Ambiente
Eolico: i nodi al pettine
Uno stop all’aggressione selvaggia al territorio
e la irreversibile degradazione del valore
identitario dei paesaggi italiani
Ancora una volta, un gruppo di associazioni ambientaliste intervengono nel dibattito sulle energie rinnovabili, in particolar modo informando sulla ormai insostenibile legge che ha protetto e finanziato l’eolico.
La Lipu, Amici della Terra, Italia Nostra, Mountain Wilderness Italia, Comitato Nazionale per il Paesaggio, Comitato per la Bellezza, Movimento Azzurro ed altre, denunciano una situazione firmando un comunicato finalizzato a rendere edotta l’opinione pubblica su importanti aspetti della vita civile, politica ed economica che ruotano intorno a quello che è da più parti considerato soltanto un “affare” redditizio per poche società, profondamente distanti dalle autentiche equilibrate possibilità e aspettative di sviluppo nel settore dell’energia.
Così il loro intervento: “l’associazione delle industrie interessate allo sviluppo degli impianti per la produzione di energia eolica (ANEV) insieme ai suoi fedeli sostenitori di Legambiente si straccia le vesti, in un comunicato recentemente inviato alla Stampa, perché i risultati delle Aste competitive al ribasso pubblicati dal GSE preannuncerebbero effetti lesivi per il settore che potrebbe vedere da quest’anno il volume dei suoi affari diminuito del 75%. Cosa è successo? È successo che una quota del contingente previsto nelle Aste non è stato assegnato perché molti produttori non hanno potuto concorrere alla gara in quanto privi dell’affidabilità patrimoniale necessaria ad ottenere il credito bancario richiesto. Il che equivale a una implicita ma inequivocabile dimostrazione del caos e della approssimazione che aveva caratterizzato fino a ieri l’“assalto alla diligenza” degli incentivi concessi alle energie rinnovabili, prelevandoli disinvoltamente dalle tasche degli italiani.”
In particolare, le Associazioni ambientaliste e i movimenti spontanei, che al contrario dell’Anev hanno accolto la notizia con soddisfazione, ribadiscono il loro impegno nella battaglia per ostacolare “l’aggressione selvaggia al territorio e la irreversibile degradazione del valore identitario dei paesaggi italiani causate dalla selva di aerogeneratori che stanno sorgendo ovunque, anche in zone non favorite da una sufficiente ventosità, a esclusivo vantaggio di improvvisati (e a volta anche malavitosi) produttori e dei loro accoliti. Non va dimenticato che l’incidenza dell’eolico industriale sulla produzione di energia elettrica rimane e rimarrà sempre e comunque irrilevante e non giustifica i danni gravissimi che esso provoca all’ambiente naturale e al patrimonio culturale della Nazione.
Senza parlare poi dei costi pesanti per l’intera comunità, in un momento di crisi. Per gli incentivi alle rinnovabili elettriche sono stati sottratti ai portafogli degli italiani 11 miliardi, per il solo anno 2012. E il prelievo proseguirà per 20 anni con 12 miliardi all’anno ( 6,7 per fotovoltaico e 5,8 per le altre FER, tra cui l’eolico in misura prevalente)”.
Per contro, la Associazioni firmatarie informano che su di “un altro documento preelettorale redatto da Legambiente, WWF e Greenpeace si chiede, tra molte altre cose, che il prossimo Governo torni a favorire oltre ogni misura i produttori di energia eolica e fotovoltaica; la richiesta è sostenuta da un ricatto occupazionale più che dubbio e attraverso affermazioni avventate che sfiorano il terrorismo. Secondo gli estensori l’aver finalmente cominciato ad imporre regole ragionevoli al settore delle energie rinnovabili soffocherà l’unica speranza di futuro per l’Italia.
È superfluo sottolineare che “le associazioni e i movimenti che sottoscrivono il presente documento su questo punto pensano esattamente il contrario”.