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Teatro

Colosseo Nuovo Teatro – Roma

Il Teatro dell’eccesso

“È in piena suspence che la risata ha un senso!”

Il Teatro dell’eccesso è una rassegna monografica dedicata alla scrittura del drammaturgo contemporaneo Giuseppe Manfridi ed alla sua storica collaborazione con il regista Claudio Boccaccini.

   

La rassegna (15 gennaio – 24 febbraio) è in programma a Roma presso il Colosseo Nuovo Teatro dove, nel corso di 6 settimane, si avrà modo di esplorare l'opera drammaturgica e letteraria dell'autore attraverso l'allestimento di cinque diverse opere teatrali, tutte dirette da Claudio Boccaccini, cui saranno affiancati incontri e dibattiti con autori, registi, musicisti, docenti universitari, critici, attori.

Il titolo della manifestazione riprende una arguta e felice definizione coniata per l’opera di Manfridi dal critico Rodolfo Di Giammarco. Qualifica con icastica sintesi la forma stessa della sua prosa, la cui arditezza ha una matrice così sicura da non arretrare di fronte all’eccesso di idioma, di costruzione e di contenuto.

Ciascuna delle sue commedie contiene una piccola moltitudine di personaggi; in ciascuna una storia, un mondo, un popolo con un proprio codice di comportamento e con un peculiare destino scenico. Le cinque opere proposte in questa rassegna – due totalmente inedite – si rivelano accomunate da alcuni forti tratti distintivi. Innanzitutto, dalla natura noir che le permea sino ad assumere i caratteri del vero e proprio thriller.

Per lo più, la notte impera. Tenebre rigate di rosso, rese inquiete da azzardi letali, da scommesse che ci si trova ad affrontare quasi a propria insaputa, da intrecci erotici di cui è facile perdere il controllo. Altro segno di affinità che lega i vari titoli, il lampeggiare di comicità brucianti e inattese. D’altronde... “è in piena suspence che la risata ha un senso!”

La cena

Nell’arco di una cena vissuta dagli spettatori in presa diretta viene giocata una partita estrema, spettacolare e sconvolgente.

E dire che avrebbe dovuto essere ‘una cena tranquilla’, come dichiara al servo Fangio il padrone di casa apprestandosi a rivedere dopo sei anni sua figlia e a conoscere il ragazzo che lei ha scelto di sposare. Ma troppi  misteri avvincono i commensali che a ogni pietanza si troveranno sempre più coinvolti in una tensione insostenibile.

Il Maestro

Di sera, in un’afa colma di zanzare, tre giovani ex compagni di classe si rincontrano con un loro antico professore che chiamano Maestro.

Ognuno dei tre gli deve molto, o forse è lui ad aver succhiato per anni energie e sangue dai propri allievi. Fatto sta che costui si presenterà all’appuntamento con un polsino della camicia macchiato di sangue vero. “Non è sangue mio”, proclama lui.

Di qui una storia percorsa da un brivido ininterrotto.

Gioco al buio

Un intreccio di coltelli condominiali; di morti che forse non sono morti e di vittime capaci di far tremare i loro carnefici. Promiscuità sessuali e giochi di ruolo. Tra due coppie e un single. Tutti inquilini di uno stesso stabile. Dalla mezzanotte all’alba, fra il penultimo piano e l’attico scorrerà sangue previsto e sangue imprevista.

Una storia che artiglia alla gola dal primo all’ultimo gesto. Dalla prima all’ultima lama

   

Il fazzoletto di Dostoevski

Nella penombra di una stanza si consuma un mercato strano tra un vecchio morente e un giovane imbellettato che mira a sedurre la moglie dell’altro.

Il vecchio è Dostoevskij, mentre il giovane è uno che non ha idea di chi sia colui che gli sta di fronte. Si chiama Pavel, e l’unica cosa che sa è che quel vecchio vuole il suo bel fazzoletto di seta e che lui dovrà darglielo, per poi scoprire suo malgrado che quel fazzoletto è il lasciapassare per altri mondi.

La supplente

La supplente si chiama Stella, e quel che le tocca è un’ora di lezione. Solo un’ora. Un’ora di piccolo potere gestito con grazia e con senso dell’umorismo, ma non solo!

Vibra qualcosa di enigmatico nell’ironia di Stella, nel suo parlare di poesia e di sé in un certo modo. C’è un’inquietudine di cui i ragazzi nei banchi stentano a comprendere la ragione, ma una ragione c’è, e sarà l’esito finale della lezione a disvelarla.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)