Fotografia
Wall of Sound Gallery, Alba (CN)
Gaber
A dieci anni dalla sua scomparsa, “Gaber. E sogno, e rido, e vivo”
rende omaggio a una vicenda umana, artistica e intellettuale
tra le più vitali del secondo Novecento italiano
“È bello quando parla Gaber”, canta Enzo Jannacci, l’amico corsaro di sempre, ricordandoci quanto il Signor G sia e rimanga una delle rare coscienze civili del secondo Novecento italiano.
Nelle canzoni e nei monologhi di Gaber soffia il vento di una morale di lotta, l’ansia di un’etica nuova, di un nuovo umanesimo ancora tutto da inventare, che oggi più che mai continua a interpellare l’uomo nella sua complessa totalità.
A dieci anni dalla sua scomparsa la mostra fotografica “Gaber. E sogno, e rido, e vivo” – fino al 17 marzo 2013 - rende omaggio ad una vicenda umana, artistica e intellettuale tra le più vitali del secondo Novecento italiano. Lo fa presentandone per la prima volta le immagini più significative e iconiche, oltre quaranta immagini d’autore in medio e grande formato, tratte dagli archivi della Fondazione Gaber, delle agenzie Begotti, Farabola e Olycom, dei fotografi Luigi Ciminaghi, Gianni Greguoli, Guido Harari ed Enrica Scalfari. Immagini che peraltro vengono anche rese disponibili per la prima volta in edizioni Fine Art al pubblico dei collezionisti.