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Musica

L’organo del Caravita

di Agnolo Camerte

Ho avuto il piacere di ascoltare i due concerti di inaugurazione dell’organo Worle – Priori sito nell’oratorio del Caravita e restaurati dopo cinquanta anni di “silenzio” da Michel Formentelli. È stato un piacere, ma anche un colpo di fortuna, poiché, sia la qualità dei timbri sonori, sia l’altissimo livello tecnico dei musicisti, ne hanno fatto un evento da ricordare e da non perdere.

L’organo è considerato dai più il re degli strumenti, per la sua versatilità sonora, e per la potenza dei suoni che può generare.

La maggior parte degli autori classici si è cimentata nella composizione per organo: da G. Frescobaldi a J.S. Bach, da W.A. Mozart a M.B. Jmenez. Le loro opere sono tutt’ora straordinariamente godibili.

Eseguite poi con uno strumento antico come L’organo Worle-Priori dell’ oratorio del Caravita, definito pre-romantico, hanno reso una sonorità molto particolare. I concerti si sono tenuti il 24 gennaio dall’organista S. Colamarino ed il 25 da Hector Manuel Salcedo Becerra.

Due artisti di grande valore, personalità e tecnica che sono riusciti ad evidenziare le caratteristiche di quell’organo antico in modo inatteso e sorprendente. Un plauso particolare anche al restauratore Michel Formentelli, che con grande abilità ha restaurato questo organo. In particolare mi ha colpito la perfetta intonazione dei timbri che sono molti, ma tutti intonatissimi.

Non saprei se sono stato più sorpreso dalla qualità del restauro o dalla bravura dei maestri organisti; infatti so quanto è complesso lo strumento, per le mie avventure da chierichetto...

Con il mio amico Cesarino ne combinavamo di tutti i colori durante la benedizione serale, ed allora l’organista della cattedrale per farci stare buoni, pensò bene di farci tirare le corde dei mantici di un organo antico... Poiché anche li eravamo irrequieti e mai zitti, Don Igino, l’organista, aprì uno sportello attiguo alle corde dei mantici e ci sbattè là dentro per punizione! Mossa interessantissima perché così scoprimmo come funzionava l’organo... I mantici di cartapesta divennero immediatamente usati come schiaccianoci... Le noci erano delle suore... Si sbucarono un po’ i mantici, ma li riparammo in qualche modo. Lo stesso organo, mi dicono sia stato restaurato da Michel Formentelli e fa bella mostra di sé nella Basilica di S.Venanzio di Camerino.

Per il mio orecchio musicale, ogni strumento ha la sua timbrica, la sua voce particolare, resa unica, non solo dall’acustica della Chiesa, ma anche dai materiali usati per costruire le canne. Le canne per lo più sono di legno o di metallo; per quelle di metallo la lega (stagno, piombo) e la loro battitura sono molto caratterizzanti.

   

Io amo molto quelle prodotte sull’altopiano di Colfiorito, montate negli strumenti di alcune Chiese dell’Italia centrale, come ad es. quelle dell’organo di S.Maria degli Angeli, vicino ad Assisi.

L’Italia è piena di questi strumenti; se ne trovano inaspettatamente nelle Chiese più sperdute e purtroppo molti cadono in rovina. Sarebbe un vero peccato perdere tali messaggeri della spiritualità e dell’arte sacra. Condivido l’espressione che “L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita”.

Mi auguro perciò che la nostra società riuscirà a conservare anche questi strumenti, messaggeri della nostra storia musicale.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)