Video
Museion - Museo d'Arte Moderna
e Contemporanea - Bolzano
Vera Comploj
Ciclo 2013 della Project Room
con un video e fotografie
a cura di Frida Carazzato
Con il suo lavoro si avvicina alla tradizione fotografica che tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli '80 ha indagato la rappresentazione del corpo, le questioni di gender e l'orientamento sessuale.
L’artista Vera Comploj apre il ciclo 2013 della Project Room di Museion, lo spazio dedicato a progetti nuovi, creati per l’occasione o inediti, con una particolare attenzione al territorio.
A Museion Comploj (Bolzano, 1983) presenta il progetto inedito “In Between”: una serie di scatti in bianco e nero e un video che ritraggono le drag queen di New York, Washington e San Francisco nel backstage in cui si preparano prima di andare in scena. La mostra è parte di un progetto più ampio, iniziato dall’artista nel 2009, poco dopo il suo trasferimento a New York.
“In Between”, letteralmente “tra”. Come suggerisce il titolo, l’interesse di Comploj è focalizzato su quel momento di passaggio, di transizione tra uomo e donna, realtà e finzione, vita ordinaria e palcoscenico che caratterizza la vita delle drag queen. Il suo obiettivo è entrato tra i camerini, i corridoi e le stanze private in cui le regine della notte si preparano per entrare in scena. Le immagini rappresentano tuttavia solo il momento finale dell’incontro tra l’artista, la persona ritratta e il suo mondo.
Le drag queen scelte da Comploj sono quelle dei circuiti più “periferici”, lontani dal mero glamour. Negli scatti i bagliori del mondo di tulle e paillettes, trucchi perfetti, acconciature accurate e abiti fascinosi, convivono con gli interni di stanze anguste, prese in affitto nei bar dove spesso le queen si esibiscono. È normale allora che a una gonna frusciante con il logo Chanel facciano da sfondo scaffali di carta igienica. O che una foto scattata in atteggiamento da diva, ma in accappatoio, riveli una brandina sfatta. Questo contrasto si riflette anche sulle scelte compositive. Immagini e tagli studiati interagiscono con la casualità del momento: a ritratti frontali si alternano volti e corpi tagliati, o ripresi da prospettive decentrate.
I soggetti rappresentati dall’artista sono diversi, ogni foto una storia diversa. Fa eccezione il video, che ha come protagonista Tiara, cinquantenne asiatica di Singapore, mentre mette in scena davanti alla telecamera una danza tipica indonesiana, sua terra di origine. Il montaggio del video è costituito da un continuo passaggio tra bianco e nero, trucco e volto scoperto, tra l’immagine di corpo fermo e movimenti sensuali.
Con il suo lavoro Vera Comploj si avvicina alla tradizione fotografica che tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta ha indagato la rappresentazione del corpo, le questioni di gender e l’orientamento sessuale – si pensi al lavoro di fotografi come Peter Hujar, Mark Morrisroe o alla stessa Nan Goldin, presente in collezione Museion. Il racconto di Vera Comploj, pur mantenendo la ricerca sull’identità attraverso i processi di trasformazione, risulta però più esterno e distanziato rispetto alla tradizione che l’ha preceduta.