazioni geologiche, nonché le bellezze del paesaggio e di promuovere lo sviluppo del turismo” (articolo 1) di un vasto territorio tra Lombardia e Trentino – Alto Adige, “comprendente i gruppi montani dell'Ortles e Cevedale”. Già con il DPR n. 279 del 22 marzo 1974 - in attuazione delle norme speciali di autonomia per la Regione Trentino Alto Adige - si decise la costituzione di un Consorzio tra Ministero dell'Ambiente, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento e Regione Lombardia per la sua gestione.
In realtà il Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio si istituì formalmente solo in seguito all’Accordo di Lucca del 27 marzo 1992 e in applicazione della legge quadro sulle aree protette 6 dicembre 1991, n. 394, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 26 novembre 1993.
Successivamente la Provincia autonoma di Trento (L.P. 30 agosto 1993, n. 22), la Provincia autonoma di Bolzano (L.P. 3 novembre 1993, n. 19) e la Regionale Lombardia (L. R. 10 giugno 1996, n. 12) hanno definito la gestione della grande area protetta nel cuore delle Alpi centrali, tramite un Consiglio Direttivo, nominato con Decreto del Ministro dell’Ambiente, e tre comitati di gestione (lom2 bardo, altoatesino e trentino), in cui sono rappresentate, oltre alle amministrazioni locali, anche le istituzioni scientifiche e le associazioni di protezione ambientale.
Da quasi 20 anni, dunque, il Parco Nazionale dello Stelvio, uno dei più antichi parchi naturali italiani - esteso su una superficie di circa 130.700 ettari, distribuita su 4 province (Brescia, Sondrio, Bolzano e Trento) e 24 comuni - è amministrato in forma consortile.
Recenti tentativi di smembramento e proposte di “nuova governance” del Parco
Il 30 novembre 2010 la Commissione dei Dodici ha approvato una norma di attuazione relativa alla soppressione del Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio e nella seduta del 22 dicembre 2010 il Consiglio dei Ministri ha recepito con apposito decreto la decisione assunta dall’organo paritetico tra lo Stato e le Province autonome di Trento e Bolzano, in assenza però di un’intesa con la Regione Lombardia e in evidente conflitto con il dettato della legge nazionale sulle aree protette.
Come è noto, il Presidente della Repubblica – a cui erano giunte non solo le preoccupazioni delle associazioni ambientaliste, ma anche la contrarietà della Lombardia sancita dall’approvazione in Consiglio Regionale di un apposito ordine del giorno (21 dicembre 2010) – non ha accolto la proposta di smembramento del Parco Nazionale così come avanzata dalle forze politiche di maggioranza della Provincia autonoma di Bolzano e recepita dalla Commissione dei Dodici e dal Governo Berlusconi. Per rispondere alle richieste del Capo dello Stato tra gennaio e luglio 2011 si è riunito più volte (almeno 7) il cosiddetto “Tavolo tecnico di Brescia”, allo scopo di elaborare una proposta tecnica per “un’intesa preliminare con la Regione Lombardia e le due Province autonome a garanzia della gestione unitaria del Parco”. Di questo tavolo tecnico - i cui lavori si sono ufficialmente conclusi nel luglio 2011 - hanno fatto parte: i tecnici responsabili delle unità organizzative Ambiente e Parchi di Regione Lombardia e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, nonchè il Presidente (Ferruccio Tomasi) e il Direttore (Wolfgang Platter) del Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio.
A inizio novembre 2011 presso la sede del Ministero delle Regioni si è tenuta una riunione tra i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, del Ministero delle Regioni, di Regione Lombardia e delle Province autonome di Trento e di Bolzano (esclusi i rappresentanti del Consorzio del Parco!!) con l’obiettivo di concludere il lavoro su un testo d’intesa a firma dei Presidenti dei tre enti come chiesto dal Presidente della Repubblica. Da quanto ci risulta finora questa intesa non è stata raggiunta nè a novembre 2011 nè in seguito...
Il mancato rinnovo degli organi collegiali del Consorzio del Parco
Da molti mesi gli organi collegiali dell’Ente Parco sono scaduti: il Consiglio direttivo dal 26 dicembre 2010; il Comitato di gestione per la Provincia Autonoma di Bolzano dal 12 marzo 2011; quello per la Provincia autonoma di Trento dal 16 luglio 2011; quello per la Regione Lombardia dal 5 ottobre 2012, mentre il Collegio dei Revisori dei Conti ha concluso il proprio mandato il 10 agosto 2012.
A termini del DPCM (art. 5, comma 3) del 1993 la nomina del Consiglio Direttivo spetta al Ministro per l’Ambiente, che vi provvede con apposito decreto, ma ad oggi non risulta alcun provvedimento di rinnovo di questo organo, fondamentale – insieme ai 3 comitati di gestione – per un buon governo di questa importante area protetta delle Alpi. In mancanza dell’organo collegiale di vertice (Consiglio Direttivo) l’attività istituzionale – compresa l’approvazione del Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2012 – procede tramite decreti d’urgenza del Presidente del Consorzio, Ferruccio Tomasi, riconfermato per altri cinque anni (fino al 2014) con decreto ministeriale n.1126 del 3 agosto 2009, che agisce come fosse di fatto un “commissario straordinario”.
Piano del Parco
Il Piano per il Parco, previsto ai sensi dell’articolo 12 della legge quadro sulle aree protette (394/1991), giace da anni presso gli uffici del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, in attesa dell’approvazione definitiva. La sua mancanza impedisce naturalmente una gestione efficace e in sintonia con gli indirizzi della legislazione europea ed internazionale.
Allegato 3
La lettera aperta al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare del 1 maggio 2012.
In data 1 maggio 2012 CIPRA Italia e le sezioni regionali (Trentino – Alto Adige) delle Associazioni di protezione ambientale (Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Mountain Wilderness e WWF) hanno inviato al Ministro Corrado Clini una lettera aperta – ancora senza risposta – per chiedere: