Servizio pubblico
Poste Italiane
Sportello amico
Pacco, doppio pacco, contropaccotto
di Elena Marchini
Prendiamo un ufficio postale (poste centrali), in una città di circa 100 mila abitanti, sulla costa del nord ovest italiano.
Prendiamo due spedizioni, avvenute dallo stesso ufficio, a circa 6 mesi di distanza l’una dall’altra, e indirizzate alla stessa persona.
Prendiamo che le due spedizioni contenenti lo stesso genere d’oggetto, un libro, siano state fatte per posta prioritaria.
Prendiamo che queste due spedizioni non siano mai arrivate né riconsegnate al mittente.
Prendiamo anche che, a distanza di tre mesi dalla prima sia stata fatta un’altra spedizione, alla stessa persona, contenente sempre un libro, ma da un altro ufficio postale, nella regione limitrofa, e che questa spedizione sia arrivata.
Cosa fare?
La soluzione più logica, che potrebbe venire in mente a un qualsiasi cittadino che ha pagato per un servizio che non è stato offerto, e che si è visto sottrarre un oggetto, potrebbe essere quella di andare presso l’ufficio postale da cui sono state fatte le spedizioni e chiedere di parlare con un responsabile per segnalare il disservizio.
Quello che segue sembra un dialogo della commedia dell’assurdo, invece è molto simile alle reali risposte che un utente ha ricevuto agli sportelli dell’ufficio postale...
“...E che tipo di spedizione ha fatto?”
“Posta prioritaria”
“Eh, posta prioritaria!! Con la posta prioritaria non c’è la certezza che la spedizione arrivi alla consegna. Con la posta prioritaria non si può tracciare il percorso, altrimenti perché ci sarebbero le raccomandate!?”
“Mi scusi, ma non può rispondermi che un servizio a pagamento non è detto che funzioni, che ci si affida alla discrezione momentanea dell’operatore, testa-arriva, croce-non arriva.”
“D’altronde non essendoci la tracciabilità nessuno può controllare che il pacchetto arrivi a destinazione...”
“Mi sembra un ragionamento capzioso, è possibile parlare con un responsabile per segnalare la questione?”
“Guardi che noi quando accettiamo i pacchi, li facciamo partire non è che li buttiamo via”
“Nessuno ha mosso questa accusa, volevo semplicemente parlare con un responsabile per segnalare il disservizio, perché su due spedizioni non ne è arrivata neppure una. È una percentuale di fallimento del cento per cento.”
“Dove ha spedito il pacchetto?”
“A Roma.”
“Eh, Roma! Non è che ha sbagliato indirizzo?”
“Due volte su due ho sbagliato indirizzo? E poi come le ho detto prima, qualche mese fa ho spedito un pacchetto simile da un altro ufficio postale allo stesso indirizzo ed è arrivato. Posso parlare con un responsabile?”
“No, non è possibile. Può riempire però un modulo di reclamo generico”
“E dove trovo il modulo di reclamo?”
“Glielo prendo, eccolo”
“Grazie... Scusi ma nel modulo non posso scrivere con precisione cosa è accaduto, poi ogni modulo prevede una sola segnalazione, e le mie sono due segnalazioni, e poi ora che guardo tra i dati obbligatori, affinché il modulo sia preso in considerazione, devo scrivere il codice fiscale del destinatario... ”
“Il modulo è questo”